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Bastardi, avidi e bugiardi: ecco a voi i signori del petrolio

di Giorgio Cattaneo - 19/02/2012


Cosa succede se un’industria ha troppo potere? Semplice: si bypassano le regole e si controlla l’informazione per soffocare il dissenso. Nel frattempo il clima cambia e la gente muore. Influenze politiche, ricatti, corruzione: è ciò che “Bastardi avidi e bugiardi”, la video-inchiesta del regista americano Craig Rosebraugh si propone di scardinare. Dagli Usa a Tuvalu, dal Perù all’Uganda, fino ad arrivare in Europa, è decisamente inquietante il ritratto tracciato dal documentario, prodotto dall’attrice Daryl Hannah (“Kill Bill”), già arrestata in passato per il suo attivismo ambientalista. “Greedy Lying Bastards”, scrive Andrea Bertaglio sul “Fatto Quotidiano”, può essere visto come la risposta al film pro-petrolio “SpOILed”, presentato negli Usa lo scorso anno e finanziato da personaggi legati al business dei combustibili fossili.

Il lavoro di Rosebraugh ha un obiettivo chiaro: innalzare la soglia di attenzione e denunciare il “modello intenzionale dell’industria Daryl Hannahdell’irresponsabilità”, in vista delle elezioni presidenziali del 2012. La catastrofe petrolifera della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico? Nient’altro che «un sottoprodotto di un’industria incontrollata, per cui i profitti di manager ed azionisti contano più della vita umana», accusa il regista, che denuncia anche l’indotto dell’incidente: migliaia di persone in preda alla disperazione, ormai rovinate. E mentre la lobby petrolifera globale è impegnata ad influenzare una politica sempre più sua vassalla, continua Bertaglio, chi alza la voce rischia: non solo di perdere il lavoro, ma anche la vita. «L’industria dei combustibili fossili ha dimostrato che non si fermerà davanti a nulla», avverte Rosenbraugh. Il potere petrolifero non esita a diventare addirittura «complice degli omicidi di coloro che si oppongono Craig Rosebraughapertamente al degrado ambientale».

Provocatorio, combattivo e pungente: “Bastardi avidi e bugiardi” smaschera «l’influenza, la falsità e la corruzione» dell’industria petrolifera, e attacca frontalmente un sistema in cui «si mette il profitto davanti alle persone», supportando campagne di «menzogne che contrastino la lotta ai cambiamenti climatici». Per farlo, spiega Bertaglio, il regista americano intervista esperti sia eco-scettici che vicini alle teorie ambientaliste. Ma soprattutto racconta le storie di persone che, in ogni parte del mondo, vedono compromessa la loro vita proprio a causa delle “oil company”. Costato un milione e mezzo di dollari, il film è stato girato nell’arco degli ultimi tre anni ed uscirà nel 2012 in data ancora da precisare. Craig Rosenbraugh è più noto come attivista che come filmaker. E per questa sua opera prima, si dichiara pronto a subire ritorsioni: da uomini potentissimi, che non tollerano di essere “bastardi, avidi e bugiardi”.