Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Governi che odiano i cittadini

Governi che odiano i cittadini

di Alba Ciarleglio - 24/10/2012

Fonte: albaciarleglio






Se devo dire la verità non avevo nessuna voglia di scrivere il sequel  dei governi che odiano i cittadini,
E non ne avevo voglia perché ho da tempo in cuor mio deciso di non seguire più i discorsi deliranti dei media, ma di rimanere "sul pezzo" e con la mente lucida sui problemi, e magari immaginare soluzioni.

Non ho più un partito, ne' una lista civica o movimento politico a cui appoggiarmi o in cui credere, ma lo ritengo positivo,  Joung affermava: credere? se - io so - non ho bisogno di credere. 
Una forte carenza di immaginazione attanaglia le nostre e le loro menti, e la politica, i partiti, e con essi, ogni gruppo che si limita a sostenere idee scritte e a perseguirle, è carente di immaginazione, obbliga a sottoscrivere pensieri e concetti che, nella rapidità con cui il mondo si apre a nuovi eventi paradigmatici, soffrono di obsolescenza precoce, come quando si acquista da "tutto ad un euro" e già mentre si torna a casa ci si accorge di dover buttare tutto... pensierini fragili, che si disfano impantanati davanti alla enormità di problemi che si aprono davanti a noi.

Ora ad esempio, a pochi mesi dalle prossime (inutili) elezioni, si torna a parlare di Tobin tax, di patrimoniale, di leggi contro la corruzione, quello che non viene chiarito, è che ogni provvedimento, nell'era globale, per poter funzionare, nella sua applicazione deve essere globale.

Intendo dire che la facilità con cui si spostano i capitali, vanifica ogni provvedimento, esistono paesi pronti ad accogliere i ricconi della terra, una tassa in Italia o in Europa li farebbe scappare altrove. Questo i governi lo sanno, e lo temono, sono promesse da marinaio.

Ma una specie di idolatria della carta stampata e della TV satellitare rende sacro tutto quello che dice il sig. Monti Mario, persino alcune banalità e certe battute english humour, che fanno così buona educazione che danno la nausea, soprattutto se si pensa che mentre lui fa battute, cittadini disperati si arrampicano, occupano, manifestano, inascoltati e derisi.

E fa male.
La santificazione di Monti fa parte dell'incantamento mediatico che tutti più o meno subiscono

Fa parte dell'incantesimo il Nobel all'Europa, la promessa di crescita, la glorificazione della moneta unica, il dibattito sul cambiamento della legge elettorale, tutto, tutto ciò di cui si discute non ha nessun riscontro con la realtà.
E' recentissima l'infelice battuta della Fornero sul consiglio ai giovani di non essere choosy nell'entrare nel mondo del lavoro. Forse pensava di essere davanti ad una platea diversa, o più semplicemente, non riesce neppure ad immaginare la realtà del paese che guida! 

Franco Arminio sul suo blog riporta le conclusioni di una giornata di riflessioni:  la modernità è finita, perché la rete in un certo senso ha sancito la fine di spazio e tempo, i pilastri su cui la modernità ha eretto i suoi edifici materiali e immateriali. Dire che è finita la modernità vuol dire che è finito il capitalismo e qualcuno dovrebbe spiegarlo ai teologi di una religione che ormai vive solo nel terrore di tenere in vita il suo unico idolo: il mercato.

Ecco, forse bisognerebbe proprio farglielo  sapere a questa gente.