Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La NATO ha intenzione d’invadere la Tunisia per ‘proteggere’ i tunisini!

La NATO ha intenzione d’invadere la Tunisia per ‘proteggere’ i tunisini!

di Karim Zmerli - 16/01/2014


Ansar al-Sharia è un alleato oggettivo degli Stati Uniti, come la capofila al-Qaida è la figlia incestuosa di CIA, Pakistan e Arabia Saudita, prima di rompere il cordone ombelicale l’11 settembre 2001! Grazie al Qatar, e grazie alla “primavera araba”, le relazioni “diplomatiche” tra al-Qaida e la CIA sono state restaurate per realizzare il progetto sionista e neoconservatore del Grande Medio Oriente. L’arresto del criminale e mercenario Abu Iyadh annuncia un nuovo passo della strategia degli Stati Uniti: l’accelerazione e la moltiplicazione di azioni terroristiche in Tunisia, che giustificherebbero l’intervento militare della NATO, ovviamente con l’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il cui “dovere” è garantire la giovane “democrazia” in Tunisia.

1450262Molti tunisini, rappresentanti di partiti al potere o all’opposizione, sindacati, media, ONG o dell’ANC che hanno perso ogni dignità, non si offendono per i militari occidentali che vengono in loro soccorso nella prova di forza che presto sarà giocata tra le loro truppe regolari e le loro truppe irregolari, o meglio gregge, cioè Ansar al-Sharia, filiale regionale di al-Qaida. Non si offendono perché tutti devono la loro esistenza a tali forze straniere che destabilizzarono la Tunisia nel gennaio 2011 con il sostegno attivo di una miriade di traditori, in primo luogo i cyber-collaborazionisti. Due nuovi fattori annunciano l’invasione e l’occupazione diretta della Tunisia da parte della NATO. In primo luogo l’arresto a Misurata di Sayfallah bin Hasin, alias Abu Iyadh. In secondo luogo, il ritiro tattico di al-Nahda dalla troika del governo. Insieme, questi due eventi suggeriscono che l’intervento della NATO è prevedibile e anche abbastanza probabile. Perché? Perché l’arresto perfettamente cronometrato di Abu Iyadh non lascia indifferenti i suoi discepoli e seguaci mercenari. Reagiranno  per riflesso condizionato con una dimostrazione di forza. Risponderanno per odio ai loro nemici e alleati oggettivi, gli statunitensi, e per vendetta contro i loro fratelli della setta islamista al-Nahda, il cui governo Larayadh li ha denunciati, nell’agosto 2013, come “gruppo terrorista” dopo l’assassinio di Shuqri Belaid e Muhammad Brahmi. Seguendo le direttive statunitensi ed evitando ad al-Nahda il destino dei Fratelli musulmani in Egitto, dopo il risveglio dei patrioti egiziani, Rashid Ghannuchi ha abbandonato coloro che in precedenza vedeva come suoi “figli”. Rinunciando, ma non completamente, poiché Abu Iyadh non fu mai preoccupato, né tanto meno arrestato. A stretto contatto con Abdelhaqkim Belhadj, l’ex-braccio destro di bin Ladin in Afghanistan, Abu Iyadh, così come il suo capo, potrebbe effettivamente rifugiarsi in Libia, tra le braccia dell’intelligence degli Stati Uniti. Ritornato dai suoi mandanti libici, a loro volta agli ordini del Qatar, che a loro volta sono schiavi degli statunitensi, Abu Iyadh ha continuato a corrispondere con i suoi luogotenenti locali Adil Saida, Muhammad Ayadi, Muhammad Aqari, Qamil al-Qadhqadi e Bubaqir Haqim, il francese che, come il terrorista Tariq Marufi tornato da Bruxelles, si stabilì in Tunisia subito dopo il colpo di Stato del 14 gennaio 2011, ancor prima del rilascio di Abu Iyadh nel marzo 2011 su pressione di Siham bin Sadrin, Radhia Nasrawi, Naziha Rjiba, Muhammad Abu, Muqtar Yahyawi e altri pezzi della Quinta Colonna. Bisogna sempre ricordare che questo criminale di Abu Iyadh scontava una pena di 68 anni di carcere per terrorismo, cospirazione contro la sicurezza dello Stato e appartenenza ad al-Qaida.
Il ritiro tattico dal governo di al-Nahda è il secondo motivo per il probabile intervento militare della  NATO in Tunisia. Essendo ora esonerati da ogni responsabilità, i locali Fratelli musulmani di fatto faranno di tutto per dimostrare ai tunisini e all’opinione internazionale che sotto il loro dominio e nonostante alcune scaramucce dei terroristi con l’esercito e la polizia, la Tunisia è più sicura e stabile. Sostenendo le azioni terroristiche future, gli permetterebbe anche di conciliarsi con i fratelli di Ansar al-Sharia e altre frazioni jihadiste che hanno eletto a domicilio la Tunisia, tra cui i terroristi di Hamas. Se il dipartimento di Stato degli Stati Uniti rileva di aver inserito Ansar al-Sharia nella lista delle organizzazioni terroristiche straniere (FTO) ai sensi delle leggi statunitensi sul terrorismo, c’è uno scopo ben preciso: stabilirsi permanentemente in Tunisia, ufficialmente per combattere il terrorismo, ma effettivamente per imporre un nuovo ordine, anche in Algeria che finora ha resistito alla congiura della “primavera araba”. Dopo aver messo nella lista nera “I firmatari con il sangue” e “al-Murabitun”, gruppi terroristici diretti da Muqtar Belmuqtar, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ora indica i tre rami di Ansar al-Sharia a Bengasi, Derna (Libia) e Tunisia come “organizzazione terroristica straniera”, e i loro rispettivi leader Ahmad Abu Qatalah, Sufyan bin Qumu e Sayfallah bin Hasin comunemente noto come “Abu Iyadh.” Il dipartimento di Stato USA ha osservato che i gruppi di Ansar al-Sharia di Bengasi e Derna, creati separatamente dopo la crociata contro la Libia, furono coinvolti negli attacchi terroristici contro obiettivi civili e in molti altri omicidi e tentati omicidi di funzionari della sicurezza e di politici nella Libia orientale, così come nell’attacco dell’11 settembre 2012 contro il consolato statunitense di Bengasi in cui l’ambasciatore Chris Stevenson e tre altri funzionari statunitensi morirono. Per il dipartimento di Stato, i membri di questi due gruppi terroristici libici “continuano a rappresentare una minaccia per gli interessi degli Stati Uniti“, affermando che Ahmad Abu Qatalah e Sufyan bin Qumu sono i leader di Ansar al-Sharia, rispettivamente a Bengasi e a Derna. Su tale scia, il dipartimento di Stato promette una ricompensa di 10 milioni di dollari per informazioni che portino all’arresto o alla condanna dei responsabili di quell’attacco. Le autorità statunitensi sostengono anche che Ansar al-Sharia in Tunisia, fondata da Sayfallah bin Hasin nei primi mesi del 2011, è coinvolta nell’attacco del 14 settembre 2012 contro l’ambasciata statunitense e la Scuola Americana di Tunisi “che mise in pericolo le vite di oltre un centinaio di dipendenti dell’ambasciata degli Stati Uniti.” A tal proposito, sottolineiamo che il governo tunisino aveva dichiarato che il gruppo dell’organizzazione terroristica fu coinvolto in attacchi contro le forze di sicurezza tunisine, nell’assassinio di politici tunisini e in attentati suicidio in luoghi frequentati dai turisti. Per Washington, “Ansar al-Sharia in Tunisia, ideologicamente, economicamente e logisticamente affiliata ad al-Qaida, è la maggiore minaccia agli interessi degli Stati Uniti in Tunisia.”
Tutti i mezzi sono buoni per neutralizzarla, compreso l’intervento diretto in Tunisia, fulcro del terrorismo internazionale e delle future battaglie tra le differenti frazioni del jihadismo, dipendenti dalle intelligence straniere di Stati Uniti, Israele, Qatar, Arabia Saudita e Iran.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora