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Eurozona, quando Fantozzi si crede l’ispettore Callaghan

di Pier Paolo Dal Monte - 13/04/2013


Molti ricorderanno il famoso discorso di Mario Draghi pronunciato nel luglio scorso, quando, con un cipiglio da ispettore Callaghan pronunciò le seguenti parole: “ECB will do whatever it takes to preserve the euro…..and believe me: it will be enough”. Sembrava proprio dirty Harry – l’ispettore senza macchia e senza paura interpretato da Clint Eastwood- quando pronuncia la sentenza di morte per il cattivo di turno, prima di premere il grilletto della sua 44 magnum e sancire il trionfo della legge sul crimine.

Certo, i cittadini dell’Eurozona, avrebbero dovuto sentirsi rassicurati e protetti da cotanto cipiglio, dalla faccia dura e implacabile di colui che governa la massima autorità monetaria del vecchio continente che sembrava dire: «Non preoccupatevi, io vi proteggerò in mezzo alle tempeste della vita, salvaguarderò i vostri risparmi, la vostra serenità»

Poi, con lo scorrere del tempo, gli stessi cittadini allora rassicurati, hanno cominciato a notare che la 44 magnum allora sfoggiata era, in realtà, una scacciacani, buona tutt’al più a fare un po’ di rumore. E colui che si era atteggiato a ispettore Callaghan non assomigliava affatto a quell’eroe senza macchia e senza paura, ma era molto più simile a tal Fantozzi ragionier Ugo quando faceva il gradasso e dava calci alla propria bianchina per sembrare “a la page”.

Ebbene sì, le plance di comando di quest’Unione europea che si sta rivelando sempre più grottesca, sono assai simili alla macchietta creata da Paolo Villaggio, che non è più soltanto caricatura dei vizi dell’italietta che fu, ma ha assunto respiro continentale, in quanto simboleggia la goffaggine con la quale, negli ultimi tempi vengono affrontate le crisi nell’Eurozona.

Basta osservare i volti degli insipienti burocrati che gestiscono le sorti dell’Europa, i volti dei Van Rompuy, dei Barroso, o della new entry a capo dell’Eurogruppo, quel Jeroen Dijsselbloem (il cui occhio, se fosse quello di un pesce sul banco di una pescheria, sconsiglierebbe l’acquisto da parte di chiunque, in quanto segno infallibile di incipiente putrescenza), per esclamare con orrore «Mio Dio, ma in che mani siamo!»,

Il caso di Cipro è emblematico della goffa dabbenaggine (o della colpevole protervia) con la quale vengono affrontate le crisi subentranti che colpiscono, come tanti birilli, i paesi periferici dell’Eurozona. Le cifre in gioco erano tali che l’ispettore Callaghan dell’Eurotower, avrebbe potuto risolvere il caso in maniera semplice e immediata, un bell’LTRO e si sarebbe chiusa lì.

Invece no, cosa si fa, prima si sigillano le banche e poi, dopo un tira e molla durato diversi giorni si decide di “tosare” in maniera cospicua i depositi bancari sopra i 100.000 euro. Oh, non c’è che dire, una mossa estremamente abile. «Sì, ma… -dirà qualcuno- …ma quelli erano i soldi degli oligarchi russi e di chissà quali altri riciclatori che approfittavano delle condizioni vantaggiose che l’isola offriva». Sì, risponderemmo noi, ma nessuno se n’era accorto, prima di fare entrare Cipro nell’Unione monetaria? E poi- orsù- che cos’è questo facile e gratuito moralismo? Perché gli emiri Qatarini (o Kuwaitiani), dai quali Monti andava a questuare col cappello in mano, sono forse virtuosi e immacolati come gigli, e gli oligarchi russi brutti sporchi e cattivi? (sempre che di oligarchi si trattasse perché, come diceva Don Alfonso, “nessun lo sa”).

Al di là delle considerazioni sull’appartenenza dei denari che sono stati requisiti, in questo caso è stato fatto tutto ciò che non si doveva fare. L’esistenza delle banche, di tutte le banche, non solo di quelle cipriote, si basa sulla fiducia che, se si depositano i propri quattrini nei loro forzieri, questi rimangano disponibili per il depositante e di sua proprietà. Invece, a Cipro l’”uomo nero” si è appropriato del salvadanaio e ha detto «Ve lo restituisco soltanto se voi mi date un pizzo, quasi la metà dei vostri soldi. E siccome sono l’uomo nero e voi soltanto deboli bambocci, posso fare questo con tutti i salvadanai de continente”

Scrisse Elemire Zolla: «La Banca vive nella misura in cui non ci si affolli a ritirare i depositi. Non si creda che la banca abbia, sia, il valore: essa lo produce pretendendo di averlo. Vive di fede. Guai a voler toccare i soldi dalla banca del Tempio»(3)

Signori, da questo momento nessun deposito bancario è più sicuro. Ringraziamo sentitamente i ragionier Fantozzi che comandano la baracca. Almeno abbiamo capito che é iniziato il count down per la fine dell’Euro

(1) La BCE farà tutto cio che sarà necessario per preservare l’euro….e, credetemi, sarà abbastanza

(2) Long Term Refinancing Operation o piano di rifinanziamento a lungo termine

(3) E. Zolla, Le meraviglie della natura, Marsilio, Venzia,1991