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Lasciarsi indietro l’occidente

di Amanda Incardona - 12/02/2012







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Noi ricordiamo le Parole Originarie degli dei cantate in questo luogo che noi chiamiamo Madre Terra

 

I Popoli tradizionali posseggono la chiave dell’inversione del processo della Civilizzazione Occidentale
che ci presenta un avvenire inimmaginabile di sofferenza e di distruzione.
La spiritualità è la forma più alta di coscienza politica.
E noi, i popoli dell’emisfero occidentale,
siamo nel mondo tra i detentori viventi di questa forma di coscienza.
Noi siamo qui per comunicare questo messaggio.
H. d. n. s. n.

Se c’è una cosa che voglio fare qui ed ora, richiamando alla memoria il messaggio che fu consegnato al mondo occidentale da un gruppo di uomini alcuni anni addietro, è creare una suggestione. E’ trascorsa l’epoca nella quale era bene parlare alla ragione attraverso la logica; nel tempo del caos è bene parlare al cuore attraverso delle immagini. Per un Risveglio della Coscienza: questo urlava il messaggio, e questo, ancora oggi, rappresenta l’obiettivo sommo per ogni essere umano. Ognuno di noi è chiamato a riscattare due millenni di storia che pesano sul sangue del popolo indoeuropeo tristemente cristianizzato, e poi a preparare il ritorno del Sacro attraverso il risveglio della propria coscienza. Alla fine forse rivelerò chi ha consegnato questo messaggio e quando; oppure lo terrò nascosto perché questo messaggio fu ispirato da un richiamo speciale e fu a Roma che venne portato, affinché il pianeta intero sapesse. Per questo motivo il portatore ha una funzione importante soltanto per chi vuole fare storia, e noi, al contrario, cerchiamo delle radure che si aprono nel tempo svelando ciò che al tempo non è sottoposto.
Essere indoeuropei, essere occidentali nei secoli ha significato per i più essere coinvolti nel vortice demonico della distruzione del mondo naturale, nel progressivo inaridimento del mondo spirituale, nella distruzione delle vie al Sacro. La stessa Roma Antica aggiunge un ingranaggio in questo complesso meccanismo che abbraccia decine di millenni, anche nella purezza del suo intento, realizzato, di iniziare una nuova Età dell’Oro.
Oggi è stata aperta una via nuova ad Occidente, una via che risale direttamente alle origini arcaiche del popolo indoeuropeo. Una via che non attraversa in alcuna maniera il mondo più o meno industrializzato degli ultimi 3000 anni, una via che bolla tutta la storia dell’occidente cristianizzato come la storia di una distruttiva colonizzazione spirituale e politica dell’occidente stesso da parte delle religioni monoteiste e della demonia tecnocratica e materialista da queste veicolata. Su una questione è necessario convergere prima di iniziare un qualunque confronto: la “civilizzazione” occidentale è alle sue radici un fenomeno di natura esotica e mediorientale che ha attecchito nella civiltà arcaica della Grecia indoeuropea e poi nella civiltà della Roma antica snaturandone l’essenza e sovvertendo il significato intimo e profondo della apparizione di queste civiltà nel cosmo. Noi indoeuropei siamo stati colonizzati subdolamente e soggiogati dal demone del materialismo monoteista che ha desacralizzato ogni cosa, e così infettati abbiamo viaggiato, dominato, distrutto.

Le frasi che seguono sono la risposta ad un richiamo, come già dicevo, e, pur pronunciate a Roma, vengono da altri popoli di altre terre. Nonostante questo le considerazioni fatte dai capi di questi popoli possono essere condivise senza riserve da tutti coloro che vogliano rifiutare e avversare con ogni mezzo la progressiva distruzione del Mondo Naturale che è la Radura Sacra della quale ogni Popolo è spirituale custode. Il senso del tempo come dimensione sacra, la percezione degli eventi come ripetizione di miti eterni, la consapevolezza-conoscenza che il mondo della materia è solo una espressione di forze spirituali, sono esperienze comuni ai popoli non contaminati dalla modernità, ed ai popoli che hanno trovato in se stessi energia per risvegliare la loro propria spiritualità arcaica. Per questo le parole che voglio ripetere valgono in ogni tempo ed in ogni luogo, e valgono come costante faro nel buio.
Per questo possiamo accoglierle come se fossero state pronunciate da ognuno dei popoli indoeuropei nuovamente consapevoli della loro origine e del loro proprio Destino, e possiamo farle risuonare come nostro manifesto politico e spirituale.

“Il nostro popolo è su questa terra dall’inizio della memoria umana. La nostra cultura è tra le più antiche che ancora esistano al mondo. Noi ricordiamo ancora i primi atti del comportamento umano. Noi ricordiamo le Parole Originarie degli dei cantate in questo luogo che noi chiamiamo Madre Terra. Noi siamo i guardiani Spirituali di questo luogo. Al principio ci è stato detto che gli esseri umani che camminano sulla terra sono stati dotati di tutto ciò che è loro necessario per vivere. Ci è stato mostrato che la nostra vita esiste grazie alla vita degli alberi. Secondo noi la coscienza spirituale è la forma più compiuta della politica. La nostra politica è un modo di vita. Noi pensiamo che tutto ciò che vive sia dovuto ad esseri spirituali. Gli spiriti possono esprimersi sotto forma di energia tradotta in materia. Un filo d’erba è una forma di energia espressa in materia: lo spirito-erba. Lo spirito dell’erba è questa forza invisibile che produce le diverse specie dell’erba, ed essa si manifesta a noi sotto la forma dell’erba reale. Tutte le cose del mondo sono cose reali, materiali. Noi pensiamo che l’uomo sia una parte del cosmo e che suo dovere sia di mantenere la vita in unione con gli altri esseri. Le Parole Originarie ci dicono, per noi che camminiamo sulla terra, di avere un grande rispetto, una grande affezione e gratitudine verso tutti gli altri spiriti che creano e mantengono la vita. Noi salutiamo ed esprimiamo la nostra riconoscenza alle numerose cose che mantengono la nostra vita: le farine, il grano, il vento, il sole. Allorquando le genti cessano di rispettare ed esprimere la loro gratitudine per tutte queste cose, allora tutta la vita comincia ad essere distrutta, e la vita umana su questo pianeta arriva alla sua fine. Oggi la specie umana è posta di fronte alla questione della sopravvivenza della specie stessa. Il modo di vita occidentale conosciuto col nome di civiltà occidentale è su un cammino di morte sul quale la sua cultura non ha risposte vitali da dare. Il nostro messaggio essenziale al mondo è fondamentalmente un appello alla presa di coscienza. La distruzione delle culture e della spiritualità dei popoli appartiene allo stesso processo che ha distrutto e distrugge ancora la vita su questo pianeta. Questo processo è la civiltà occidentale. I popoli che vivono su questo pianeta hanno bisogno di rompere con il concetto ristretto di liberazione umana, e devono cominciare a vedere che la liberazione deve estendersi all’insieme del Mondo Naturale. Ciò di cui abbiamo bisogno è la liberazione di tutte le cose che sostengono la trama sacra della vita: l’aria, le acque, gli alberi. Abbiamo bisogno di allearci con altri popoli del mondo per aiutarci nella nostra lotta per ritrovare e mantenere le nostre terre ancestrali e per proteggere il modo di vita che noi seguiamo.

I Popoli tradizionali posseggono la chiave dell’inversione del processo della Civilizzazione Occidentale che ci presenta un avvenire inimmaginabile di sofferenza e di distruzione.
La spiritualità è la forma più alta di coscienza politica. E noi, i popoli dell’emisfero occidentale, siamo nel mondo tra i detentori viventi di questa forma di coscienza. Noi siamo qui per comunicare questo messaggio”.