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Ebbri di sobrietà

di Gianni Petrosillo - 27/01/2012



italiaAbbiamo un sottosegretario al Welfare genialoide che si esprime come l’ultimo dei paninari. E non basta la testa leonina e spaziosa alla Gramsci per farci mutar giudizio. Il linguaggio sottoculturale del viceministro lo conferma. Anche se l’estetica confonde, evocando uomini e tempi meno truci dei nostri, il suo cervello fonde liquefacendo la credibilità di tali dottorini.  Martone è un mattone ma per certi versi ha ragione, siamo tutti sfigati, non tanto perché studenti fuori corso ma poiché popolo in corso di buggeramento da parte di una squadra di tecnisticoli senza attributi che s’impancano per una superiorità dottorale ostentata ma non dimostrata. A questi professori passati dalla cattedra in cattedra sembra che tutto sia concesso, per il bene dell’Italia ma, soprattutto, per quello di chi li sostiene, dalle banche alle potenze straniere. Gli illuminati delle aula magna magna, con  doppio e triplo stipendio, stanno confermando i nostri sospetti sui loro comportamenti da Mario-nette allorché quotidianamente mettono in scena uno spettacolo privo di volontà e dignità che colpisce i deboli, sperando di calmierare l’incazzatura generale con le battute rassicuranti per i mercati. Come fa Mario Monti da Bruxelles quando, dall’alto della sua austerità, mentre la Patria spaccata in due sacramenta contro il suo gabinetto che sgambetta i soliti, risponde alla Maria Antonietta a chi lo interroga sui disagi italiani. Per sua fortuna oggi la ghigliottina non è più di moda e nemmeno sapremmo cosa farcene considerato che di teste pensanti in giro non se ne vedono proprio, quindi inutile pretendere il controllo di determinate azioni da chi non ha né zucca né schiena dritta per far valere le ragioni nazionali. Un amico che ha un’impresa di autotrasporto, pur non condividendo in pieno lo sciopero, si diceva stupefatto della maniera in cui i media, la stampa e la politica, fossero riusciti ad alleggerire con commenti tutto sommato delicati una situazione drammatica che ha lasciato a secco mezza  Penisola, scatenando scene da far west ai distributori e nei supermercati. Fosse successo con altri governanti si sarebbero già chieste le dimissioni dell’esecutivo, almeno dopo il morto di Asti, ma la neutralità dei tecnici serve proprio a neutralizzare l’azione di chi sulle proteste e sul malcontento generalmente costruisce i suoi spazi elettorali o di consenso. Non essendoci in questa fase la possibilità di sobillare gli animi a proprio vantaggio, per ricavarne merce di scambio con le istituzioni o profitti opportunistici per le proprie organizzazioni, si fanno tutti una bella pennichella, dai partiti ai sindacati, mandando in letargo la democrazia e la civiltà (delle quali non siamo tifosi per l’inganno ideologico che nascondono). Sperano di recuperare in seguito, ammesso che un seguito ci sia per questo  pauvre pays ormai anche pays pauvre. I complimenti di Soros ai Mari (Monti e Draghi) significano certamente che il Belpaese sta andando alla deriva e per uno speculatore come lui non c’è notizia migliore. Se Soros fa festa vuol dire che ci stanno facendo la festa. Non è la prima volta che accade, ricorderete la speculazione sulla lira agli inizi dei ’90, ed è proprio la recidività di una classe dirigente stupida ed imbrogliona allo stesso grado che ci riprova di aver toccato il massimo del degrado. Il tempo è scaduto, siamo quasi fottuti e nelle birrerie non accade nulla essendoci Bersani e nessun uomo forte con le idee chiare sul come preservare la nazione dalla voracità mondiale. L’ebbrezza della sobrietà ci concilierà il sonno politico (e l’incubo economico) dal quale non ci risveglieremo per qualche decennio.