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Piramide rovesciata

di Lorenzo Parolin - 09/12/2013

 

 

 

Anarchia è mancanza di qualcuno che comandi, è negazione di ogni forma di legge, perciò è il regno del disordine ed è da bocciare sul nascere. Tutte le altre forme di potere si possono ricondurre a piramidi, con al vertice chi comanda e alla base chi ubbidisce; cambia solo il modo in cui si arriva in alto: a volte per nascita, altre volte con la forza e altre ancora per elezione. Nella democrazia, il popolo manda in alto i capi e questi mandano in basso le leggi. È questa seconda fase, accettata da tutti come buona, ad essere guasta. Si possono eleggere uomini che guidino i popoli, ma questi non devono travalicare e dettare leggi ed esercitare la giustizia. No, le leggi ci sono già! Basta studiare attentamente l’uomo, per scoprirle.

Ma il “baco” si annida proprio nell’uomo; egli rifiuta di cercare le leggi che lo riguardano e superbamente si dà delle leggi che, uscendo da una natura malata, agiscono a rovescio e generano disordine. Ogni uomo di turno al potere intravede e teorizza soluzioni definitive ai problemi del mondo, ma puntualmente, essendo malato, genera sistemi che prima fanno danni e poi crollano.

È inevitabile che le 150.000 leggi italiane producano confusione; è inevitabile che, demolendo i costumi sani, la società non possa che deperire; è inevitabile che, nascendo da una divisione (in fazioni), i partiti politici non possano mai tenere unito un popolo e fare il bene comune.

Quella che ho chiamato natura malata altri la chiamano “peccato originale” ed è l’inclinazione a vedere “bene” ciò che è “male” e viceversa; è vedere verde quando il semaforo è rosso (come i daltonici), e farsi male attraversando; è considerare l’egoismo  fautore del massimo bene quando invece è una forza che demolisce, asporta, disgrega e va contro il proprio interesse.

Il vero interesse dell’uomo, anche se non lo sa, è diventare altruista, perché ogni azione altruista costruisce, accresce, migliora: questa è la verità sull’uomo, non evidente a causa della sua cecità, ma così! avvengono le cose, e chi non lo riconosce fatica tanto per averne un discapito. È necessario perciò risanare l’uomo, aprirgli gli occhi e fargli scoprire la verità, cioè fargli capire come stanno realmente le cose e non lasciare che si accontenti solo di come esse appaiono.

Aperti gli occhi, tutto si capovolge; l’uomo “nuovo” scopre che un’unica Legge è capace di generare l’ordine  e non serve più che qualcuno comandi, giudichi e punisca. Il meglio per ciascuno viene dal servire quella legge. Il “servitore” si mette volontariamente sotto il servito, non sopra, così viene a formarsi una piramide rovesciata con il vertice in giù, e chi più serve più si colloca in basso e più trova gioia in quello che fa.

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il compito dell’uomo nuovo è dare espressione politica ed economica alla Legge, così da far crescere una “terra nuova” in cui abiti la giustizia. L’interesse dell’uomo nuovo per la politica nasce da un impulso di tipo spirituale; egli desidera rendersi utile al suo prossimo per soddisfare il comando divino (la Legge): “Ama il prossimo tuo come te stesso”, e lo sente come un bisogno, non come un dovere. Invece, l’uomo “vecchio”, se si dedica alla politica, è per difendere le proprie idee e i propri interessi, e se fa mostra di occuparsi di quelli degli altri è perché coincidono con i suoi.

Solo chi conosce Dio può avere la forza di amare disinteressatamente l’uomo, tutti gli altri lo amano per interesse: si ama e si difende il compagno, l’amico o il camerata di turno, salvo odiarlo appena non è più un fedelissimo.

In democrazia non ci si può adagiare, bisogna essere sempre in prima fila, altrimenti ci si trova estromessi e calpestati; e poiché il sistema è fondato sull’egoismo (principio insano che riconosce al più forte il potere di fare le parti e di scegliere per primo), non c’è da illudersi che la società possa funzionare bene come tutti vorrebbero, è già tanto se la democrazia  riesce a regolamentare grossolanamente la sete di rapina che c’è in ciascuno e se limita gli eccessi di violenza. È già tanto se al potere arrivano i cattivi moderati e se quella che viene chiamata giustizia non è spudoratamente ingiusta.

Fino a che nel mondo ci sono uomini “vecchi”, bisogna accettare la coesistenza dei due sistemi: quello del servizio e quello odierno democratico del comando.

L’uomo nuovo, a contatto con la democrazia, non può scendere a compromessi; se vuol costruire quella piramide rovesciata che sola lo può soddisfare, non ha alternative: deve sopportare le cecità altrui e il male che ne consegue anche fino al martirio (qualcuno è arrivato fin sulla croce), e lavorare con lo scopo di trasformare gli uomini vecchi in uomini nuovi. [rif L1/74]