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Lo “spostato” non fa più notizia

di Aldo Giannuli - 28/05/2012


Hyvinakaa, Finlandia, cecchino 18enne spara all’impazzata sulla folla ed uccide due persone (anche esse 18enni) e ne ferisce altre sette, poi si arrende.

Ovviamente, il gesto di un folle:

 

“La Repubblica” del 27 maggio 2012, pag  18 pezzo di taglio baso su 6 colonne su 78 righe

“Corriere della sera” p. 21, pezzo taglio basso, titolo 7 colonne, 108 righe

“Sole 24ore”  pag. 9, breve titolo su 1 colonna  21 righe.

 

Sui rispettivi siti la notizia è comparsa il 26 maggio ed ha resistito 24 ore.

 

Insomma, non pare che lo “spostato”, che sale sul tetto e fa una strage, faccia più notizia.

I  morti erano solo due? Se è per questo a Brindisi è morta una sola persona eppure ne stiamo parlando ancora dopo una settimana (giustamente).

Ma Brindisi è in Italia e Hyvinakaa nessuno sa dove si trovi. Vero, però anche Utoya è un posto sperduto in Scandinavia  e l’impatto mediatico fu enorme.

Ma ad Utoya i morti furono decine. Va bene: allora i direttori dei giornali ci dicano quale è il coefficiente minimo, ricavato dividendo il numero di morti per il numero dei Kilometri di distanza, per ottenere la prima pagina.

Scusate l’apparente cinismo di queste righe, ma il fatto che una notizia di questo tipo riceva così scarsa attenzione mi manda in bestia. Sarebbe il caso di protestare sui siti dei rispettivi giornali, vi pare?

Vero è che in Finlandia ci sono stati tre precedenti simili dal 2007, però non possiamo far finta di ignorare che questo è il sesto caso in dieci mesi di “folle solitario” che fa una strage. Può darsi che questo dipenda dal malessere sociale che esaspera i comportamenti estremi (e si pensi ai suicidi), può darsi che qualche “mano invisibile” stia eccitando questi comportamenti, può darsi anche che alcuni casi siano dovuti alla prima cosa ed altri alla seconda. Come vi pare, in ogni caso siamo di fronte ad una grave patologia sociale che non possiamo ignorare.

Sembra quasi che questa scarsa attenzione al caso finlandese contenga un sottomessaggio: questa è la nuova normalità, facciamoci il callo, perché altre ne vedremo.

Può anche darsi che ci sia una sorta di decisione di non enfatizzare casi del genere, per scoraggiare sindromi imitative di persone disturbate che, per avere un quarto d’ora di “celebrità”, fanno un massacro. E potrebbe anche starci, anche se la simultaneità con la quale tutti si sono adeguati a questo indirizzo (e considerando che non di pezzi di agenzia sembra trattarsi, ma di pezzi di propri corrispondenti), lascia pensare a direttive in questo senso. Il che sarebbe un fatto abbastanza allarmante.

Comunque la si rigiri, c’è qualcosa che non va.