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Luca Mastrantonio e gli “intellettuali del piffero”

di Antonello Cresti - 16/11/2013

Fonte: Liberazione

 

 

 

 

 

 

Un tempo l’intellettuale era imprendibile, incollocabile… Poteva naturalmente sbagliare, anche gravemente, e di quegli sbagli sarebbe stato unico responsabile! Certamente laddove vi sono stati governi totalitari, puntualmente, sono esistiti anche intellettuali di regime, a testimonianza che nel mondo delle idee non sempre vige la legge del coraggio e della libertà individuale, ma niente è paragonabile all’attuale stato delle cose. Con la vittoria assoluta del pensiero unico liberista e del capitalismo, un trionfo mostrato come ineluttabile e eterno, nasce l’idea che l’intellettuale altro non sia se non il ratificatore che con parole più raffinate ribadisce ciò che i governi, e ancor prima la finanza, hanno già deciso. L’organicità come valore assoluto e condiviso, insomma… Di cantori delle “magnifiche sorti e progressive” della ideologia dello sviluppo senza limite ne conosciamo moltissimi ed essi sono le facce che affollano e talk show e le firme che “impreziosiscono” le pagine dei quotidiani più venduti, puri megafoni del potere, privi anche di qualsiasi profondità argomentativa. Ignorarli non è solo necessario, ma, a pensarci bene, anche molto semplice… Purtroppo però il Sistema conosce metodi più sottili ed efficaci per instillare nel cittadino l’idea di vivere in un sistema realmente democratico e per questi scopi “crea” le figure dell’intellettuale “alternativo”, una persona che sostenga tesi ritenute sconvenienti per inscenare uno straccio di dibattito; nella maggior parte dei casi si tratta di “utili idioti”, perfettamente consapevoli del loro ruolo, coinvolti in quanto “in quota” a qualcuno o qualcosa, ed è solitamente questo il criterio di selezione da parte dei mass media nostrani. Infine, come accade nei più sofisticati U.S.A, esistono nicchie di comunicazione, leggasi “ghetti”, nei quali possano esprimersi figure realmente alternative al pensiero unico dominante: il mantenere attivi tali microambienti, in quanto anche facilmente controllabili, è un doppio guadagno per le grandi potenze liberalcapitalistiche.

Può ancora esistere un intellettuale oggi? Chi è? Quale dovrebbe essere il suo ruolo?

E’ questo lo scopo di denuncia e di riflessione che, a nostro avviso, dovrebbe coltivare un libro come “Intellettuali del piffero” (Marsilio Editore), pamphlet del giovane collaboratore del Corriere della Sera Luca Mastrantonio, poiché altri tipi di argomentazione risulterebbero magari meno “ideologici”, ma anche molto più inutili. Purtroppo Mastrantonio, anche se in maniera brillante, divertente e, apparentemente, bipartisan, sceglie di narrare la dimensione più “teatrale” della questione, mostrando vizi e miserie di un mondo e di un dibattito autoreferenziale e sommamente pavido. Ovviamente condividiamo la giusta vis polemica del giornalista e apprezziamo anche la volontà di andare ad attaccare alcuni “mostri sacri” del dibattito culturale italiano, di destra, come di sinistra (o ancor meglio berlusconiani o antiberlusconiani), se non fosse, dicevamo, che il suo sembra più un lavoro di satira di costume che di reale critica culturale, una satira, peraltro, che, purtroppo, finisce per risparmiare proprio la gran parte delle “firme eccellenti” del Corriere della Sera, tra i più noto organi di diffusione organica della neoreligione liberalcapitalistica.

“Intellettuali del piffero” dunque sgorga da una tensione più che condivisibile, finendo per perdersi lungo il cammino… Ci auguriamo che, almeno, possa essere lo spunto per spostare la discussione su livelli diversi ed anche più spinosi.