Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il clima cambia e sarà un disastro

Il clima cambia e sarà un disastro

di Simone Valesini - 06/04/2014

Fonte: ecologiaprofonda


Nel Mediterraneo consumi energetici alle stelle e rischi per il turismo, in Nord America inondazioni e siccità, mentre per l'Africa i pericoli saranno carestie epestilenze. È il triste quadro che emerge dal quinto report dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), il più esaustivo studio realizzato fino ad oggi sul possibile impatto che avranno i cambiamenti climatici del prossimo secolo sulle società umane. Il documento, presentato negli scorsi giorni in Giappone, tratteggia una mappa dei possibili rischi divisi per regioni geografiche, e degli interventi a disposizione dei governi e delle organizzazioni internazionali.

Partiamo dall'Europa, dove le previsioni ci toccano da vicino, visto che l'area più a rischio sembrerebbe proprio quella del Mediterraneo. Se a nord del continente è prevista infatti una diminuzione dei consumi legata all'aumento delle temperature, nei Paesi del sud si assisterà a picchi di calore stagionali che faranno schizzare i costi energetici legati al raffreddamento degli ambienti. Secondo gli esperti, entro il 2050 l'afa diventerà un problema anche per il turismo, un comparto strategico per paesi come l'Italia, spingendo i turisti a preferire le regioni del nord. È atteso inoltre un aumento dell'incidenza di incendi, la diminuzione di produttività dei terreni agricoli e delle vigne, un peggioramento dell'industria della pesca, e pericoli derivanti dal progressivo innalzamento delle acque. Le soluzioni prospettate dall'Ipcc prevedono l'adozione di tecnologie di raffreddamento ad alta efficienza energetica, la diversificazione delle coltivazioni agricole, e il potenziamento dei sistemi di prevenzione delle alluvioni.

Per quanto riguarda il Nord America, si assisterà invece allo spostamento delle precipitazioni verso le zone più settentrionali. A Nord di New York aumenteranno quindi le inondazioni e l'incidenza di eventi climatici estremi, come tempeste e trombe d'aria, mentre nelle zone del Sud degli Stati Uniti e del Messico si assisterà ad un inaridimento del territorio, e a frequenti casi di siccità. Come intervenire? La chiave, spiegano gli esperti, è aumentare l'efficienza. Un utilizzo più ragionato delle risorse idriche potrebbe infatti rendere facile gestire la scarsità di acqua. Per le inondazioni previste nelle zone del nord però gli interventi saranno ben più problematici, ed è atteso che i costi legati agli incidenti atmosferici vengano decuplicati entro la fine del secolo.

Anche nei paesi dell'America del Sud i rischi maggiori sono legate allo spostamento delle precipitazioni. In Brasile si prevede che le piogge diminuiranno del 22% nel corso del secolo, mentre dalle parti del Cile potrebbero aumentare anche del 25%. La siccità metterà a rischio di carestie moltissime delle aree più povere del continente, aumentando le tensioni sociali e politiche e il rischio di epidemie. Vista la povertà di molti paesi dell'area, gli esperti ritengono che prima di poter pensare a strategie di intervento per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, sarà necessario risolvere i problemi sociali e politici esistenti.

In Asia i pericoli maggiori arriveranno dall'innalzamento delle acque, visto che le popolazioni che abitano nelle zone a sud e ad est del continente saranno le più colpite a livello mondiale. Molte zone però si troveranno a lottare anche con la siccità, che diminuirà la produttività delle coltivazioni di riso, la principale risorsa alimentare di molte aree del continente. L'impatto maggiore sulla produzione agricola è atteso però nei territori della Russia, dove si prevede che 139 milioni di persone potrebbero trovarsi a lottare con la scarsità di cibo entro il 2070. Le soluzioni prospettate dagli esperti passano per migliori tecnologie di irrigazione, capaci di diminuire il consumo di acqua, e la scelta di sementi in grado di reggere bene l'aumento delle temperature, che potrebbero migliorare la produttività circa del 15%, contrastando, almeno in parte, il declino del 20% previsto per il 2100.

 

Altro continente a rischio carestie è l'Africa, dove sia l'agricoltura che l'allevamento potrebbero risentire dell'aumento delle temperature e dei rischi legati all'innalzamento delle acque. Tra i pericoli maggiori anche il possibile aumento di epidemie e parassiti causato dall'innalzamento delle temperature. Vista l'instabilità politica e la povertà diffusa in molte aree del continente, secondo gli esperti sarà difficile effettuare gli interventi necessari a limitare i danni.

Riferimenti: Fifth Assessment Report (AR5) Intergovernmental Panel on Climate Changes