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Accidia

di Lorenzo Parolin - 18/02/2014

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“È tempo che si vergognino!”

Così si esprime la gente riferendosi al comportamento dei politici, degli amministratori e dei lupi rapaci in genere. Ed ha ragione da vendere. Certamente costoro dovrebbero vergognarsi. Ma anche chi impreca contro i disonesti dovrebbe vergognarsi di non aver fatto niente per ostacolare la loro ascesa.

Il popolo dovrebbe rendersi conto che la canaglia sarebbe molto meno forte se egli fosse attivo nel bene, anziché restare inattivo (ozioso). Con la sua non azione (indifferenza, pigrizia) incoraggia lo sviluppo di personaggi negativi e di fatto tiene il sacco a chi lo deruba.

La grande colpa del popolo si chiama accidia: il disinteresse per il bene del Sistema.

Accidia (a-kèdos) = in-curia, torpore/fastidio nel fare il bene, negligenza per ciò che riguarda Dio e la salute dell’anima. È la settima inclinazione al male: l’ultimo dei vizi capitali.

 

L’uomo, lo sappiamo, è incline al male, cioè è portato per natura ad essere disonesto e ad ingannare il prossimo. Non si può dunque delegare nessuno a gestire il bene comune senza prima averlo addomesticato per bene e senza tenerlo costantemente sotto stretta sorveglianza; per questo motivo ognuno dovrebbe essere presente in prima persona sulla scena sociale: non ci si può fidare di nessuno! Se la gente non ha cura di controllare né la propria rapacità né quella di chi gli vive accanto, il Sistema va a rotoli.

Purtroppo, a causa dell’accidia (del non esserci quando servirebbe fare selezione), i vertici del paese si sono riempiti di buoni a nulla, la canaglia ha preso il sopravvento ed ha prodotto la situazione fallimentare che conosciamo.

Un cambiamento generale e radicale s’impone con evidenza, e lo deve realizzare chi è penalizzato da questo stato di cose. Chi da questa realtà continua a trarre benefici materiali non avvierà mai alcun mutamento, a meno che non vi sia costretto.

- Ma come! Io dovrei cambiare? Io sono la parte lesa! Sono i predoni che devono cambiare, io non ho niente da rimproverarmi, io sono a posto, dice il cittadino comune.

- Mmm…, questo proclama nasconde una debolezza di fondo. È fisiologico che ognuno di noi si senta superiore agli altri; ma quando uno arrivi a dichiarare di essere ben compiuto, cioè di essere senza macchia, è un narcisista conclamato, cioè un malato di mente. Egli sopravvaluta le sue doti, perde di vista la debolezza della natura umana, trascura i grandi problemi esistenziali, non tiene conto della potenza del male, non chiede protezione alle forze del bene, dà importanza eccessiva alle questioni politiche, economiche, militari, finanziarie … lascia che la classe dirigente sia fatta di teste dagli orizzonti limitati (menti settoriali, non generaliste) incapaci di fare sintesi in grande, ossia lavora affinché il Sistema cresca decerebrato e sviluppi il caos.

L’accidia degli uni consente ai superbi e agli ingordi di dilagare; perciò occorre diventare i custodi (controllori) dei propri fratelli.

 

Se molti, con colpevole leggerezza, danno per valido il principio secondo cui le pulsioni naturali siano buone, e quindi assecondabili, allora l’egoismo diventa logico, l’indifferenza diffusa, l’assunzione di costose badanti sociali necessaria, il controllo dei dirigenti blando, il tornaconto personale scontato ecc. Così il regno dell’uomo si espande dando modo ai personaggi più in vista di imprimere le loro orme in profondità, e ai soci semplici, con la loro negligenza, di collaborare, magari senza rendersene conto, al dilagare del male che a parole dicono di voler combattere.

Amico, comprendo la tua posizione; tu dici che se mai qualcuno deve cambiare quello non sei tu; ma devi sapere che questo qualcuno non smetterà di opprimerti fino a che tu gli concederai di opprimerti. E a nulla serve diventare più aggressivi per passare da perdenti a vincenti. Sappi che nei combattimenti tra cani o tra galli, chi continua a vincere è l’organizzatore degli spettacoli; gli animali, invece, prima o poi vengono battuti e buttati.

Lo so che è difficile da digerire, ma il nemico da battere non è il politico, il burocrate, lo sfruttatore, il malavitoso … sono anch’essi dei burattini come te, benché al momento siano dei vincenti. Il vero nemico è il Male, o se preferisci il demonio. Devi smettere di fare il gladiatore nell’arena Mondo, devi cambiare te stesso, devi vincere l’accidia, devi aprirti alla trascendenza e schierarti apertamente contro il Male. Opponendoti frontalmente ai tuoi competitori, malati pure essi di narcisismo, non fai che sviluppare il fallimentare regno dell’uomo.

Ecco spiegato perché qualunque intervento migliorativo non dà mai risultati apprezzabili: perché si introducono di continuo nuovi cani e nuovi galli nell’arena (Berlusconi, Monti, Bersani, Letta, Grillo, Renzi), anziché abolire il gioco.

Il cambiamento radicale a cui alludo è la conversione del cuore, è la determinazione a vincere il Male annidato dentro di te, che ti fa essere ora superbo, ora gaudente, ora invidioso, ora pigro … Occorre che tu diventi virtuoso e che rifondi il Sistema su principi più sani.

La crisi non passa da sola: serve il tuo aiuto per colpire il male alla radice.

Il vizio capitale dell’accidia, pur non essendo un peccato di azione, ma di omissione, è peccato grave quanto gli altri sei, perciò la crisi in atto non è da addebitare solo ai predatori, ma è colpa anche dei cittadini passivi che, muti, subiscono le offese. Poiché l’incompetenza, l’ignoranza e l’incuria sono smisurate a tutti i livelli, occorre battersi il petto e riconoscere le proprie mancanze!

[rif. www.lorenzoparolin.it L8/448]

 

I cittadini semplici, armati di fede, possono vincere qualsiasi nemico.

Essere ignoranti è un fatto naturale; rimanere ignoranti (non cercare assiduamente la Verità) è una colpa grave.