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''Rachel Corrie morì per un incidente''. Il tribunale scagiona l'esercito israeliano

di Fabrizio Giusti - 28/08/2012

Fonte: ilpuntodivistaonline

Il bulldozer israeliano che investì e uccise nel 2003 la pacifista americana Rachel Corrie non agì con premeditazione. Un tribunale israeliano ha reputato «un incidente» la morte della donna, attivista filopalestinese. Il giudice della corte distrettuale di Haifa, Oded Gershon, ha stabilito che non ci sono stati errori nell’indagine interna dell’Esercito israeliano. Il conducente del bulldozer semplicemente non vide nulla. Rachel Corrie avrebbe potuto salvarsi allontanandosi dalla zona pericolosa, «come ogni persona di buonsenso». La sua morte morte è quindi stata «il risultato di un incidente che lei stessa aveva attirato su di sé». Esclusi, inoltre, rimborsi alla famiglia.

Rachel, durante la seconda Intifada, era attivista americana di Olympia. Al confine egiziano-palestinese, insieme all’International Solidarity Movement, collettivo di impegno pro-palestinese, si oppose ai mezzi pesanti che dovevano abbattere le case dei sospetti kamikaze a Rafah, nella Striscia di Gaza (le associazioni umanitarie calcolarono l’abbattimento di 1.700 abitazioni in quattro anni).

Richard Purssell, un testimone della morte dell’attivista, ha raccontato: «Rachel era su una montagna di terra, proprio davanti al finestrino del conducente. Mentre la pala spingeva il cumolo, lei è scivolata. Forse è rimasta intrappolata con un piede. Il conducente non si è fermato: le è passato sopra, e poi è anche tornato indietro».

Un tribunale ha cancellato ogni responsabilità. Rachel è morta per colpa della sua mancanza di buonsenso. Ma non sarà questo a cancellare il suo impegno e la sua battaglia di libertà.