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Nazionalisti e liberali, Yanukovich e l’UE

di Pasquale Andrea Calapso - 18/02/2014


Nazionalisti e liberali contestano il governo Yanukovich, tra omicidi di poliziotti in scontri di piazza e manifestanti che auspicano l’entrata nell’UE

Ukranian-Nazis-640x480E’ interessante vedere come in Ucraina, nella capitale e nelle principali città, imperversi una violentissima rivolta che ha come parole d’ordine il rovesciamento di Yanukovich, presidente regolarmente eletto, e l’entrata nell’Unione Europea. E’ il rovesciamento della rivoluzione liberale, è un paradosso di portata storica. Dei manifestanti che in maniera violenta auspicano l’accesso ad una comunità e ad un modello economico che dovrebbe essere l’avanguardia della democrazia e della libertà nel mondo. Ed auspicano il raggiungimento di tale modello tramite il rovesciamento di un governo eletto democraticamente. Diversi poliziotti uccisi, le principali sedi amministrative occupate dai manifestanti, barricate nelle strade, clima da guerra civile. All’interno della protesta vi sono i liberali, i maggiori sostenitori dell’entrata nell’Euro e nell’Unione Europea, e svariati gruppi della destra ed addirittura della destra neo-nazista. Questi ultimi però, come possiamo notare dal seguente stralcio di un’intervista fatta da Eugenio Palazzini, per “Il Primato Nazionale” ad un manifestante ucraino, Ihor Zahrebelnyj, membro del movimento nazionalista ucraino Tryzub: “I movimenti nazionalisti stanno partecipando attivamente alle proteste contro il governo di Kiev. Qual è la vostra posizione, siete contrari o favorevoli ad eventuali accordi dell’Ucraina con l’Unione Europea?
Il successo del partito nazionalista “Svoboda” durante le ultime elezioni parlamentari ha reso felici molti di noi che lottano contro il governo liberista, purtroppo però i vertici del partito negli ultimi mesi si sono schierati a favore degli accordi con l’Unione Europea. Tuttavia, indipendentemente da ciò che la leadership di “Svoboda” pensa, tra i membri del partito ci sono molte persone che sono contro l’Unione europea e ritengono che una rivoluzione nazionale sia l’unica strada percorribile. Inoltre “Svoboda” non è l’unico movimento nazionalista in Ucraina. Ci sono anche altre organizzazioni che sono ferme e coerenti rispetto all’opposizione all’UE. Il movimento Tryzub, di cui sono membro, ha dato vita a “Right Sector”, un raggruppamento di movimenti nazionalisti che stanno prendendo parte alle proteste.” E ancora:
Qual è il vostro rapporto con gli altri movimenti che si oppongono al governo di Yanukovych? Quali obiettivi perseguite?” “L’opposizione ucraina è piuttosto moderata. Noi, invece, stiamo cercando di imprimere una svolta rivoluzionaria. Per noi l’obiettivo principale delle proteste deve essere la cacciata e l’arresto di Yanukovych, con il conseguente trasferimento di potere alle forze rivoluzionarie e un totale cambiamento del sistema politico. Per quanto riguarda l’approccio geopolitico, stiamo cercando di convincere i manifestanti che l’asse con l’Ue deve essere messa da parte puntando ad un progetto puramente nazionalista. Riteniamo comunque l’attuale opposizione liberale come un male minore e la consideriamo come un alleato temporaneo. […] Siamo del tutto consapevoli che l’opposizione cercherà di avvicinare l’Ucraina all’Ue ma con il passare del tempo il popolo si accorgerà del grave errore e capirà che l’unica soluzione per l’Ucraina è quella da noi proposta. Non c’è altra possibilità, abbiamo bisogno del sostegno del popolo per cacciare Yanukovych ed avviare una rivoluzione nazionale che impedisca l’adesione dell’Ucraina all’Ue.”
In questo contesto, dove liberali democratici lottano al fianco di neo-nazisti ed ultra-nazionalisti, tutti d’accordo sull’abbattere un governo democraticamente eletto, ma in disaccordo su un punto fondamentale, ossia l’adesione o meno all’UE ed al suo sistema economico, in questo contesto ove questi diversi schieramenti politici non frenano però, rispettivamente, il sostegno i primi e l’utilizzo i secondi della violenza fisica per il conseguimento dei propri obiettivi politici, come testimoniano i diversi poliziotti uccisi e le testimonianze tranquillamente reperibili tramite i mass-media e dal web, notiamo come gli USA non hanno espresso fino ad ora nessuna condanna verso i manifestanti per la condotta violenta e omicida della protesta, bensì continuano con le critiche al presidente Yanukovich. Perché? Probabilmente, a mio avviso, per via del fatto che quest’ultimo ha recentemente siglato accordi economici con la Russia di Putin, dunque decidendo di non percorrere la via della “cooperazione europea”. Forse perché conosce i risultati economici che questa via sta portando ai ceti popolari della Grecia, del nostro paese, della Spagna, del Portogallo e più in generale dell’Europa, ed ha preferito percorrerne un’altra.
Insomma, nazisti, liberali e nazionalisti appoggiati dalle principali sedicenti democrazie del mondo, in una rivolta violenta volta ad entrare nell’Unione Europea? Bizzarra situazione, difficilmente comprensibile se ci atteniamo agli schemi preconfezionati dei “manifestanti buoni contro la terribile dittatura”, schema già utilizzato dagli USA in Jugoslavia, Libia o Siria. In questi casi, infatti, i manifestanti/ribelli/terroristi perseguivano gli interessi di potenze occidentali, da cui sono stati puntualmente sostenuti ed appoggiati, dicendo di perseguire quelli del proprio popolo. Le bombe all’uranio impoverito su Belgrado, la reintroduzione della Sharia in Libia operata dai jihadisti messi al potere dalla coalizione occidentale che ha abbattuto il Rais Gheddafi, e le prove che Carla del Ponte ha fornito all’ONU il 9 Maggio 2013 sull’utilizzo di armi chimiche da parte dei ribelli siriani (ELS) che combattevano contro il Presidente Assad, dimostrano che ai popoli di questi tre paesi, hanno portato solo morte e sofferenza. Concludiamo con un’analisi di Andrew Korybko, studente del Master presso l’Università Statale di Relazioni Internazionali di Mosca (MGIMO) (da un articolo di Alessandro Lattanzio, Aurora sito): “L’Ucraina è stata a lungo al centro dell’ingerenza occidentale nell’ambito di un grande gioco  geostrategico volto a contrastare la Russia. Zbigniew Brzezinski scrisse nel 1994 che “non può essere sottolineato abbastanza fortemente che senza l’Ucraina, la Russia cessa di essere un impero, ma con l’Ucraina resa subalterna e quindi subordinata, la Russia diventa automaticamente un impero.” Poco più di un anno fa, gli Stati Uniti rilasciarono implicitamente una dichiarazione tramite l’allora segretaria di Stato Hillary Clinton, secondo cui avrebbero fatto tutto ciò che è in suo potere per respingere gli sforzi integrazionisti economici della Russia. Dopo aver descritto i piani per l’Unione Eurasiatica della Russia come “movimento per ri-sovietizzare la regione“, ha minacciato “sappiamo qual è l’obiettivo e cerchiamo di capire i modi efficaci per rallentarlo o impedirlo.” Senza dubbio, il mondo assiste a ciò che gli USA avevano in mente quando minacciavano di “rallentare” e “impedire” la cooperazione economica tra Ucraina e Russia.