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Il patetico tentativo dell’Occidente di scaricarsi dalle responsabilità per il massacro in Ucraina

di Luciano Lago - 04/05/2014

Fonte: controinformazione



Le minacce proferite da Obama e dai leaders europei di nuove sanzioni alla Russia dimostrano il patetico tentativo dell’Occidente di nascondere la propria responsabilità per l’escalation verso il bagno di sangue in Ucraina.

I drammatici avvenimenti in Ucraina mettono in luce l’enorme approssimazione e superficialità dei personaggi politici a cui è demandata la politica estera dell’Unione Europea.

Secondo molti analisti internazionali indipendenti ,le operazioni militari condotte dall’esercito del governo golpista di Kiev, contro le popolazioni civili di etnia russa, i massacri come quello avvenuto ad Odessa, dimostrano la totale incompetenza politica delle nuove autorità del governo ucraino che hanno preso il potere mediante il Golpe della piazza Maidan , grazie all’appoggio ed al sostegno determinante degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.


Si sapeva da tempo dei piani di Washington per accerchiare la Russia e sottrarle zone di diretta influenza, come già avvenuto nei paesi baltici e nell’Est Europa, in una chiara strategia di ridurre la Federazione Russa ad un semplice potenza regionale sottoposta a vincoli economici e finanziari con l’Occidente.
L’Ucraina era da tempo nel mirino della strategia della Casa Bianca per determinare dall’interno una svolta filo occidentale del paese, strategicamente importantissimo per posizione e risorse nel contesto europeo.
La stessa Victoria Nuland, vice segretaria agli esteri, si è lasciata sfuggire, in una dichiarazione che il governo USA aveva investito già la bella cifra di 5 miliardi di dollari nell’opera di sobillazione per ottenere i suoi scopi e che l’Europa doveva seguire o “fottersi” (fuk you Europe).
Quello che non si poteva prevedere facilmente era la funzione di subordinazione totale agli interessi americani e l’approssimazione nel modo di operare dimostrata dagli esponenti della UE e dei governi europei (come la Merkel, come Barroso, la Ashton e gli altri) che sono sulla scia di Washington nel minacciare sanzioni e improbabili “castighi” alla Russia che avranno l’effetto di ripercuotersi negativamente proprio sui paesi europei.
Questo la dice lunga circa l’inconsistenza di una politica estera europea che si ostina a percorrere la via del vassallaggio nei confronti del gigante nordamericano anche in contrasto con il proprio interesse nazionale che sarebbe quello di mantenere e stringere la cooperazione con la Russia in ambito economico, culturale e politico ed evitare di isolarla dall’Europa, sospingendola  verso l’Asia.
Quello che è più grave è il tentativo di ribaltare le responsabilità addossando alla Russia le colpe del bagno di sangue che è purtroppo prevedibilmente solo all’inizio in Ucraina in uno scenario tipo Jugoslavia di destabilizzazione del paese. Questo come se non fosse il governo di Kiev, golpista e quisling degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, quello che muove blindati, cannoni, elicotteri ed esercito ad attaccare per piegare le popolazioni di etnia russa insorte contro un governo illegittimo costituitosi a Kiev e per di pù inquinato dalla presenza di esponenti neo nazisti.
Tutto questo a scapito delle tante prediche fatte dei funzionari europei circa il rispetto dei diritti umani ed i diritti delle minoranze che sono le ipocrite posizioni di chi oggi è complice del massacro attuato dall’esercito ucraino in barba a tutte le convenzioni internazionali.
Il paradosso sta nel fatto che l’Occidente, con una enorme faccia di bronzo, accusa la Russia di interferenza quando è proprio l’attività di sobillazione e di interferenza attuata dagli USA e dalla UE ad essere la causa della destabilizzazione e del caos nel paese, come se non fosse stato scoperto il capo della CIA , Brennan, sbarcato in Ucraina in incognito ad impartire le sue direttive alle autorità ucraine (vedi: “une visite du directeur de la CIA”),  come se non fosse noto che da mesi in Polonia di addestravano elementi ucraini per operare come provocatori nella fase dei disordini di piazza. La stessa presenza dei guerrafondai americani come il senatore Mc Cain sulla piazza di Kiev come si potrebbe definire se non una attività di sobillazione ed interferenza?
Questo intervento sfacciato degli statunitensi in Ucraina, secondo molti analisti, non tarderà a rivelarsi controproducente per gli stessi Stati Uniti e per la loro credibilità, in quanto dimostra agli occhi di tutto il mondo e in specie dei paesi emergenti, l’incapacità di Washington di risolvere i problemi per via politica e la sua tendenza ad affidarsi sempre e comunque alla forza ,come già accaduto innumerevoli altre volte dall’Iraq, alla Libia, alla Siria, per citare soltanto le ultime occasioni.
La narrazione propagandistica degli Stati Uniti che intervengono per “difendere la democrazia” è ormai una favola di propaganda a cui non credono più neanche i più sprovveduti fra gli abitanti del pianeta (in Italia ci credono entusiasticamente soltanto i Renzi i Letta, gli Alfano e la Mogherini).
Ancora più superficiale poi il calcolo di isolare la Russia mediante le sanzioni, in un mondo dove emerge la realtà dei paesi in via di sviluppo, dove la Cina, sulla via di divenire la prima potenza economica ed industriale ha già manifestato l’intenzione di stringere maggiormente i legami di collaborazione con la Russia.
Gli strateghi della Casa Bianca hanno sottovalutato la possibilità che sia propria questa delle sanzioni la molla che farà scattare una reazione di contromisure economiche e finanziarie che potranno avere un effetto molto negativo sugli Stati Uniti e sulla loro leaderschip economica visto che paesi come Cina, India, Brasile e Sud Africa (i Brics) sono già sulla via di sostituire il dollaro come moneta di interscambio e di creare una banca alternativa al FMI ed agli altri organismi finanziari dominati dagli anglosassoni. Inutile dire che su questa via seguiranno paesi emergenti dall’America Latina all’Iran che hanno buoni motivi per sottrarsi al neocolonialismo economico e politico di Washington.
Gli Stati Uniti rischiano a breve di perdere il comodo ruolo del dollaro come moneta di riserva mondiale universalmente accettata e la conseguente possibilità di finanziare il proprio enorme deficit e le spese militari a debito degli altri paesi.
Tutto questo potrebbe causare anche una vera e propria recessione che si manifesterebbe anche in Europa aggravando di molto la crisi già in atto e le popolazioni europee, se usciranno dal letargo, potrebbero anche arrivare a chiedere il conto ai personaggi come i Barroso, i Van Rumpuy, le Catherine Ashton e la stessa Merkel del loro operato ed in specie a quali interessi rispondano nelle loro azioni poiché quelli dei popoli europei sono ben altri che non la creazione di un conflitto dirompente in Ucraina.