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La mafia di Bush e l’armamento di Saddam Hussein

di Dean Henderson - 24/03/2013


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La lega criminale di Bush
Nel 1984 il vicepresidente George Bush fece pressione sul presidente dell’Export-Import Bank (BEI) William Draper affinché fornisse al governo di Saddam un miliardo di dollari dei contribuenti  USA in prestiti garantiti per il progetto di un gasdotto in Iraq. Bush ricevette una nota segreta dall’assistente per il Medio Oriente del segretario di Stato Richard Murphy, la cui Murphy Associates poi ripulì il Kuwait, che diceva: “liberalizzare i controlli sulle esportazioni, aiutare l’Iraq a costruire il gasdotto per il porto giordano di Aqaba, organizzare il finanziamento Ex-Im“. [580] Il gasdotto fu costruito dalla Bechtel, dove il segretario di Stato di Reagan e membro del CFR, George Pratt Schultz, era direttore. Nel 1987 Bush incontrò l’ambasciatore iracheno negli USA Nizar Hamdoon per promettere agli iracheni tecnologia militare. Bush intervenne sul presidente della BEI John Bohn, convincendolo a fornire altri 200 milioni di dollari a Saddam. Bohn era titubante perché l’Iraq aveva un ben noto record d’insolvenza sui prestiti. A partire dal 1986, doveva oltre 100 miliardi di dollari ai governi occidentali. Gran Bretagna, Francia e Giappone avevano sospeso tutti i prestiti all’Iraq.
A Bush non importava se l’Iraq era in default, lasciando i contribuenti statunitensi in asso, fin quando i suoi compari del petrolio e della difesa ci avrebbero guadagnato anche un dollaro con l’Iraq. Nel 1984-1989 5miliardi di dollari finirono nei prestiti della Commodity Credit Corporation e della BEI all’Iraq. Le imprese dalle capaci casse, oggetto del finanziamento della BEI tramite la Banca Nazionale del Lavoro (BNL), includevano Snap-On, Bristol Meyers, Dow Chemical, John Deere, Warner Lambert, Singer e Cyanamid International. Nel 1989, due anni dopo che Saddam aveva gasato i curdi, Bush firmò l’NSD-26 che impegnava gli Stati Uniti a “migliorare e ampliare i nostri rapporti con l’Iraq“. L’Iraq era entrato a far parte dell’effimero Consiglio di cooperazione arabo, orchestrato dagli USA, assieme a Egitto, Yemen del Nord e Giordania. Gli iracheni ebbero armi e grano dagli Stati Uniti, mentre i quattro cavalieri ebbero del petrolio iracheno a buon mercato. Nel 1988 gli Stati Uniti acquistavano solo 80.000 barili di greggio al giorno dall’Iraq. Nel momento in cui Saddam attaccò il Kuwait, la cifra era salita a un milione di barili/giorno, secondo una nota del dipartimento di Stato, in “condizioni favorevoli”. Poco prima della mossa di Saddam in Kuwait, gli Stati Uniti aumentarono drasticamente le importazioni di petrolio dal Kuwait a 1,1 milioni di barili/giorno. L’Exxon ne era il più grande acquirente. Nei mesi precedenti la guerra del Golfo, il dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti acquistò 3,4 milioni di barili/giorno dal Kuwait. Nel 1991, i prestiti della BEI cominciarono ad invadere il Kuwait per finanziare il partito della ricostruzione dei Fortune 500.
Nel gennaio 1990 Bush approvò lo status commerciale preferenziale per il regime iracheno, poco dopo che il Congresso aveva votato per vietare ogni prestito all’Iraq. Quello stesso mese l’Harken Energy si aggiudicava la più grande concessione petrolifera off shore al largo delle coste del Bahrain. L’Harken era controllata da George W. Bush, che aveva ricevuto 50.000 dollari in capitali di avviamento, possibilmente dallo sceicco saudita bin Ladin, per lanciare il predecessore dell’Harken, l’Arbusto Energy con il supporto della Halliburton e del Vicepresidente di Bush Jr. Dick Cheney. [581] Il procuratore Allen Quasha girò l’affare alla Harken di Bush Jr., così come l’insider alla Nugan Bank, suo padre William, aveva fatto nel 1961 aiutando George Bush Sr. ad ottenere i diritti per perforare il primo pozzo petrolifero in Kuwait, per conto della narco-impresa Zapata Offshore Oil. [582] Bush Jr. vendette la sua quota del 66% della Harken, con il 200% di profitto, giusto prima che “esplodesse” l’operazione Desert Storm. Secondo il procuratore di Pittsburgh Marion Gasior, molte aziende che fornivano armi all’Iraq avevano legami con gli aristocratici della Brown Brothers Harriman, dove nonno Prescott Bush aveva lavorato. Dopo la guerra del Golfo, il presidente Bush firmò un ordine esecutivo, esentando undici alti membri del suo gabinetto dai conflitti d’interesse generati dalle loro partecipazioni azionarie nelle imprese che avevano tratto profitto dalla guerra. Tra di loro c’era il segretario di Stato James Baker, che deteneva azioni di Exxon, Texaco, Amoco e altre compagnie petrolifere che ebbero enormi profitti durante la Guerra del Golfo. Baker controllava azioni di Chemical Bank, Salomon, Smith Barney e dell’industria della difesa United Technologies. Inoltre furono esentati Eagleburger e Scowcroft della Kissinger Associates, che ne uscirono egualmente puliti. Scowcroft aveva portafoglio di un milione di dollari di azioni in 40 società, tra cui gli 11 principali appaltatori della difesa e diversi giganti petroliferi. Le sue partecipazioni più rilevanti erano di Mobil, Westinghouse, Monsanto, Lockheed, ITT, Halliburton, Bank of America, Lehman Corporation, General Motors, General Electric e Royal Dutch/Shell. [583]

Armi di distruzione di massa a chiunque?
map_of_iraq.gifLa BNL era il canale principale attraverso cui si finanziavano le vendite di veicoli della General Motors all’Iraq. Una buona fetta di Wall Street agiva con la BNL in modo simile. Più inquietante è il fatto che la BNL stesse segretamente fornendo a Saddam Hussein una vasta gamma di alta tecnologia militare, un know-how approfondito per la sua ricerca di armi di distruzione di massa. Saddam ricevette software militare sensibile, saldatrici a fascio di elettroni per l’arricchimento dell’uranio, computer mainframe per la difesa, rari lubrificanti per l’arricchimento dell’uranio e un processore in fibra di vetro per produrre ogive per i missili Scud. Brett Coulson, che sedeva nell’NSC di Bush nel 1989-1991, disse poi, “Sapevamo che l’Iraq stava progredendo sul nucleare, e nei programmi di armi biologiche e chimiche“. [584] Bechtel e Lummus Crest costruirono gli impianti PC-1 e PC-2 in Iraq, che producevano ossido di etilene e glicole etilenico, componenti chiave per produrre thiodiglicole, da cui Saddam traeva il gas mostarda usato contro i curdi nel 1987. Soldati statunitensi che combatterono nell’operazione Desert Storm testimoniarono che barili di agenti chimici che si trovano in bunker iracheni, avevano la dicitura “Made in America”. Nel 1988-1989, Reagan/Bush inviarono il gas nervino binario VX in Iraq, in violazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 598. Dopo l’invasione dell’Iraq, nel 2003, le truppe statunitensi trovarono taniche di VX nel deposito di armi Alcaca. Le polizze di carico  dimostravano che il Carlyle Group aveva effettuato le spedizioni. [585]
I doganieri europei tenevano d’occhio Euromac, che attraverso i suoi uffici italiani e britannici agiva come ente per l’acquisizione di armamenti dell’Iraq in quel continente. L’Euromac una volta cercò di ottenere un circuito per una bomba nucleare dalla CSI Technologies, una società californiana. La CSI informò la CIA ma non ebbe risposta. Bryan Seibert, capo dell’Ufficio classificazione e tecnologia del dipartimento dell’Energia, ebbe una risposta simile dall’unità di intelligence del dipartimento, quando gli disse delle sospette proposte irachene. L’Euromac era diretto dal dr. Safa Haji al-Habobi, che guidava il ministero della produzione industriale e militare iracheno e supervisionava il complesso militar-industriale iracheno NASSR. Al-Habobi gestiva anche la Matrix-Churchill del Regno Unito e la Babil International di Parigi, due delle principali facciate irachene per l’acquisizione di armi della BNL. Armi, spesso finanziate dalla BNL, vennero contrabbandate in Iraq attraverso i contatti della BNL in Europa orientale, che venivano compensati con lo stesso tipo di prestiti versati dalla CCC all’agente del Mossad Gerald Bull e alla Cargill continental. [586] La CIA sapeva di almeno cinque offerte, finanziate dalla BNL nel 1985-1990, vincolate all’industria della difesa irachena, ma Bush e il segretario al commercio, l’insider della Texas Commerce Bank Robert Mosbacher, dissero alla propria gente di approvare i contratti da 1,5 miliardi di dollari. [587] Rockwell International, Hewlett-Packard e Tektronix furono tra quelli che beneficiarono dell’empatia di Mosbacher per Saddam Hussein. Una volta che la BNL si accordò con la Banca centrale irachena, vi furono oltre 3.000 righe di telex sui detonatori nucleari tra le due.
La CIA disse al segretario di Stato James Baker delle capacità nucleari irachene, nel settembre 1989. Un mese dopo, Baker assicurò il ministro degli Esteri iracheno che i controlli sulle esportazioni verso il suo Paese non sarebbero stati irrigiditi, approvando anche un pacchetto da un  miliardo di dollari in aiuti alimentari a Baghdad. Nel luglio del 1989 la task force di monitoraggio sui rapporti dell’intelligence sull’Iraq del dipartimento dell’Energia, venne improvvisamente sciolta. La CIA non solo sapeva che gli esportatori statunitensi di materiale sensibile in Iraq erano società di copertura irachene, ma che gestivano anche molte di queste facciate. Secondo il Senate Intelligence Committee, sia la RD&D che la Rexon Tecnology erano facciate usate dalla CIA per armare l’Iraq. Dale Toler, capo della RD&D, aveva lavorato alla NSA. William Muscarella, presidente di XYZ Options, disse che la CIA era pienamente consapevole che la sua ditta addestrava tecnici iracheni a Topeka, Kansas, per gestire una fabbrica di armi segreta da costruire nel complesso iracheno di al-Atheer. Nel 1987, il dr. Richard Fuisz fu invitato a visitare un impianto della Terex a Motherwell, in Scozia. La Terex era stata scorporata l’anno prima dal membro dell’US/Iraqi Business Forum e cliente della BNL, General Motors. Fuisz testimoniò al Congresso che vide autocarri fuoristrada i cui cassoni ribaltabili erano stati sostituiti con lastre di metallo forate. Il direttore dello stabilimento gli disse che i camion sarebbero diventati dei “lanciarazzi per l’esercito iracheno“. In seguito furono dotati di missili Scud lanciati contro le forze USA e Israele durante la guerra del Golfo. [588]
La Canira Technical Corporation irlandese fu un’importante facciata per l’acquisto di armamenti iracheno, come la Kintex della Bulgaria. La Kintex, come la milanese Stibam Corporation che gestì l’affare del rilascio degli ostaggi degli iraniani, era una società di copertura dei fascisti turchi dei Lupi grigi, che usavano questo conglomerato di Sofia per il contrabbando dell’eroina della mezzaluna d’oro in Europa attraverso la Bulgaria. Quando lo Scià di Persia fu deposto, i Lupi grigi trovarono un nuovo fornitore nei mentori dei mujahidin afghani e pakistani. Ora usavano la loro facciata della Kintex per armare Saddam, con strizzatina d’occhio e cenni del capo di Langley. Bert SerVass, un amico di Indianapolis della famiglia Quayle e principale sostenitore dei reverendi Pat Robertson e Robert Schuler, ottenne dalla BNL i finanziamenti per la sua Servass Inc. per costruire un impianto per il riciclaggio dei bossoli di ottone in Iraq. SerVass ebbe l’aiuto del vicepresidente Dan Quayle, la cui famiglia controlla la Eli Lilly, in cui il capo di Dan, George Bush, era stato amministratore delegato. La nomina di Quayle a vicepresidente era presumibilmente un rimborso per il finanziamento dal gigante farmaceutico della carriera politica di Bush. Servass era presidente del Consiglio comunale di Indianapolis, proprietario del Saturday Evening Post, agente dell’OSS in Cina e sostenitore del regime dell’apartheid sudafricano. Un autore del Post una volta raccontò di come SerVass volesse scrivere un articolo, su richiesta di Richard Helms, esaltando le virtù della CIA. Lo scrittore disse che quando SerVass chiamava Helms, “andava subito dritto avanti“. Indianapolis è anche la sede del killer della CIA John Hull. La BNL si assunse un prestito della American Bank & Trust Company (ABTC) di Tulsa alla società metalmeccanica di Stato dell’Iraq. Il presidente della ABTC, Fred Henke, portò l’Utica National Bank & Trust a prestare dei milioni alla Global International Airways di Farhad Azima, fondamentale nello sforzo di Reagan per armare gli ayatollah. L’ex presidente della ABTC, Victor Thompson, fu costretto a dimettersi a causa di irregolarità mentre guidava la Synthetic Fuels Corporation di Reagan. Il figlio di Robert Thompson formò una società di consulenza con Prescott Bush nel 1983. Agì come factotum nelle amministrazioni di Reagan e Bush padre. Entrambi erano sotto inchiesta da parte del Congresso per traffici con l’affarista e saccheggiatore di risparmi dell’Arizona, dall’appropriato nome di James Fail. [589]
Anche i tedeschi presero parte all’affare. Krupp-Widia e Hertel vendettero all’Iraq utensileria in carburo di tungsteno per produrre proiettili di artiglieria, fabbricata dalla Kennametal di Latrobe, Pennsylvania. Ironia della sorte, quando un missile Scud iracheno colpì una caserma statunitense a Dhahran, Arabia Saudita, durante la Guerra del Golfo, la maggior parte dei 28 soldati statunitensi rimasti uccisi era di Latrobe. La Kennametal ebbe a che fare con la Matrix-Churchill e il trafficante d’armi cileno Carlos Cardoen, nel rifornire il complesso per le munizioni iracheno NASSR. Altre società tedesche che contribuirono alla costruzione del complesso militare iracheno sono Daimler-Benz, Messerschmitt, Gildemaster, Ferrostaal, Thyssen, SMS Hasenclever, Karl Kolb e Siemens. Karl Kolb controllava l’impianto pilota costruito per il complesso per la produzione di armi chimiche di Samarra, che produsse l’iprite usata contro i curdi. La Siemens fornì a Saddam tecnologia nucleare sensibile. [590] Il progetto Condor II era un programma militare congiunto tra Argentina, Egitto e Iraq finanziato dalla BNL, con contratti con Mack Truck, Hewlett Packard, Halliburton Dresser Industries, Caterpillar, Ingersoll Rand e Mannesmann Demag. La BNL finanziava la vendita di armi francesi all’Iraq, nel 1984, per conto della Luchaire, il più grande produttore privato di armi della Francia. Nel 1989 la BNL era uno dei due principali istituti di credito in Messico, dove il presidente Carlos Salinas e suo fratello Raul erano occupati nel riciclaggio di denaro della droga attraverso la Texas Commerce Bank di James Baker. La BNL era diventata un canale della NATO per l’attività della massonica P-2 e per le vendite di missili Sidewinder all’Italia, finanziate dagli Stati Uniti nel 1986. L’agente doppiogiochista Aldrich Ames aveva un conto presso la BNL di Roma.
Quando scoppiò lo scandalo BNL, 68 documenti del dipartimento del Commercio furono modificati sostituendo “commerciale” a “militare”. Il sottosegretario al Commercio Dennis Kloskie, cui fu ordinato di modificare i documenti, poi disse che le sue azioni furono approvate da un organo inter-agenzie. Norman Bailey della NSA ammise, “...le autorità sapevano tutto e approvavano. Usavano questo canale per il finanziamento di talune attività.” L’Iraq acquistò armi per un valore di 46,7 miliardi dollari negli anni ’80, la più grande acquisizione di armi moderne di un Paese del Terzo Mondo. Tale acquisizione fu finanziata dalla BNL, con la tacita approvazione del governo degli Stati Uniti. Quando l’Iraq andò in default sui mutui della BNL, i contribuenti statunitensi de facto pagarono Saddam Hussein nella sua corsa allo sviluppo di armi di distruzione di massa.

Note
[580] “Bush Lobbied to Aid Saddam for Years”. Los Angeles Times. 3-3-92
[581] The Outlaw Bank: A Wild Ride into the Heart of BCCI. Jonathan Beaty and S.C. Gwynne. Random House. New York. 1993. p.226
[582] “Arming Saddam Hussein”. Patrick Barnard. Commonweal. 6-5-92
[583] “Kissinger Associates, Scowcroft, Eagleburger, Stoga, Iraq and BNL”. Chair Henry Gonzalez. H2694. Senate House Banking Committee. 4-28-92
[584] “US Contributed Significantly to Saddam’s Bomb Arsenal”. AP. Northwest Arkansas Morning News. 11-1-92. p.1
[585] “Paranote”. Paranoia. #41. Spring 2006. p.64 (waynemadsenreport.com)
[586] “Arming Saddam Hussein”. Patrick Barnard. Commonweal. 6-5-92 p.5
[587] “CIA Knew about Defense Sales to Iraq”. Rocky Mountain News. 10-30-92
[588] Shell Game: A True Story of Banking, Spies, Lies, Politics and the Arming of Saddam Hussein. Peter Mantius. St. Martin’s Press. New York. 1995. p.80
[589] American Banker/Bond Buyer. 4-27-92
[590] “My Advice to the Privileged Orders”. Chairman Henry Gonzalez (D-TX) H206. Senate House Banking Committee. 2-3-92

Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora