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L’antifascismo di Sel e della Boldrini

di Diego Fusaro - 11/02/2014

Fonte: Lo Spiffero

Prosegue, sui “social networks” e sui giornali, sulle televisioni e sulle radio, lo scontro tra la Presidente della Camera Laura Boldrini e gli esponenti del “Movimento 5 Stelle”, etichettati come fascisti, sovversivi, squadristi, nemici della democrazia. Il coro virtuoso del politicamente corretto non smette di denunciare ogni possibile resistenza, di delegittimare ogni forma di opposizione: lo fa richiamando nevroticamente il passato (fascismo, squadrismo, ecc.), con il solo obiettivo di glorificare integralmente il presente e le contraddizioni che lo innervano; di modo che gli abitatori dell’odierno paesaggio desertificato dalla crisi e signoreggiato dalla finanza e dalla dittatura eurocratica si illudano senza sosta di vivere in un mondo libero se confrontato con gli orrori di cui il passato è stato capace.

Sessismo, antifascismo, lotta contro lo squadrismo e contro i sovversivi neofascisti grillini: quantialibi, signora Boldrini, per poter essere volgarmente apologeti della finanza, del capitale e delle banche che stanno portando alla rovina del nostro popolo. Quanta insistenza sul passato è necessaria per non vedere il presente? Quanto occorre insistere sugli orrori fortunatamente estinti per far sì che la gente non si accorga nemmeno più di quelli oggi dominanti? Quanta foga nel denunciare tutte le violenze che non siano quelle silenziose dell’economia e del mercato! Il manganello oggi ha cambiato forma, ma si fa ugualmente sentire: si chiama violenza economica, taglio delle spesa pubblica, precariato, rimozione dei diritti sociali, selvagge politiche neoliberali all’insegna dello “Stato minimo”. Provi a chiederlo ai giovani, che fin dalla tenera età vengono vergognosamente bombardati con la retorica anticomunista e antifascista e, insieme, subiscono sulla loro carne viva, nel silenzio generale, le conseguenze della violenza economica dei rapporti di forza capitalistici.

È un vero peccato, signora Boldrini, che lei e il suo partito non diciate nulla contro questo nuovo manganello, non meno odioso di quello precedente. È un vero peccato che per voi libertà, emancipazione e comunismo siano ormai la semplice riproduzione tautologica dell’esistente pienamente reificato, del presente totalmente amministrato dal potere della finanza e dalla violenza economica che, come il vecchio manganello, continua a percuotere gli ultimi. È un vero peccato che per voi i fascisti siano sempre e solo quelli che provano a combattere contro il fascismo e che i violenti siano sempre e solo quelli che provano a contrastare la violenza economica oggi dominante su tutto il giro d’orizzonte.

Non si può, del resto, chiedere troppo a un partito come Sel: un partito che ha abbandonato il sogno marxiano dell’emancipazione sociale per aderire all’incubo del finanzcapitalismo; che fa dell’antifascismo in completa assenza del fascismo l’alibi per accettare silenziosamente la contraddizione capitalistica e i rapporti di forza egemonici; che illude il suo elettorato che il massimo grado di emancipazione possibile sia il matrimonio gay e la distruzione della famiglia tradizionale; che pensa che il nemico oggi sia il comico Beppe Grillo e non la finanza internazionale che svuota la sovranità democratica degli Stati e produce genocidi finanziari come quello che si sta abbattendo sul popolo greco. Il primo compito di un comunista, diceva Louis Althusser, è quello di non raccontare e di non raccontarsi delle storie. Anche in questo, signora Boldrini, emerge nitidamente il vostro disinvolto transito, armi e bagagli, dalla lotta contro il capitale alla lotta per il capitale.