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Fronte euroscettico guidato dal Front National?

di Eugenio Orso - 26/03/2014

Fonte: pauperclass


I media italiani starnazzano per la vittoria, pur parziale e solo in alcuni comuni, del Fronte Nazionale francese nelle recenti amministrative francesi. Gli eventi che si sono verificati in Francia erano annunciati e non imprevisti. Sconfitta, ma non crollo totale dei socialisti euroservi di Hollande, avanzata delle cosiddette destre, fra le quali un buon bottino lo fa quella marcia di Sarkozy (ump). Quel Sarkozy presidente prima di Hollande che ha contribuito in modo determinante al declino francese. Il play-boy che ha portato la Francia definitivamente nell’organizzazione militare della nato e si è ridotto a fare da spalla alla Merkel. Per fortuna Nicolas Sarkozy dichiara di non volersi ricandidare. Dopo l’exploit della Le Pen si grida sulla stampa “al lupo, al lupo”. I politici liberaldemocratici europroni s’inquietano, ammoniscono, come fa in Italia lo spudorato Renzi, che finge di voler convincere la commissione ad allentare il rigore. Ma il Fronte Nazionale che avanza e preoccupa gli euroservi, ha presentato liste solo in 500/ 600 comuni sui 36.700 interessati al voto amministrativo. Ne ha conquistati alcuni, andando al ballottaggio a Marsiglia, mentre a Parigi, nel cuore della Francia, al ballottaggio ci vanno i socialisti – pur sempre favoriti seppur di poco – e l’union pour un mouvement populaire.

In questo clima, Marine Le Pen avanza una proposta, in vista delle prossime elezioni per il parlamento europeo, che valica finalmente gli angusti confini nazionali. L’unione delle forze cosiddette euroscettiche, ossia contrarie alla moneta unica e all’unione elitista dei trattati-capestro, che per sperare di vincere nella lotta con il mostro sopranazionale, dovranno risolversi a fare fronte comune. Parole sacrosante, quelle della Le Pen, che mostra di essere determinata nel perseguire «la difesa delle nazioni, il ritorno della democrazia, della sovranità dei popoli e delle identità nazionali». Proposta giusta e sensata la sua, si dirà, ma destinata a incontrare non poche difficoltà. Non sarà facile coalizzare un fronte di forze eterogenee, espressioni diverse delle più varie realtà nazionali, che, quasi sicuramente, farà perno su un partito nato a destra – fin dal lontano 1972, a immagine e somiglianza del Msi italiano – qual è indubbiamente il Fronte Nazionale Francese.

Fra i primi esponenti dell’euroscetticismo a rispondere c’è Beppe Grillo. Giusto, si dirà, perché m5s farà man bassa di seggi nel parlamento europeo (previsti almeno una ventina) e avrà una discreta rappresentanza. Il fatto è che Grillo ha risposto negativamente, in modo ironico se non proprio sprezzante, non sui contenuti della proposta, come sarebbe stato opportuno, ma perché la Le Pen rappresenta una forza “di destra”. «Marine Le Pen è una bella signora di grande successo. Nessuno la odia. Ha però un’appartenenza politica diversa dal M5S e per questo non sono possibili accordi. Rien d’autre. Adieu» Giusto … di grande successo, e soprattutto, a differenza del buon Grillo – che continua a esserci personalmente simpatico, nonostante tutto – con una statura di statista. Marine Le Pen, un po’ sorpresa dal rifiuto, ha dichiarato di non capire l’odio di Grillo nei suoi confronti, tanto più che secondo lei i due rispettivi partiti «sono d’accordo su molti temi, a partire dalla lotta contro l’euro».

Posto che ci sono tanti altri “euroscettici e populisti” in Europa, dentro e fuori il cerchio più interno dell’area euro, si vedrà cosa risponderanno alla chiamata della Le Pen, sotto elezioni o meglio dopo, il Dansk Folkeparti di Pia Kjærsgaard (populismo “di estrema destra”) e l’ancor più importante United Kingdom Independence Party del buon Nigel Farage (ex conservatore britannico e quindi “di destra”), che vuole un Regno Unito completamente fuori dall’unione. Poi, il fatto che la lega sia entusiasta della proposta e che fratelli d’Italia vantino una (ormai lontana) parentela con il partito francese d’opposizione, poco importa.

Come italiani e prigionieri nell’eurolager, poniamoci subito una questione. Perché Beppe Grillo, nonostante la condivisione di temi fra m5s e Fronte Nazionale, si è affrettato a rispondere picche alla Le Pen? Stringendo al massimo nella risposta, i veri motivi sono due:

1)    M5s non è nato come movimento “euroscettico”, noeuro, contrario all’unione. E’ nato per “mandare a casa” la cosiddetta partitocrazia italiana e per ridurre all’osso i costi della politica. Ha giocato molto su questi temi, che però sono secondari rispetto alla moneta unica, ai trattati europidi e all’imposizione sopranazionale di politiche deflattive e depressive. La sensibilità grillina per temi come quelli dell’unione monetaria, della sovranità nazionale, della trappola di trattati e regolamenti, fra i quali fiscal compact e six pack/ two pack, si è manifestata solo di recente e puzza non poco di espediente elettoralistico. Da tempo Grillo annuncia un referendum sull’euro – che però formalmente non avrebbe valore – e minaccia l’uscita dall’eurozona, ma solo se non saranno accolte le richieste italiane di “allentamento del rigore”. Il Fronte Nazionale Francese, essendo nato in anni lontani in cui c’erano la Comunità Europea e la sovranità monetaria dei singoli stati, ha assunto in seguito una posizione anti-euro, ma la sua posizione ci pare sincera e non strumentalmente elettoralistica come quella di Grillo.

2)    L’elettorato di m5s è costituito, in parte significativa, di “delusi di sinistra”, ex diessini e piddini, orfani rifondaroli e simili, alcuni fra i quali portatori di patologie identitario-politico-ideologiche. Anche se si racconta ai quattro venti che i grillini sono creature post-ideologiche, proiettate oltre la dicotomia politica destra-sinistra, il peso in termini di consensi e militanza della componente “sinistra” (o sinistroide) non è trascurabile. Grillo e Casaleggio sanno bene che questa fetta di grillini, lungi dall’avere la mente sgombra dall’ideologia, farebbe il diavolo a quattro in caso di accordo con la Le Pen “fascista”, e ciò toglierebbe consensi a m5s. Non è una questione di contenuti, di temi comuni, di efficacia nella lotta contro le eurocrazie assassine, ma di patologie identitario-politiche che deformano la realtà facendola passare in secondo piano. In poche parole, nel caso di alleanza (tattica) nell’europarlamento con il Fronte Nazionale, m5s perderebbe voti “a sinistra” e questo è ciò che veramente conta per Grillo e Casaleggio. Non scordiamoci che i due non hanno impostato la loro azione politica e la loro marcia di avvicinamento al potere sui temi dell’euro, dell’unione e dei trattati. Mostrandosi però disposti a cavalcarli, vista l’ondata “populista” che attraversa l’Europa, onde ottenere/ trattenere consensi e conquistare seggi nell’europarlamento.

Concludendo, consigliamo la coraggiosa Marine Le Pen di non farsi troppe illusioni, perché gli euroservi sono ancora potenti, nella Francia che ha come primi partiti ump e socialisti, ma anche in Italia, con il ciarlatano Matteo Renzi, e altrove in Europa. Inoltre, non sarà facile radunare un’armata di partiti e movimenti per la liberazione dei popoli del vecchio continente. Di sicuro non si potrà fare con “euroscettici” per caso e per convenienza elettorale, come Beppe Grillo e il suo m5s.

Facciamo comunque i migliori auguri di riuscita a Marine Le Pen.