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L’ultima dal ‘cilindro’ saudita: un “parco a tema” sul Profeta dell’Islam!

di Enrico Galoppini - 03/09/2012

Fonte: europeanphoenix




L’iconoclastia saudita, o meglio la tendenza del regime al potere in Arabia ad interpretare la religione dell’Islam con qualche ‘forzatura’, trova una nuova occasione di sfogo nell’idea di un “parco a tema” dedicato al Profeta Muhammad, il quale, ben che vada, si rivelerà una sorta di ‘Disneyland dell’Islam’, come paventa il sito Oumma.com.

Si potrebbe dire che i sauditi, assieme ai loro parenti-alleati degli “emirati” del Golfo, sono un vero vulcano d’idee e di progetti faraonici: dalle piste da sci negli ipermercati alle isole-mondo con complessi residenziali, dalle strade con asfalto da formula uno per sfrecciare coi loro bolidi alle pinacoteche per farvi affluire schiere di beduini estasiati da quella che qualcheduno ebbe a definire (a ragione) “arte degenerata”.


Il magnate immobiliare az-Zahrani – promotore dell’insolita iniziativa sulle cui buone intenzioni non dubitiamo - si dice animato dal desiderio di «cambiare l'immagine dell’Islam, per farvi così entrare – se Dio vuole - molte persone». Uno strano modo di favorire le conversioni… al cui confronto il consumato sistema dei “propagandisti” e dei “missionari” – francamente stucchevole come tutti i tentativi di “convincere gli altri” in maniera insistente - appare decisamente superato.

Di fronte a chi ha adombrato intenti “commerciali”, az-Zahrani li rigetta decisamente: «Non c’è un lavoro o un progetto personale, ma il progetto di tutta la nazione musulmana per combattere le immagini erronee sulla storia... ». E sin qui passi pure, vista l’islamofobia dilagante (alla quale, va detto, contribuiscono i comportamenti di alcuni musulmani), compresa quella sedicente “dotta”, senonché c’è da dubitare che a questo “parco tematico” potranno accedere frotte di non musulmani che così potranno ‘folgorarsi’, poiché l’Arabia Saudita non è propriamente al centro dei flussi turistici, e perciò viene il dubbio che iniziative di questo tipo siano destinate esclusivamente ai musulmani, sia locali che, soprattutto, provenienti da tutto il mondo, i quali potranno così aggiungere questa nuova ‘meta di pellegrinaggio’ alle altre stabilite dalla tradizione.

Sono milioni i metri quadri, tra Mecca e Gedda, su cui questa ‘città pedagogica’ dovrebbe estendersi. Il giornale saudita ar-Riyâd riferisce delle intenzioni di az-Zahrani, che prevede di tenere aperto il parco 24 ore su 24 (come i moderni centri commerciali… il mondo moderno non conosce ormai tregua), col pubblico che potrà accedere alla «più grande e completa biblioteca del mondo riguardante il Profeta» (mentre i loro amici incendiano le biblioteche islamiche altrove), potendo inoltre navigare sul «più importante sito internet tematico del mondo». Per di più – spiega ancora l’ideatore del parco – verranno installate delle copie di “pezzi rari” come quelle dei gioielli delle donne del Profeta, del mobilio, delle armi e delle monete citate nel Corano.

La domanda che si pone il sito Oumma.com è: «Questo progetto è veramente di pubblica utilità oppure si tratta di eresia?». La questione non manca di dividere e di suscitare tensioni. Aljazeera la tv di proprietà dell’emiro del Qatar in prima linea in certa “Primavera araba” e non altra - plaude all’iniziativa: «Dio l’ha ricompensato dei suoi sforzi facendogli dono di un’idea magnifica: un’esposizione permanente, con delle sezioni dedicate a ciascun aspetto della vita del Profeta». Il quotidiano di Gedda ‘Ukâz si pone invece delle domande per quanto riguarda il lato economico dell’iniziativa e parla già di “crisi del progetto”. Più critica ancora – per fortuna - la Commissione per le fatwa: «Si tratta di un’invenzione riprovevole, che svierà il popolo di Mecca», come riporta il Courrier International, il quale riferisce di un’altra recente follia saudita, quella della città delle donne”.

Ma su tutto grava una domanda imbarazzante: com’è possibile che in Arabia, un’Arabia diventata proprietà personale di una famiglia al punto da chiamarsi “Arabia saudita”, si pensa a costruire “parchi tematici” sul Profeta e si ostacolano in ogni maniera, al punto da ingaggiare un’apposita “polizia religiosa”, i riti di devozione – dalle riunioni di dhikr alle visite al cospetto della sua tomba a Medina – dedicati al Profeta stesso? Che cos’è questa sostituzione del reale, con effetti “operativi”, col virtuale? Il problema, come altrove, è sempre di “comprensione”: una volta rinunciato alla conoscenza “intellettuale” – ed anzi osteggiata in ogni modo - resta quella “mentale”, per sua natura illusoria, tra cui rientrano a pieno titolo anche la “curiosità” e le “emozioni” che una simile iniziativa punta a suscitare.