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Utopie

di Guido Dalla Casa - 10/11/2013

 

Premesse

Oggi sappiamo che:

 

-         Siamo parte dell’Ecosfera come cellule appartenenti a un Organismo e quindi possiamo vivere solo quando l’Ecosfera è in buona salute: dobbiamo seguire le norme che ne consentono la Vita;

-         Il numero massimo di umani che la Terra può supportare è limitato. Gli studi più attendibili in proposito danno valori attorno ai due miliardi di individui, come media grossolana in funzione dei consumi e del modo di vivere. Numeri più alti possono persistere solo per tempi limitati;

-         L’Ecosfera ha impiegato quattro miliardi di anni per divenire ciò che è, o che è stata fino all’inizio dell’éra industriale;

-         L’Ecosfera è un sistema altamente complesso, con moltissime variabili e retroazioni, mentre il sistema economico ha una sola variabile (il denaro): l’economia dipende dall’Ecosistema ma non può integrarsi se non ne segue le esigenze vitali. L’economia è un dettaglio dell’ecologia e non viceversa;

-         L’Ecosfera è in grado di autoripararsi (omeostasi) mantenendo la sua struttura,  la sua vita e la sua creatività solo se ha un alto livello di biodiversità;

-         L’energia che fluisce attraverso l’Ecosfera e la mantiene in vita proviene dal Sole, che tiene in vita tutti gli esseri senzienti, in gran parte attraverso il processo ciclico fra la funzione clorofilliana e la respirazione;

-         Non vi può essere una crescita continua dell’economia: si tratta di un fenomeno impossibile. E’ necessario svincolare totalmente l’occupazione dallo sviluppo economico, lavorando di meno e abolendo la distinzione fra lavoro e tempo libero. Occorre gestire il transitorio verso una situazione stazionaria con consumi molto inferiori a quelli attuali;

-         La competizione e il desiderio continuo dei beni materiali non sono caratteristiche universali dell’umanità, anzi sono in generale proprie di una particolare cultura umana, anche se sta invadendo tutto il mondo.

Provvedimenti

    Se teniamo conto di quanto sopra detto, i provvedimenti che sarebbe necessario  adottare sono, in generale:

-         Ridurre la popolazione umana: un modo potrebbe essere l’istruzione capillare, l’abolizione del condizionamento delle istituzioni religiose e di quelle che vogliono ridurre l’umanità a una massa informe di consumatori. Con queste premesse, è probabile che una coppia normale non desideri più di due figli. Poiché circa un quinto degli umani non forma coppia, non può avere figli o non li desidera, lentamente l’umanità scenderebbe a un numero accettabile, nel giro di alcuni secoli;

-         Mantenere molti e vastissimi spazi per gli ecosistemi naturali, in modo da garantire una vita degna a tutti gli esseri senzienti;

-         Ridurre drasticamente il consumo di carne, fonte di gravissimi guai per la Terra. Ad ogni passaggio della catena alimentare, si disperde il 90% dell’energia. Siamo fatti come gorilla, oranghi e scimpanzé, che si alimentano quasi completamente con frutta e verdura;

-         Rendersi consapevoli (anche attraverso il sistema scolastico e accademico) che esseri individuali, specie, comunità di viventi ed ecosistemi sono esseri senzienti che hanno diritto ad una vita dignitosa e ad una propria autorealizzazione;

-         Elaborare un’etica che comprenda tutte le entità naturali, che hanno un valore in sé e non in funzione umana;

-         Rendersi conto a fondo che la crescita economica è una grave patologia della Terra;

-         Chiudere tutti i cicli: non ci saranno più né “risorse” né “rifiuti”;

-         Praticare l’agricoltura solo in modo biologico e soprattutto con i principi della permacoltura, senza rivoltare il terreno che deve essere preservato;

-         Alimentarsi solo con prodotti locali e nella stagione naturalmente corretta (prodotti locali di stagione);

-         Utilizzare soltanto energia proveniente da pannelli solari termici e mini-idroelettrica, da impiegare sul posto, rendendo inutili le grandi reti. Coibentare al massimo tutti gli edifici per ridurre i consumi energetici;

-         Cessare la ricerca e l’estrazione dei combustibili fossili (carbone, metano, petrolio);

-         Ridurre al minimo tutti i trasporti. Cessare ogni costruzione e gestione di trasporti con motori a scoppio, di bassissimo rendimento e altamente inquinanti;

-         Abolire i grandi impianti industriali, far sparire grandi industrie, grandi reti, grandi istituzioni (multinazionali), niente grandi opere, basta con le strade e i trasporti su gomma;

-         Abbandonare completamente: la competizione economica, la globalizzazione, la crescita, il mercato e i consumi;

-         Abolire ogni pubblicità commerciale e ogni invito al consumo, anche indiretto. Non esaltare più valori assurdi e pericolosi, come la velocità, la competizione, la vittoria, e simili;

-         Relegare nei libri di storia il dualismo politico fra destra e sinistra, ormai privo di significato: è roba del secolo scorso;

-         Promulgare un corpo di leggi che conferisca valore legale alle strutture e alle funzioni vitali della Terra. Le questioni saranno esaminate sulla base della conservazione dell’integrità degli ecosistemi, non del perseguimento di un guadagno economico;

-         Promuovere la ricerca di una cultura di simbiosi con il nostro Pianeta Vivente. La prospettiva che pensa solo all’umano è sempre un pericolo, come dimostrano chiaramente le religioni, le sette e le ideologie umanistiche, in continuo conflitto fra loro.

 

  Si tratta di  utopie? Certamente. L’unica speranza è in piccole minoranze di intellettuali, studiosi, associazioni e in iniziative di qualche docente o insegnante isolato, da cui può partire il seme del cambiamento. Oppure in qualche Casa Editrice “coraggiosa” che non teme di pubblicare scritti e pareri fuori dal coro del pensiero unico sviluppista.

  Non resta che terminare come il libro “Assalto al pianeta” di Pignatti e Trezza (Bollati Boringhieri, 2000):

…..rimane soltanto il coraggio dell’utopia.