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Mr. Smith, grossa grana per Goldman Sachs

di Roberto Marchesi - 19/03/2012



      
 
La notizia di Greg Smith, manager di Goldman Sachs, che ha apertamente accusato la sua banca di ricercare il profitto a tutti costi, inclusa la possibilità di far deliberatamente perder soldi ai propri stessi clienti, ha fatto giustamente scalpore tra i media e nel pubblico ma ... solo nelle “anime candide” però, ovvero di quelli fuori dal giro degli investitori professionali e delle banche d’affari. Gli “addetti ai lavori” infatti sapevano benissimo che la logica di Goldman Sachs già da tempo non era (ma forse non lo è mai stata) quella del “semper fideles” nel perseguire gli interessi dei propri clienti. Non fosse così, la Goldman Sachs non avrebbe mai pagato appena due anni fa 550/mln di dollari di penale alla S.E.C. (Security Exchange Commisssion)(vedasi anche l’articolo: “Goldman Sachs, Blankfein costretto in trincea” http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=10108). E perché Goldman avrebbe concordato con la SEC il pagamento di una somma così elevata se avesse fatto tutto nel pieno rispetto delle regole e della propria “policy” di tutela degli interessi dei propri clienti?
Proprio perché erano già emerse prove molto stringenti che Goldman Sachs, quando si trattava di fare profitti, non aveva riguardi verso nessuno, nemmeno verso i suoi stessi clienti. La sua “tresca” coi più agguerriti speculatori in circolazione era ben nota a tutti nell’ambiente, non si capisce quindi lo stupore di Mr. Greg Smith, responsabile dell’ufficio Goldman di Londra e con competenze in ampie aree operative in Europa, Asia e Africa, che con cuore affranto confessa di non riuscire più a sopportare tale sciacallaggio sistematico nella ricerca del proprio profitto.
Intendiamoci, qualunque sia il motivo della sua denuncia-confessione, i casi come questo sono sempre benvenuti, dato che aiutano anche quelli che di queste operazioni non si occupano mai a capire come stanno realmente le cose.
In effetti, quello che Mr. Smith denuncia, è considerato nell’ambiente bancario un delitto gravissimo, perché è come se un ladro andasse a rubare in casa dei colleghi. I clienti della Goldman Sachs sono Fondi d’investimento, finanziarie, altre banche più piccole. Insomma, gli investitori istituzionali. Ma anche, in molti casi, veri e propri speculatori professionisti che “giocano” in borsa come se fossero al Casinò. Tutti costoro, senza alcuno scrupolo, ricercano in tutti i modi possibili e immaginabili il profitto, ma sanno anche che i loro investimenti possono in qualche caso produrre perdite se le cose vanno male.
Tuttavia nessuno di loro è disposto ad accettare che la perdita arrivi da una operazione deliberatamente impostata dalla loro banca per farli perdere. È come il baro che fa finta di giocare pulito, ma ha le carte truccate. Questa è quindi proprio l’esatta accusa che Mr. Smith sta facendo alla Goldman Sachs, e lo fa senza mezzi termini, come nemmeno la S.E.C. ha mai fatto. Non sorprende l’immediata reazione dei top managers di Goldman Sachs nel negare assolutamente tutto, ma è una negazione che non convince nessuno, perché tutti sanno ormai che almeno in qualche caso questa frode ai danni dei propri clienti è proprio avvenuta (famosa ormai è la frode perpetrata tramite i Fondi Abacus di Mr. Paulson, e altri casi simili).
Quindi niente di nuovo sotto il sole, ma la banca cerca da tempo di rifarsi una “verginita” facendo credere ai propri clienti più fidati, senza però mai ammetterlo ufficialmente, che quei “rari” casi sono avvenuti in un periodo di crisi eccezionale, durante il quale la banca si è trovata invischiata e costretta a fare alcune operazioni “anomale”, ma adesso la banca è tornata ad essere un pozzo di acqua pura e limpida, completamente votata agli interessi della clientela.
Un giuramento di fedeltà che viene però ora platealmente smentito da uno dei suoi managers di alto livello e di lungo corso, e che rischia di essere come un siluro che si infila dritto nella pancia della nave mettendone a rischio la navigazione.
Povera Goldman! Nei due anni dopo la multa pagata alla SEC ha speso una fortuna per rifarsi una facciata di credibilità verso i suoi clienti. In televisione e sui principali magazines sono passate diverse pubblicità di fondi versati a favore di scuole o di Istituti di Ricerca o altro. Adesso poche semplici parole di un impiegato “infedele” rischiano di spazzar via tutto in un colpo solo.
Possiamo scommettere che ora in Goldman faranno di tutto per dimostrare che Mr. Smith è un pazzo visionario privo di qualsiasi credibilità, ma è difficile che ci riescano completamente.
Prima di tutto perché comunque la notizia ha fatto scalpore ed è arrivata nelle prime pagine di tutti i giornali, quindi ora tutti ne parlano, non solo quelli che leggono la pagina finanziaria. E secondariamente perché il sospetto che Goldman, da lungo tempo ormai, oltre che la regia delle tradizionali grandi operazioni speculative che stanno facendo piangere mezzo mondo, coltivasse anche il “vizietto” di speculare sui propri clienti, potrebbe farle trovare potenti nemici anche nel suo stesso ambiente e potrebbe persino vedere molti suoi clienti scegliere altre firme, come appare in evidenza dal forte calo del suo titolo in borsa già nel primo giorno di pubblicazione della notizia.
Ovviamente, per quanto ci riguarda, la notizia più bella sarebbe proprio che la “nave” Goldman andasse a fondo del tutto e subito. A noi importa poco sapere che Goldman imbroglia anche i propri clienti. Forse agli americani farebbe bene conoscere il nostro saggio proverbio italiano: “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.
Chiunque detesti la speculazione pura può solo desiderare di non vederla più intorno la Goldman. Basta vedere quello che è riuscita a combinare nel mondo grazie alle sue diaboliche strategie speculative, imitata presto da una moltitudine di altrettanto assatanati imitatori, per augurarsi di vederla sparire al più presto, lei e tutti i suoi imitatori.