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Siria: cosa sta succedendo e per colpa di chi

di Francesco Mario Agnoli - 18/01/2013

A differenza di altri paesi  la politica  estera  non ha quasi mai avuto peso  sulle scelte  elettorali degli italiani. Tanto meno ne avrà  nel voto del prossimo febbraio e nella campagna in corso, tutta incentrata su economia,  finanza  e  tasse. Anche  la polemica per l'acquisto di due costosissimi sottomarini (così modesta  da essere sfuggita ai più) ha riguardato   solo l'importo della spesa e  non il futuro impiego dei due sommergibili. Del resto i partiti che contano (e anche la maggior parte di quelli che contano poco o nulla) non hanno interesse a mettere in campo un argomento sul quale nessuna distinzione è possibile, perché li trova tutti piattamente allineati sulle posizioni degli Usa e della Nato. Non mi resta, quindi, che considerare lo spazio che (contando sulla benevolenza del Direttore) dedico alla drammatica situazione siriana, una sollecitazione a ricordare  che non esiste solo la campagna elettorale italiana e che vi sono popoli ai quali l'Occidente  infligge sofferenze  ben più dolorose  di quelle finanziarie riservate a noi, civili membri dell'Unione europea.

    Quanto segue  è la trascrizione delle parti più significative delle dichiarazioni rese alla SIR (agenzia di stampa creata  della Cei)  da  mons. Giuseppe  Nazzaro, vicario apostolico ad Aleppo, sulla situazione nella quale  vivono (tentano di sopravvivere) gli abitanti di quella sventurata città, colpita non solo dalle bombe, ma anche dall'embargo voluto – dice mons. Nazzaro -  dalle  Nazioni Unite,  che “oltre a togliere i viveri ha privato la popolazione delle medicine. È chiaro che in una situazione del genere se nei campi dei rifugiati muore un bambino per il freddo, è normale visto che non ci sono neanche le medicine per curarlo. Siamo tutti senza gasolio, senza riscaldamento, senza gas per cucinare, senza elettricità e senza pane, senza quindi i più elementari mezzi di sussistenza. Ma noi qui abbiamo ancora un tetto sopra la testa, che ci protegge. Chi vive invece sotto una tenda e peggio ancora per la strada, come fa a sopportare il freddo? Qui la notte la temperatura scende sotto lo zero. Mi chiedo se i signori che siedono al Palazzo di vetro, si pongono questo problema”.

  Alla domanda  se vuole lanciare  un appello per la fine dell'embargo  il Vicario apostolico ha  replicato: “Io lancio un allarme non soltanto per l'embargo ma per tutta la situazione che siamo obbligati a vivere oggi. I potenti della terra che l'hanno causata, la devono smettere, la devono finire. Noi stavamo benissimo. Vivevamo in pace. Ci hanno portato una guerra che è diventata guerra fratricida, che sta distruggendo un paese che era bellissimo, ricco di storia, ricco di civiltà. Ed ora è tutto distrutto. Sono fatti di una storia che si ripete in tutto il Medio Oriente. Guardiamo per esempio che cosa sta succedendo in Egitto”.

   Monsignor Nazzaro  evidentemente non crede all'esportazione armata della democrazia. Anzi è convinto che non si tratti affatto di democrazia e spera (ma  non è così, perché l'esistenza in pace sotto Assad  è considerata non politicamente corretta) “che in Europa si sappia bene che cosa sta succedendo qui e in tutto il Medio Oriente e per colpa di chi. Questa è soprattutto una guerra di commercio. Siamo nella nuova colonizzazione, che si traduce: io vi do le armi, voi vi autodistruggete e poi vengo io a ricostruire tutto. Ma poi tutto questo è pagato con la nostra vita”. Un cristiano non perde la speranza che prima o poi  ci sia la pace, ma quando arriverà “sarà stata pagata a caro prezzo, al prezzo di tante vite umane che se ne sono andate via. E di tanti animi distrutti e angosciati, pieni di odio e di vendetta l'uno contro l'altro”.

   Così sollecitato sono andato a rileggermi il commento di fine anno di Riccardo Ruggeri, uno scrittore che preferisce la verità al politicamente corretto: “Il 2012 è stato l'anno che ha confermato l'idiozia delle élite occidentali che hanno voluto l'eliminazione violenta di due tiranni (Gheddafi, Mubarak) nella convinzione che la loro uccisione avrebbe facilitato l'arrivo di democrazie addirittura più avanzate delle nostre (i giovani al potere, con i gelsomini in bocca). In realtà, è avvenuta, com'era intuibile, l'andata al governo di nuovi leader più criminali dei predecessori: in luogo di Costituzioni civili hanno scelto la Sharia, la condizione femminile è peggiorata di molto, per dirne una l'orario di apertura dei negozi lo fissa il mullah. Le masse di piazza Tahir allora cinguettavano con Twitter chiedendo la libertà, ora sono muti, affamati vogliono il pane”.

   In Siria è ancora peggio. E non si tratta soltanto di idiozia.