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Montoni, Berluscani, Bersonti

di Paolo Bartolini - 11/12/2012



barando

Siamo troppo abituati a ragionare partendo dai singoli individui, imputando a ciascuno di loro piani e strategie per raggiungere obiettivi personali. Fino ad un certo punto questo può corrispondere al vero, eppure lo sguardo dovrebbe allargarsi per cogliere lo sfondo sistemico che dà senso alle molteplici traiettorie individuali. Ci accorgeremmo, allora, che gli agenti politici spesso lavorano per il mantenimento del Sistema anche quando sembrano opporsi frontalmente. Il ritorno in campo di Berlusconi, sicuramente motivato dalle sue angosce giudiziarie e dalla speranza di ritrovare quella centralità mediatica che alimenta la sua personalità narcisistica, va dunque letto come un movimento preciso dell’intero quadro politico della Casta. Lo hanno già capito coloro che si imbattono nel voluttuoso antiberlusconismo del centro-sinistra, che invoca il fronte comune per sconfiggere il mostro.

 

I mercati sussultano e la stampa estera teme per le sorti del Bel Paese. Quale sarà il risultato di questa ennesima farsa grottesca? Berlusconi si garantirà per anni una poltrona in Parlamento, Bersani potrà diventare Presidente del Consiglio e Monti continuare a dare il suo contributo per affossare l’Italia in nome di interessi distanti anni luce dai bisogni del popolo. Al di là di certi giochi speculativi, in certi ambienti sono sicuri di cosa continuerà. Leggiamo un po' cosa diceva ieri di Bersani il Wall Street Journal: «si atterrà strettamente agli impegni fiscali che l'Italia ha sottoscritto con i suoi partner europei, e non ritirerà le riforme in materia di pensioni e lavoro introdotte da Monti».

Il dramma del terremoto politico che sta avvenendo in questi giorni è dato dal fatto che stiamo assistendo a scosse che mirano ad un definitivo assestamento. L’unica possibilità di scombinare le carte è oggi nelle mani del Movimento 5 Stelle, o meglio in quelle di Grillo e Casaleggio. Saranno stanchi di sentirselo ripetere, ma è chiaro a tutti che da loro dipende la possibilità di inserire nuovi elementi che perturbino il Sistema e lo portino verso nuovi equilibri dinamici, ben diversi da quello attuale.

Per far questo non basta la contestazione del ceto politico italiano, piuttosto serve la disponibilità a costruire qualcosa che sia profondamente diverso dal finto bipolarismo presente in Italia da almeno vent’anni. E la diversità, quella vera e creativa, potrà venire solo dalle idee e dal livello morale, culturale e politico dei cittadini che le difenderanno in Parlamento.

Altrimenti sarà stato tutto inutile e dovremo ricominciare ancora una volta da capo, mentre nelle praterie della politica nazionale continueranno a scorrazzare impuniti montoni, berluscani e bersonti.