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Francia: il giorno di gloria non arriverà

di Arthur Herlin - 05/06/2013

Fonte: L'intellettuale dissidente


Strana atmosfera in Francia. Il Presidente Francois Hollande, a picco nei sondaggi, sembra essere rinnegato...

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Strana atmosfera in Francia. Il Presidente Francois Hollande, a picco nei sondaggi, sembra essere rinnegato dal popolo. Non passa un giorno senza che un ministro socialista si faccia fischiare durante un qualsiasi spostamento. Qual è l’origine di questo marasma? Difficile da dire, tanto che ogni settore della società è in crisi.

Non sarà sfuggito ai nostri amici italiani sino a che punto il “matrimonio per tutti” divida i francesi. Centinaia di migliaia di individui sfilano in piazza ogni mese. Famiglie equilibrate e composte da persone ordinarie si mobilitano da quasi un semestre. “Brava gente” come si diceva un tempo, garanti della nostra società da più di 2000 anni. Possiamo legittimamente domandarci in che stato sarebbe la società se la maggioranza delle famiglie fosse stata omosessuale sin dall’antichità? Che ci si ponga contro o a favore, era veramente questo il momento opportuno per crucciare il popolo francese di un simile cambiamento culturale? Questo matrimonio vale tanto da scindere in due la società e indebolire ancora il tessuto sociale già magro e perciò cosi prezioso oggigiorno?

Il nostro governo non è ottuso, e sa che la risposta è negativa. Persegue il processo di disorientamento delle popolazioni. Condizione indispensabile per applicare quei rimedi che rifiuterebbero se fossero coscienti. Bisogna dire che la base francese è scombussolata da decenni, tramite riforme di ogni tipo (università, ministeri, ospedali, pensioni, etc…). Non è nuovo, sembra il trattamento dell’elettrochoc applicato ai pazienti attinti da una psicopatologia. Lo psicopatico essendo spesso un individuo che rifiuta la sottomissione.
Si aggiunge alle riforme una dose massiccia di violenza tramite gli interventi militari più insensati gli uni degli altri: Serbia, Iraq, Afghanistan, Libia e adesso Siria e Mali. Il tutto decorato da una minaccia terrorista costante e ambigua. (cf: Mérah, che dopo aver viaggiato in Israele, uccide dei soldati francesi d’origine araba, poi dei bambini ebrei – storia assurda, inchiesta incoerente – fine spedita, morte di Merah). In un contesto simile, la famiglia resta l’ultimo rifugio per preservare un minimo di armonia nella società. E attaccandosi al matrimonio, il sistema vuole rendere gli individui più vulnerabili… e così più malleabili.

Il governo francese si attacca alle questioni sociali mentre l’Unione Europea si impone su questioni di ordine tecnico: permettendo alle industrie (articolo 63 del TFUE) di delocalizzare indefinitamente nei Paesi del Terzo Mondo, la Francia perde 800 posti di lavoro ed un’industria ogni giorno. Con la PAC, siamo passati da 3 milioni di agricoltori a 400 000.

Il riscontro è allarmante, allo stesso modo, per la Difesa. Il nostro esercito assomiglia a quello che avevamo nel 1939: abbiamo attualmente più di 5000 generali quando non ce ne servirebbero che 250: questo eccesso costa una fortuna allo Stato posto che i bilanci sono ridotti. In parallelo certi problemi informatici impossibilitano migliaia di militari di percepire il loro salario. Questo triste riepilogo spiega il morale disastroso dell’armata francese appurato recentemente da una commissione pubblica.

L’atmosfera in Francia è particolare: numerosi sono gli specialisti che sollevano questi problemi, ma una parte coerente della popolazione resta cullata dalle illusione. Bisognerebbe dire che l’industria dell’intrattenimento è al suo apice. Media e spettacolo aggiungono del non senso ad una situazione già insensata. I risultati sono congruenti: la società francese è in una situazione di asfissia che impedisce di reagire in modo adatto. Benché il dibattito sia vivo in determinati contesti, i cittadini francesi sono incapaci di mostrarsi all’altezza della loro reputazione di “révoltés”.