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L’inganno svelato

di Alessandro Ricci - 13/03/2013

Fonte: lintellettualedissidente


Cavallo di Troia
Cavallo di Troia

Clowns, pezzi da museo, maschere oscene che come esercito invadono la mia patria e vengono applauditi. Ricordano i filmati dell’entrata dei “liberatori”, la gente assiepata nelle strade che li applaudiva fremente: I nuovi barbari, che masticavano chewing gum gonfi di whiskey sorridenti come può sorridere un americano. La massa informe gli gettava fiori addosso, festeggiava i boia che avevano inventato i bombardamenti a tappeto per massacrare le popolazioni civili. C’è un filo rosso che accomuna quei festeggiamenti, i primi speravano in una libertà sconfinata e in una democrazia popolare e non conoscevano l’infezione che avrebbero contratto, oggi si applaude e si da il consenso ad una nuova forma di barbarie preconfezionata e imposta in modo rigorosamente scientifico.
Quell’Italia che perse la propria dignità oggi perde qualcosa di più grande. Non c’è un progetto politico, solamente voglia di cambiamento, di buttare a mare tutto. Suona a morte la campana della politica scavalcata da un nuovo movimento che paradossalmente affascina sparando a 360 gradi. Che incarna tutto e il contrario di tutto. Proposte zero e una maionese impazzita che si appropria persino dell’idea del signoraggio e di uscita dall’Europa. Ma questo movimento di protesta fa saltare i fragili contenitori politici, che si trovano improvvisamente a fare i conti con qualcosa di alieno. E qui che scatta la vecchia formula dell’accomodamento, uniamoci in modo scaltro per contrastare questa trave messa di traverso contro i nostri interessi politici ed economici.
Come possono stare insieme forze politiche, quali sono i punti contatto? Come una banda del cartello colombiano si deve cancellare l’avversario. Nella stazione centrale del potere tutte le locomotrici sono ferme inerti, sono nude e mostrano larve, scorie putrescenti. La casta si unisce contro, non c’è nessuna riflessione profonda, nessuna auto critica, è l’epoca dei grandi saldi, sono pronti a svendere anche l’anima per un brandello di poltrona e nel frattempo un giovane, che non è il salvatore della patria, viene invocato dal popolo ma le cariatidi della politica hanno deciso che deve restare al palo. A fronte di una sinistra arcaica e borghese c’è un partito che vive sulla scia di un vecchio prestigiatore anche lui colpevole dello sfascio nazionale. Altri soggetti politici scompaiono per sempre dall’agone politico, e quei movimenti che rappresentano forze autenticamente rivoluzionarie restano stritolate da uno sbarramento creato proprio per silenziare quello che potrebbe, forte di una tradizione politica, rappresentare un pericolo. Non voglio parlare di Rifondazione comunista o di Forza nuova, correrei il rischio di essere banale, ma fino a un certo punto perché pur essendo delle minoranze, potrebbero essere propositive per dare un apporto e soluzioni interessanti.
Non si comprende che usciremo fuori da questo decadimento solo con un radicale cambiamento morale, perché bisogna insegnare agli uomini ad amare e a credere a un ideale superiore, al servizio di una causa che va al di la dell’uomo che tutto esige senza niente promettere, conta soltanto la qualità dell’anima, quel giardino fiorente che oggi vive sospeso deve prendere corpo. Si deve usare il diserbante per levare la mala pianta e i mercanti del tempio devono essere messi in condizione di non agire per sempre. Ci vuole un moto, uno scatto dell’anima, per volare più alto dal tempo miserabile che ci opprime. L’aria pura del cielo si deve svincolare dallo smog, dai veleni per dare un senso, uno scopo. E noi che siamo e viviamo come apolidi, possiamo ritrovare quella patria e il piacere stupendo di esercitare quel diritto inalienabile che si chiama politica, una meta politica che si riallacci al filo della tradizione, al diritto, all’autodeterminazione di un popolo troppo a lungo calpestato dal potere mondiale. E allora dopo la scomparsa dell’odierna politica che ha mostrato il volto dell’inganno e della menzogna, atterrita da un comico, solo allora si potrà ricostruire uno Stato degno di questo nome.