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Cade l’ultima apparenza di democrazia, l’Italia è una dittatura compiuta

di Angelo Fontanella - 05/02/2014


 

1616348Quella appena conclusasi è stata una delle settimane più difficili per l’Italia. E dire che dal 1981, anno in cui la banca d’Italia fu separata dal ministero del Tesoro, atto propedeudico all’ingresso nell’euro, lo strumento di dominio per eccellenza dei banchieri sui popoli dell’eurozona, e quindi resa schiava la nazione all’imperialismo bancario grazie a Ciampi, allora governatore della banca ed Andreatta, ministro del Tesoro, ne abbiamo viste e subite tante e settimane facili non ce ne sono state. Ciampi, sarebbe stato ben ricompensato con la presidenza della repubblica, 18 anni dopo. D’altronde in quest’Italia repubblicana colonia dell’impero a stelle e strisce, nulla avviene per caso nelle stanze del potere. E proprio la banca d’Italia, o meglio quello che ne resta, visto che nel 1992 è stata regalata al 95% alle banche private, previa privatizzazione delle stesse grazie al decreto Amato-Carli, in modo da poter firmare il trattato di Maastricht, trattato che istituiva l’immolazione dei popoli dei paesi che vi aderivano alle holding bancarie, è stata al centro delle grandi manovre della settimana appena trascorsa.
Il famoso decreto sulle rivalutazioni delle quote di bankitalia, sancisce un aumento di capitale da 156.000 a 7,5 miliardi di euro, che porta nelle casse delle due principali banche italiane, Unicredit ed Intesa San Paolo, nonchè maggiori azioniste di bankitalia, una cifra vicina ai 3,5 miliardi di euro ed una rendita annua di 450 milioni. Eh si, perchè secondo le disposizioni del decreto, nessun azionista potrà avere una quota superiore al 3%, quindi nella fattispecie Intesa San Paolo dovrà vendere il 30% delle quote ed Unicredit circa il 17. A chi andranno queste quote non è difficile intuirlo, d’altronde gli stessi azionisti di maggioranza delle maggiori banche italiane, sono le banche anglo-americane, basti pensare a Barclays con Intesa San Paolo. Così la finanza speculativa di Wall Street e della City potrà mettere le mani direttamente sulle oltre 2700 tonnellate d’oro custodite nei forzieri dell’allora banca degli italiani, sempre che non l’abbia già fatto, e spremere quei pochi cittadini italiani che hanno ancora qualche euro in tasca e nel conto corrente, attraverso gli interessi sui titoli di stato, decisi guarda caso a Wall Street e nella City. Per non dimenticare le draconiane misure d’austerity decise nel tempio dei banchieri in Europa, la BCE, gli imminente prelievi forzosi dai conti correnti, il MES (fondo salva banche) ed il Fiscal Compact. Inoltre viene impedito agli enti pubblici di acquistare quote di Bankitalia, non si sa mai qualcuno decidesse di ridare all’Italia la sua sovranità monetaria e togliere il paese dalle grinfie dei banchieri.
Ma tutto ciò si sapeva da un pezzo, la cosa che ha fatto più scalpore, è stata la decisione del governo di inserire nel decreto la finta abolizione dell’Imu, così da poter ricattare parlamento ed opinione pubblica sull’inevitabilità dell’approvazione, tant’è che i giornalai di regime si sono subito fiondati a difesa del governo e contro l’ostruzionismo del Movimento 5 stelle. E non è finita qua, perchè durante la discussione alla Camera degli odg sul decreto Imu-Bankitalia, la presidentessa Boldrini ha applicato la tagliola, chiudendo la discussione ben prima del previsto, avviando subito le procedure di voto. I regolamenti non ammettono che si applichi la tagliola alla Camera, ma solo al Senato ed in circostanze eccezionali, tant’è che a voto concluso i deputati del movimento 5 stelle hanno gridato al golpe lasciando i loro banchi per riversarsi negli scranni governativi e qui sono scoppiati i tafferugli a causa della violenta reazione dei gendarmi delle banche, ed il questore ha colpito al viso una deputata grillina. Il clima era già teso visto che lo stesso movimento 5 stelle ha chiesto lo stato d’accusa per Napolitano, per aver attentato all’integrità, all’unità ed all’indipendenza dello Stato italiano. Non serve un indovino per capire che la cosa non andrà a buon fine, ad ogni modo andava fatto molto tempo fa e va dato atto ai pentastellati di averlo presentato. Alcuni deputati dello stesso movimento hanno definito Napolitano, “boia”, suscitando anche in questo caso le ire della gendarmeria bancaria, che ha lanciato i suoi strali a mezzo stampa, televisivo e parlamentare. Nessuno può permettersi di chiamare il monarca inviato da Wall Street per depredare e sottomettere l’Italia al volere della finanza di rapina, col suo nome: Boia degli italiani.
Il regime procede con la sua recrudescenza e non si fermerà davanti a nulla, ma davanti a piccoli gesti d’opposizione va in escandescenza. Un regime finanziario che proprio dal 1981 ha avuto tutti gli strumenti per opprimerci. Povera patria.