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Quando il tempo era fatto di miracoli

di Chiara Frugoni - 25/10/2012



Il titolo in copertina dell'edizione italiana, Il tempo sacro dell'uomo, è allettante ed enigmatico. Solo all'interno si scopre che il soggetto è la Legenda aurea del domenicano Iacopo da Varazze, intendendosi in latino, come ovvio, per Legenda: cose che devono essere lette.
Questo libro d'oro, potremmo dire (che l'autore compose a partire dal 1260, ma al quale continuò a lavorare fino al 1297, anno della morte), fu, nel Medio Evo, il più letto dopo la Bibbia e subito tradotto nelle lingue volgari, compresa la nostra. Il successo fu dovuto all'abilità narrativa dell'autore, alla capacità di tenere chi legge col fiato sospeso, alla pervasiva e fiabesca presenza del meraviglioso nel racconto delle vite dei santi. Un libro che i laici leggevano più che volentieri (esorto a riprendere in mano la Legenda) ma che, secondo Le Goff, dissimulava la serietà di un impegno assai coraggioso da parte di Iacopo da Varazze, fornire una riflessione complessiva sul valore e sul significato del tempo, combinando tre dimensioni: «temporale, vale a dire il tempo ciclico della liturgia cristiana; santorale, il tempo lineare scandito dalla successione delle vite dei santi; escatologica, ovvero il cammino dell'umanità cristiana nel tempo fino al giudizio finale».
Il libro sostiene con molta determinazione tale tesi, spesso in disaccordo con quelle espresse da altri autorevoli studiosi con cui Le Goff polemizza in modo pacato ma fermo, procedendo con la sua limpida prosa avvincente. Il titolo francese: À la recherche du temps sacré, sottolineava, più di quello italiano, l'impianto ideologico che secondo Le Goff struttura la Legenda aurea, impianto che il grande medievista si propone di mettere in luce e dimostrare.
A lettura finita, mi è tornato in mente ciò che dicevano le compagne di Chiara. La santa spesso faceva venire in monastero predicatori colti, spiegando poi alle consorelle il contenuto e il significato di quanto udito: «Chiara godeva ad ascoltare un sermone dotto, pensando che dentro il guscio delle parole si nasconde la mandorla, che Chiara sapeva penetrare con acutezza, assimilandone tutto il sapore e il gusto». Jacques Le Goff, in un libro dove non mancano citazioni di brani assai godibili della Legenda aurea, ci porge la sua «mandorla», esponendo le linee di una approfondita ricerca.
Lode all'autore e all'editore che hanno fatto ritornare le note a piè di pagina: un ritorno da rimarcare, che permette a chi legge di formulare subito un giudizio senza distrarsi, costretto altrimenti a interrompersi, ad andare a cercare i riferimenti in fondo al volume, o peggio ancora, sollecitato a impigrirsi e accontentarsi, senza verificare. Immaginando che il libro sarà presto ristampato, sarebbe assai utile l'aggiunta di un indice dei nomi e dei luoghi: impossibile ricordare tutto, nella folla di santi e autori chiamati alla ribalta. (L'indice, oltre a essere di grande aiuto al lettore, permetterà di eliminare qualche difformità di citazione, ad esempio il Papa che ha consacrato il Pantheon, e altri piccoli refusi).
Jacques Le Goff sottolinea poi giustamente la precisione della collocazione storica dei personaggi da parte di Iacopo da Varazze, con scarti minimi rispetto alla realtà perché — nota acutamente Le Goff — Iacopo vuole convincere il lettore che tutto quello che egli apprende è vero: vere le storie dei santi, veri i miracoli e vere le cose meravigliose che accadono; rispettivamente, prodigi compiuti da Dio per mezzo dei santi, fenomeni sorprendenti, ma naturali. Le Goff si spinge a dichiarare che il titolo francese: «Alla ricerca del tempo sacro», sarebbe potuto essere sostituito con: «Alla ricerca del tempo vero».
Quando Iacopo scriveva la sua Legenda aurea il Purgatorio si era ormai affermato (qui il rinvio d'obbligo è al celebre volume di Le Goff stesso) e tale credenza aumentava la responsabilità dei vivi verso i defunti. Dio permette allora ai santi di scendere dal Paradiso sulla terra per indicare ai fedeli comportamenti virtuosi che abbrevino le pene dei loro cari; inoltre le preghiere dei santi sono efficacissime e ascoltate da Dio.
Ecco dunque che i santi hanno acquistato, nota sempre Le Goff, un'importanza maggiore rispetto al passato, perché, nella concezione ottimistica di Iacopo da Varazze, sono chiamati a portare in cielo la maggior parte degli uomini e tutte le anime purganti. Conclude Le Goff: «Il nostro domenicano vuole mostrare come solo il cristianesimo abbia saputo strutturare e sacralizzare il tempo della vita umana e accompagnare l'umanità verso la salvezza».

Il volume da oggi in libreria: Jacques Le Goff, «Il tempo sacro dell'uomo. La "Legenda aurea" di Iacopo da Varazze», traduzione di Paolo Galloni, Laterza, pagine 208, 16