Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Vite americane

Vite americane

di Miguel Martinez - 04/04/2012

Su Wan Ko e One L. Goh sono fratelli: presumo che il cognome sia uguale, ma capitano cose strane quando si passa da un sistema di scrittura a un altro.

Tutti e due sono, a modo loro, veri americani: il primo è un winner ed è morto; il secondo è un loser con tutti i crismi, ed è ancora vivo.

Entrambi sono nati in Corea ed emigrati negli Stati Uniti.

Su Wan Ko è entrato nell’esercito, non sappiamo se per ottenere la cittadinanza. E’ stato mandato in Iraq, dove ti danno una medaglia ogni arabo che abbatti, e lui è tornato carico di medaglie.

Un giorno muore in un incidente stradale, e scopriamo così che Su Wan Ko era “di Colorado Springs nel Colorado”, solo che la nera signora gli dà appuntamento a Centreville alla periferia di Washington. Le principali aziende della zona sono la Camber Corporation, la Lockheed Martin, la General Dynamics, la CSC Systems and Solutions e la Deloitte, tutti fornitori chiave del complesso militare-industriale. Nel loro tempo libero, gli impiegati delle aziende di Centreville possono scegliere tra ben sei negozi di materiali militari.

Su Wan Ko di Seoul, Corea, cioè di Colorado Springs, Colorado, cioè dell’Iraq, era a Centreville in un’imprecisata missione dalla sua altra residenza, che è il George C. Marshall European Center for Security Studies di Garmisch, in Germania, una sorta di scuola che si vanta di aver formato finora oltre “6.100 dirigenti militari e civili” provenienti da “100 nazioni”.

Su Wan Ko vive ancora su Facebook, dove dichiara che i suoi interessi sono

“Garmisch-Partenkirchen, Cyanide & Happiness, Anything About Guns, Kathleen Williams Photography, 4th Brigade Combat Team, 82nd Airborne Division, 82nd Airborne Division”

Wikipedia ci informa che Cyanide & Happiness sarebbe un fumetto dedicato a battute sulle disabilità,  lo stupro, il cancro, l’omicidio, la necrofilia, la pedofilia, le devianze sessuali, il suicidio, gli omicidi stradali involontari e - fondamentale “eating disorders”.

One L. Goh, invece, non ha scelto la vita militare.

Dopo il fallimento di un’azienda edile che aveva messo in piedi, è stato licenziato da vari lavori, ha contratto debiti fiscali per 23.000 dollari e un debito di 10.377 dollari con la SunTrust Bank ed è stato sfrattato per morosità.

Si è poi iscritto a un’università della California, la Oikos University, con cento studenti, affiliata alla Praise God Korean Presbyterian Church di Oakland.

Si tratta di una tipica istituzione dello sciamanocapitalismo coreano: un incredibile fenomeno che unisce lo spirito curativo dello sciamanesimo, la lettera della Bibbia e il dinamismo pubblicitario-organizzativo delle multinazionali, di cui abbiamo già avuto occasione di parlare sul nostro vecchio sito.

L’università infatti insegna, tra l’altro, agopuntura, erboristeria, Taichi, Qi Gong e l’americanissima chiropratica: facile immaginarsi la potenziale clientela tra San Francisco, Hollywood e Los Angeles.

Il sito dell’Università, sotto la dicitura Dreams Come True (“si avverano i sogni”), dichiara che la Bibbia è “autorevole in maniera infallibile e unico ed esente da qualunque errore in qualunque campo“; sostiene la letterale esistenza di Adamo e di Eva come antenati di tutti i popoli, la letterale caduta e conseguente maledizione del creato, il catastrofico diluvio universale e l’origine di tutte le nazioni e lingue alla torre di Babele“; nonché la creazione del mondo che sarebbe avvenuto nei “sei giorni letterali della settimana della creazione“.

Per motivi ancora da accertare, lo scorso gennaio l’Università Oikos ha espulso One L. Goh.

Su wan Ko ha avuto successo ed è dimenticato.

One L. Goh invece, pur essendo un deciso loser, è diventato famoso.

Si è recato a Castro Valley, è entrato in negozio di armi.

Magari la Andreotti Firearm Sales, che sul proprio sito grida a lettere maiuscole SUPPORT OUR TROOPS. WITHOUT THEM WE WOULDN’T BE FREE (“sostiene le nostre truppe, senza di loro non saremmo liberi”).

Si è fatto impacchettare una pistola semiautomatica calibro 45, ha aspettato un paio di mesi e ha fatto visita alla sua ex-università.

Dove ha fatto mettere in fila alcuni suoi ex-compagni di studi e ha aperto il fuoco, uccidendone sette e ferendone tre: tra le vittime, una ragazza dall’evidente cognome Sikh, e una buddhista di etnia tibetana, ma nata in India, che solo l’Eterno nella sua biblica sapienza saprà cosa ci facessero lì.