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L’Iraq paga un prezzo pesante per la destabilizzazione della Siria

di Murad Makhmudov e Lee Jay Walker - 02/02/2014


map_of_iraqGli intrighi delle maggiori potenze della NATO e del Golfo hanno collettivamente contribuito alla diffusione di al-Qaida e di una pletora di movimenti terroristici sunniti dall’Iraq alla Libia. Infatti, nazioni come il Mali e la Tunisia sono state trascinate negli intrighi di nazioni estere che hanno solo obiettivi a breve termine. Naturalmente, tali obiettivi non sono nobili perché, proprio come accaduto in Afghanistan prima e ora in Iraq, Libia e Siria, si tratta dell’instabilità massiccia e della destabilizzazione degli Stati nazionali. Agenzie di comunicazione e organizzazioni dei diritti umani affiliate giocano i loro ruoli sinistri accanto ad associazioni politiche ed internazionali che esportano il terrorismo in Libia e Siria. Infatti, prima che scoppi una qualsiasi crisi usano la solita solfa su “stupro”, “genocidio”, “pulizia”, “democrazia”, “libertà” e una pletora di altre parole d’ordine propagandistiche. Naturalmente, quando gli africani neri venivano ingabbiati come animali in Libia e brutalmente assassinati da coloro che sono sostenuti dalle potenze del Golfo e della NATO, proprio come è successo ai lealisti di Gheddafi, sistematicamente massacrati, improvvisamente su tutto calava il silenzio totale. L’Iraq oggi è in crisi ancora una volta, non che continui massacri settari siano mai scomparsi dalla caduta di Saddam Hussern, ma è chiaro che lo spargimento di sangue aumenta ancora una volta. Pertanto, l’Iraq è stato invaso con una bugia, e poi l’amministrazione Obama decise di ritirarsi quando venne fatto finalmente qualche progresso (ovviamente gli USA e le forze alleate non avrebbero dovuto invaderlo, in primo luogo), poi la stessa amministrazione Obama decise di sostenere le potenze del Golfo e la Turchia contro la Siria dal governo secolare. Il risultato della “politica dell’ombra” di Obama nel sostenere i monarchi feudali del Golfo di Qatar e Arabia Saudita, e le ambizioni della Turchia, contro la laica Siria, è che l’intero Levante oggi è destabilizzato e i settari islamisti hanno una pletora di nuove armi da utilizzare contro le autorità centrali dell’Iraq. In altre parole, la politica di nazioni come gli USA e il Regno Unito hanno costantemente destabilizzato l’Iraq in base a criteri che non hanno chiari obiettivi oltre il caos.
Adnan al-Asadi, viceministro degli Interni iracheno, ha chiarito che i settari islamisti hanno accumulato “numerose e moderne” armi. Ciò significa che “ne avevano abbastanza per occupare Baghdad… Il loro obiettivo non è solo controllare Fallujah o Garma, è rovesciare l’intero processo politico“. L’Iraq avvertiva, di volta in volta, che la destabilizzazione della Siria era dannosa per la propria sicurezza nazionale. Tuttavia, come al solito, le potenze estere ignorarono non solo l’Iraq, ma continuarono anche a sostenere il settarismo e il terrorismo contro la Siria laica, pienamente consapevoli che l’Iraq avrebbe dovuto affrontare molte conseguenze negative. Allo stesso tempo, Erdogan, il leader della Turchia, ignora palesemente la sovranità di Iraq e Siria, ignorando i leader di Baghdad sui problemi legati all’energia e consentendo a terroristi e forze settarie di utilizzare le zone al confine della Turchia per destabilizzare la Siria. Infatti, la NATO e la Turchia mostrano al mondo che la NATO non si preoccupa che al-Qaida riceva armi e crei basi in un Paese memebro. Dopo tutto, al-Qaida e una pletora di gruppi terroristici settari operano per conto delle potenze del Golfo ed occidentali a prescindere dal fatto che sia un matrimonio di convenienza dalla breve durata. L’Iraq soffre notevolmente, ancora, per opera di forze terroriste e settarie che usano armi pesanti e le nuove basi terroristiche in Siria. Eppure, le Nazioni Unite non fanno nulla contro le potenze del Golfo che apertamente sostengono terrorismo e settarismo, ciò vale in particolare per il Qatar e l’Arabia Saudita. Allo stesso modo, anche la Turchia dovrebbe essere ritenuta responsabile per consentire apertamente a terroristi, settari, mercenari e agenti segreti di utilizzare le sue zone di confine. Naturalmente, le potenti nazioni occidentali sono molto più brave a coprire le loro tracce e ad usare mass media e altri potenti mezzi a loro disposizione. John Kerry, segretario di Stato degli Stati Uniti, ancora una volta manipola al meglio, affermando: “Saremo con il governo iracheno che respinge i tentativi (dei militanti)… ma è la sua lotta, qualcosa che decidemmo tempo fa.” Tuttavia, Kerry e tutti gli statunitensi sanno bene che tale lotta fu iniziata dagli USA e dai loro alleati, aprendo il vaso di Pandora dell’Iraq dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. Dopo non aver potuto contenere la situazione negli anni successivi al rovesciamento del leader dell’Iraq, apparve chiaro che gradualmente si compivano progressi prima che l’amministrazione Obama accettasse di ritirarsi. Ora, grazie agli intrighi delle potenze del Golfo e della Turchia contro la Siria, oltre agli intrighi della troika occidentale di USA, Francia e Regno Unito, il bilancio delle vittime aumenta ancora una volta in Iraq ed al-Qaida ed altri terroristi e forze settarie guadagnano terreno. In altre parole, le nazioni esterne sono causa della destabilizzazione di Siria e Iraq perché le potenze regionali non si preoccupano per nulla delle loro guerre per procura in entrambe le nazioni. E’ una barbarie assoluta su scala inimmaginabile e non a caso la popolazione cristiana è allo sbando e i musulmani vengono massacrati per motivi settari, nella barbarie assoluta del terrorismo che uccide tutti. Dopo tutto, le bombe nei mercati, attacchi suicidi, autobombe e così via, non discriminano perché uccidono civili innocenti a prescindere da fede, nazionalità, età e sesso.
In Siria i terroristi più brutali e settari di questa terra insegnano ai bambini come decapitare e squartare. Se al-Qaida e una pletora di fazioni settarie vincessero allora alawiti, cristiani, drusi e sciiti avrebbero un futuro tetro. Allo stesso modo, i sunniti locali vengono attaccati dal Golfo, i cui petrodollari diffondono militanza salafita e mentalità taqfirista in tutto il Levante e l’Iraq. Pertanto, i principi del sunnismo nel Levante subiranno una realtà oscura e sinistra per mano del salafismo del Golfo, è una barbarie assoluta che ciò sia consentito ancora alle potenze del Golfo e occidentali, che sanno che non ne saranno ritenute responsabili. In altre parole, l’Iraq subisce un nuovo inferno per l’ingerenza di nazioni estere. Nel frattempo le Nazioni Unite restano mute a parte nazioni potenti come la Federazione russa, che cercano di sollevare tale importante problema. La Siria naturalmente alza la voce alle Nazioni Unite, ma alle potenti nazioni regionali e alle potenze occidentali non importa nulla. Pertanto, Iraq e Siria vengono collettivamente destabilizzati e il Libano deve affrontare anch’esso una grave minaccia alla propria sovranità, perché i taqfiristi cercano di eseguire