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L’isterismo di una democrazia senza consenso

di Lorenzo Vitelli - 05/02/2014

Fonte: lintellettualedissidente


E' la distrazione generalizzata dell'opinione pubblica dai contenuti della protesta alla forma, inserendo quest'ultima, attraverso un uso strumentale della storia, nell'universo dei totalitarismi del Novecento. Ma Di Battista dice bene: "io sono nato nel 1976", e il paragone non regge più

Democrazia ?

Siamo entrati nel periodo morto dell’allerta. L’informazione di regime getta fango sui 5 stelle dopo quelli che la Boldrini ha definito “atti eversivi” alla Camera dei deputati. E’ stato un gesto esagerato, quello dei pentastellati, ma non quanto l’approvazione del decreto Imu-Bankitalia. Punto. Ora è il momento del vilipendio mediatico e mentre la svendita della Banca d’Italia – un progetto durato trent’anni – viene finalmente portato a termine, sulla passerella televisiva sfilano i vari Renzi, Franceschini, poi Augias, Daverio (un ottimo critico d’arte che inevitabilmente scade quando parla di politica) e la stessa Boldrini (che non rispetta il suo statuto superpartes) dal politicamente correttissimo Fazio si sente attaccata dai “potenziali stupratori” del M5S in quanto donna (!). 
Il procedimento è isterico, ma schematico: la democrazia dichiara lo stato di emergenza e i cani da guardia del sistema immediatamente urlano allo squadrismo, al fascismo e puntano il dito contro la violenza. E’ la distrazione generalizzata dell’opinione pubblica dai contenuti della protesta alla forma, inserendo quest’ultima, attraverso un uso strumentale della storia, nell’universo dei totalitarismi del Novecento. Ma Di Battista dice bene: “io sono nato nel 1976″, e il paragone non regge più, questa volta non ci crede più nessuno, non bastano un romanziere e un critico d’arte per delegittimare l’unico movimento che, con i limiti di cui abbiamo sempre parlato, fa davvero opposizione. La Lega e Fratelli d’Italia cavalcano l’onda delle battaglie che i 5 stelle hanno sin da sempre portato avanti, e questa volta, dopo nove mesi d’esperienza, questi dimostrano anche la loro autonomia nelle varie commissioni rispetto alle possibili influenze di Grillo e Casaleggio.
La vicenda si termina però con la tagliola per il decreto Imu-Bankitalia della Boldrini e l’elogio che ne ha fatto Speranza (Pd) in Parlamento. La farsa diviene ancora più sconsiderata se pensiamo che nel 2009 furono proprio gli esponenti del Pd a parlare di “fine della democrazia” quando l’ex Presidente della Camera Gianfranco Fini utilizzò la ghigliottina sul provvedimento riguardante lo scudo fiscale. 

Tuttavia questo sistema ha troppe falle, è destinato a morire sulle ceneri di una serie di contraddizioni che non riesce più ad orchestrare. La caricatura democratica che nasconde le logiche del capitalismo neo-liberale (pensiamo agli intellettuali di regime sopra elencati che occultano i contenuti effettivi della manovra Bankitalia) palesa ogni giorno di più la sua vera natura antitetica: una democrazia senza consenso, libertaria ma liberticida, pacifica ma psicologicamente repressiva, tollerante ma discriminatoria, che si vuole popolare ma che è autoreferenziale ed elitista.