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Fuga dal Dollaro

di Paul Craig Roberts - Mike Whitney - 20/11/2013

  
       



Paul Craig Roberts pensa che la Fed (N.d.T. Federal reserve system) si sia messa all'angolo. Un incremento dei tassi di interesse rafforzerebbe il dollaro, gli darebbe nuova vita come valuta di riserva e bloccherebbe gli investimenti in oro, ma la salita dei tassi farebbe collassare i mercati azionari ed obbligazionari e ridurrebbe il valore dei derivati nei bilanci delle banche. Ho chiesto al Dottor Roberts se la Fed sacrificherebbe il dollaro per poter salvare le banche e quale sarebbe l'effetto sul potere di Washington davanti al resto del mondo. Le sue risposte a queste domande suggeriscono che i giorni dell'egemonia finanziaria e primato mondiale di Washington siano contati.

Mike Whitney (d'ora in poi M.W.): Il dollaro americano è a rischio di perdere la sua posizione di valuta di riserva ? Come questa perdita potrebbe incidere sulla supremazia degli Stati Uniti e sul resto del mondo ?

Paul Craig Roberts (P.C.R.): In una certa maniera, il dollaro ha già perso il suo status di valuta di riserva, ma questo sviluppo non è ancora stato ufficialmente compreso e non ha ancora colpito il mercato valutario. Consideriamo che i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) hanno annunciato la loro intenzione di abbandonare l'uso del dollaro americano per il pagamento delle differenze delle bilance commerciali, saldando i loro conti con le proprie valute, invece. (Ora esiste un sito web, il BRICSPOST, che riporta lo sviluppo delle relazioni fra le cinque nazioni.) Ci sono anche voci che l'Australia e la Cina, e  il Giappone e la Cina stiano per pagare  i loro conti commerciali senza ricorso al dollaro.

Vengono date differenti spiegazioni a ciò. I BRICS sottendono che sono stanchi dell'egemonia finanziaria statunitense e sono preoccupati riguardo alla stabilità del dollaro in vista dell'eccessiva emissione di debito e nuova moneta per finanziarlo da parte di Washington. Cina, Australia e Giappone hanno citato l'eliminazione dei costi di transazione associati al cambio delle loro valute prima in dollari americani e poi nelle altre valute. Essi dicono che è un passo volto a ridurre i costi di transazione. Ciò potrebbe essere una scusa diplomatica per sbarazzarsi del dollaro.

Il parziale "shutdown" governativo nell' ottobre 2013  e la minaccia (esagerata) di default hanno dato origine agli accordi senza precedenti di swap di valuta fra la banca centrale cinese e quella europea, ed anche fra la banca centrale cinese e la banca d' Inghilterra. Questi swap di valuta sono stati giustificati come necessaria precauzione contro la perturbazione del dollaro. In altre parole, l'instabilità degli Stati Uniti è stata vista come un pericolo per il sistema dei pagamenti internazionali. Il ruolo del dollaro di valuta di riserva non è  compatibile con l'opinione secondo la quale bisogna prendere precauzioni contro il possibile fallimento o disordine del dollaro. L'appello della Cina per un "mondo de-americanizzato" è un chiaro segno di una crescente impazienza circa l'irresponsabilità di Washington.

Per sintetizzare, c'è stato un cambio di attitudine rispetto al dollaro americano e l'accettazione dell'egemonia finanziaria americana. Dal momento che la crisi di ottobre sul deficit e il limite di debito non è stata risolta, ma semplicemente spostata a gennaio/febbraio 2014, una ripetizione dell'impasse di ottobre eroderebbe ulteriormente la fiducia nel dollaro.

In ogni caso, molte nazioni sono arrivate alla conclusione che non solo gli Stati Uniti abbiano abusato del ruolo di riserva valutaria, ma anche che il potere di Washington di imporre il proprio volere e di agire al di fuori della legge derivi dalla sua egemonia finanziaria e che il potere finanziario è più difficile da fronteggiare rispetto alla potenza militare.

Dal momento che il mondo, alleati degli Stati Uniti inclusi,  è stato chiaro opponendosi a Washington e bloccando  l'attacco militare alla Siria,  i giorni di indiscussa egemonia di Washington sono finiti. Dalla Cina, dalla Russia, dall'Europa e dal Sud America si levano voci contro la sventatezza e il non rispetto della legge di Washington. Questo cambio di attitudine verso gli Stati Uniti romperà il sistema dell'imperialismo del dollaro.

M.W.: Quale impatto il Quantitative Easing della Federal Reserve sta avendo sul dollaro e sugli strumenti finanziari ?

P.C.R: La politica della Federal Reserve di creare grandi quantitativi di nuovo denaro per supportare i bilanci delle "banche troppo grandi per fallire" e per finanziare grandi e continui deficit di bilancio è un altro fattore che mina il ruolo del dollaro come valuta di riserva. La liquidità che la Federal Reserve ha pompato nel sistema finanziario ha creato enormi bolle nei mercati azionari ed obbligazionari. Il prezzo delle obbligazioni americane è così alto da essere incompatibile col bilancio della Federal Reserve e la massiccia creazione di nuovi dollari.

Inoltre, le banche centrali e alcuni investitori hanno capito che la Federal Reserve è ferma nella politica di sostegno del prezzo delle obbligazioni. Se la Federal Reserve cessa di supportare i prezzi delle obbligazioni, i tassi di interesse incrementeranno, i prezzi dei derivati legati al debito crollerà nei bilanci delle banche e i mercati azionari e obbligazionari potrebbero collassare. Dunque, la diminuzione del quantitative easing rischia di provocare un panico finanziario.

D'altro canto, continuare la politica di sostegno ai prezzi delle obbligazioni erode ulteriormente la fiducia nel dollaro americano. Vasti ammontare di dollari e strumenti finanziari denominati in dollari sono posseduti in tutto il mondo. I possessori di dollari stanno vedendo la Federal Reserve "diluire" le loro proprietà creando 1000 miliardi di nuovi dollari l'anno. Il risultato naturale di questa esperienza è di alleggerirsi di proprietà in dollari e di cercare nuove forme di riserva.

La Federal Reserve può stampare denaro col quale comprare obbligazioni, ma non può stampare valuta straniera colla quale comprare dollari. Man mano che i dubbi sul dollaro aumentano, il valore di scambio del dollaro scenderà mentre ancora più dollari sono venduti sul mercato valutario. Poiché gli Stati Uniti dipendono dalle importazioni, questo si tradurrà in prezzi domestici più alti. L'inflazione crescente spaventerà ulteriormente i possessori di dollari.

Secondo recenti notizie, Cina e Giappone hanno insieme ridotto la loro proprietà di titoli del Tesoro americano per circa 40 miliardi di dollari. Questa non è una grande somma in paragone alla grandezza del mercato, ma è un cambio di direzione rispetto all' accumulo continuo. Nel passato, Washington è stata in grado di contare sulla Cina e il Giappone che riciclavano i loro surplus commerciali in debito del Tesoro americano. Se la volontà estera di acquisire debito del Tesoro declina, e il deficit di bilancio federale non cala, la Federal Reserve dovrebbe aumentare il quantitative easing, mettendo perciò ancora più pressione sul dollaro.

In altre parole, per evitare una crisi immediata, la Federal Reserve deve continuare una politica che alla fine produrrà una crisi. Si tratta di avere una crisi finanziaria ora, o di avere una crisi del dollaro più tardi.

Alla fine, la mano della Federal Reserve sarà forzata. Mentre il valore di scambio del dollaro declina, così anche il valore degli strumenti finanziari denominati in dollari calerà, a prescindere da quante obbligazioni la Federal Reserve compri.

M.W.: Come è possibile che la Cina risponda alla posizione economica americana in cambiamento ?

P.C.R.: Quando incontrai i legislatori cinesi nel 2006, li avvertii che c'era un limite al tempo per il quale essi potevano contare sul mercato di consumo americano poiché esso veniva distrutto dalla delocalizzazione dei posti di lavoro. Feci notare che la grande popolazione cinese dava ai governanti il potenziale per una economia enorme. Essi risposero che la politica del figlio unico, che era stata necessaria nei primi anni per evitare che la popolazione superasse le infrastrutture sociali, stava bloccando lo sviluppo di una economia di consumo domestica. Dal momento che gli agricoltori non potevano più contare su molteplici figli per assicurarsi la vecchiaia, essi conservavano i propri risparmi in maniera tale da provvedere a sé durante la vecchiaia. Le autorità cinesi dissero che avevano l'intenzione di sviluppare un sistema di sicurezza sociale che desse alla popolazione fiducia per spendere maggiormente i propri guadagni. Non so fino a che punto la Cina si sia mossa in questa direzione.

Dal 2006 il governo cinese ha lasciato che lo yuan si apprezzasse del 25% o del 33%, dipendentemente dalla scelta di base. Il rialzo del valore di scambio della valuta non ha danneggiato le esportazioni né l'economia. Inoltre, gli Stati Uniti non producono più molti degli oggetti per i quali  è dipendente dalla Cina, e altri paesi in via di sviluppo non hanno la combinazione di tecnologia che le corporazioni americane hanno dato alla Cina e non hanno il largo eccesso di forza lavoro della Cina. Perciò, è improbabile che la Cina affronti delle minacce al suo sviluppo eccetto per le politiche americane disegnate per tagliare fuori la Cina dalle risorse, così come il nuovo interesse militare americano per il Pacifico annunciato dall'amministrazione Obama.

La grande riserva di dollari cinese è la conseguenza dell' abilità tecnologica che la Cina ha acquisito dalle corporazioni occidentali che hanno delocalizzato in Cina. Ciò che è importante per la Cina sono la tecnologia ed il know-how, che ora ha acquisito. La ricchezza di carta rappresentata dalle riserve in dollari  non è un fattore importante.

La Cina potrebbe destabilizzare il dollaro americano convertendo le sue proprietà in valuta americana e immettendo dollari nei mercati valutari. La Federal Reserve non sarebbe in grado di mettere in pratica swap di valuta con altri paesi così grandi da comprare in blocco i dollari "pompati", e il valore di scambio del dollaro scenderebbe. Una siffatta azione potrebbe essere una risposta cinese all'accerchiamento militare di Washington.

In assenza di confronto, è più probabile che il governo cinese converta gradualmente i suoi dollari in oro, altre valute e beni reali come depositi di petrolio e minerali, e generi alimentari.

Il quantitative easing sta aumentando rapidamente la disponibilità di dollari, ma mentre gli altri paesi cambiano modo di pagamento dei loro sbilanci commerciali, la domanda di dollari non cresce con l'offerta. Dunque, il prezzo del dollaro deve scendere. Rimane da vedere se la discesa sarà lenta nel tempo o immediata a causa di un imprevisto evento "cigno nero".

Mike Whitney vive nello stato di Washington. Ha collaborato a "Senzasperanza: Barack Obama e la politica dell'illusione" (AK Press). Il libro è anche disponibile per Kindle. Potete scrivergli a fergiewhitney@msn.com.

Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2013/11/05/an-interview-with-paul-craig-roberts/
 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCESCO ALBANESE