Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Cornetti alla francese

Cornetti alla francese

di Gianni Petrosillo - 14/01/2014



Se la credibilità di un politico dipendesse dalla sua morigeratezza sotto le lenzuola saremmo circondati da uomini di Stato incredibili. Certo, molti tra questi restano ugualmente tali, cioè incroyables, con o senza amanti sotto la scrivania, soprattutto in questa Europa priva d’identità e dignità, ricacciata dietro alla lavagna da eventi che non comprende e non controlla.

Difficile non ritornare alla ignobile scenetta brussellese del 23 ottobre 2011 quando le risate francesi e tedesche seppellirono, sul proscenio internazionale, il nostro fauno di letto e di governo. Non si credeva capace l’Italia di prendere quei provvedimenti sul debito sovrano indispensabili a rassicurare l’Ue e i mercati, perché guidata da un sex pistol più abile nell’arte del mucchio selvaggio che in quella di mettere ordine nei ministeri.
Da come stanno andando le cose in Francia e a casa Hollonde non mi sembra che i cugini d’oltralpe se la cavino tanto meglio tra crisi, proteste sociali e liti famigliari. Anzi, proprio quel François français che rinfacciava all’avversario Sarkozy di essere amico di Berlusconi (bell’amico di panzer!) si ritrova compagno di merende e tradimenti del satiro d’Arcore. Un rire qui vous enterrera tous.Ad ogni modo, di fronte allo scandalo, l’Eliseo ha invocato proprio quello che a Berlusconi era precluso, in quanto uomo pubblico, ovvero “les atteintes au respect de la vie privée auquel [il a]droit comme tout citoyen”.

Bien sûr, ma come la mettiamo con la morale progressista consistente nel ritenere inadatto a rappresentare la nazione chiunque coltivi vizi privati, i quali automaticamente, specie se trattasi di nemici di cordata, si convertono in pervertimenti pubblici? Insomma, avendo a che fare con un personaggio dell’internazionale politicamente corretta di gauche si può anche disporre di circolare perché  “il n’y a rien à voir“, come hanno commentato sarcasticamente alcuni giornali d’oltralpe.
Del resto, per il 77% dei francesi questa brutta faccenda di sporgenze dovrebbe restare confinata tra gli affari del nucleo Hollande.  Tuttavia, nella gente si va rinforzando la convinzione che tra Hollande e Sarkozy non vi siano poi tante differenze. La cosa va, ovviamente, a vantaggio del Front National di Marine Le Pen, il quale sta puntando tutte le sue carte sulla rottura degli schemi partitici e sul distanziamento del suo movimento  dall’establishment, di destra e di sinistra, che non ha saputo dare risposte alla débâcle economica in atto. In verità, i cittadini europei vorrebbero che i loro governanti si occupassero dei problemi concreti del loro vecchio e malandato continente, l’unico che non ha saputo ancora trovare una via d’uscita alla crisi. Et pour cause.

Nelle preoccupazioni del pubblico ci sono dunque: l’occupazione (sempre al primo posto), le tasse, i servizi ed il futuro delle nuove generazioni. I mezzi di distrazione di massa, corna, quenelle, matrimoni omosessuali ed altre amenità del genere, in Francia come in Italia, non distraggono più nessuno perché i drammi sociali ed economici di ognuno hanno raggiunto vette angoscianti. La classe dirigente europea, piagnucolando dietro i populismi, non ha ancora imparato la lezione del secolo scorso. Si scava la fossa da sola e si ricopre di ridicolo. A suo rischio e, ci auguriamo, anche a suo pericolo.