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Il Papa denuncia le torture ai cristiani in Siria

di Luciano Lago - 04/05/2014

Fonte: controinformazione



 

Grazie ad un appello del Papa per la avvenuta crocefissione dei cristiani in Siria ad opera dei miliziani integralisti (mercenari armati dagli USA e dalla NATO e finanziati dai sauditi) i telegiornali della RAI si sono visti costretti a comunicare qualche stralcio di verità su quanto avviene in Siria, in netta contraddizione con la versione ufficiale dettata fino ad oggi dalla propaganda americana e sionista che, da quando dura il conflitto, continuava a parlare di “ribelli che lottano per ristabilire la democrazia” in Siria contro il regime del sanguinario dittatore Assad al quale venivano attribuite sempre tutte le nefandezze e le stragi della guerra.
“Ho pianto quando ho visto sui media la notizia di cristiani crocifissi in un certo Paese non cristiano”, questa la dichiarazione del Papa il quale tardivamente e senza nominare la Siria ha voluto menzionare la strage di cristiani (e di altre vittime innocenti) che avviene da circa 3 anni in quel paese nella totale indifferenza ed anzi con la complicità dell’Occidente.

 

Non si era sentito lo stesso appello quando, pochi mesi addietro, nella città cristiana di Malula, antica enclave cristiana, i mercenari integralisti (quelli definiti “ribelli democratici” dalla stampa occidentale) del Fronte di Al Nusra avevano preso possesso della zona ed avevano proceduto a mozzare le teste dei cristiani che erano restii a convertirsi, sequestrando anche delle monache, profanando le chiese e le reliquie sacre, terrorizzando la popolazione che non aveva fatto a tempo a fuggire.

Tutti questi episodi, documentati con foto e video e descritti grazie alle fonti non occidentali ma di agenzie stampa libanesi, iraniane, siriane e russe, venivano sistematicamente ignorati o descritti dai media europei come “efferatezze della guerra civile” dovuta allo spietato esercito di Assad , nella versione dettata dalle agenzie come Reuters, CNN, Fox News, France 24, puntualmente riprese dai telegiornali RAI, da giornali come Repubblica, La Stampa, Il Corriere della Sera, ecc..

Vedi: Estremistas islamicos crucifican a dos cristianos

Questa la vergognosa manipolazione delle notizie fatta dai media occidentali con poche eccezioni di giornalisti indipendenti che hanno sostenuto, in contrasto con la vulgata propagandistica, la realtà del conflitto siriano che tutto rappresenta meno che una guerra civile vista la presenza di un esercito mercenario di terroristi infiltrato in Siria che, secondo gli analisti, è arrivato ad avere circa 100.000 effettivi di nazionalità che vanno dai libici, egiziani, sauditi, tunisini, pakistani fino agli europei provenienti da Gran Bretagna, Francia, Olanda e Belgio e con la presenza di un folto gruppo di ceceni di lingua russa provenienti dal Caucaso. Un esercito rifornito con tonnellate di armi e munizioni consegnate dagli Stati Uniti e dalla Francia, attraverso un ponte aereo con la Turchia, finanziato dai sauditi con lauto salario per ogni miliziano arruolato, addestrato da personale dei servizi di intelligence USA e NATO in appositi campi in Giordania e Turchia.

Peccato per i governi occidentali che, dopo tre anni di menzogne e manipolazione delle informazioni, la verità alla fine venga fuori, grazie anche alla accanita resistenza opposta dall’Esercito Nazionale Siriano (un esercito di coscritti) e dalla popolazione siriana che ha formato anche una milizia di difesa per respingere i terroristi spietati che colpiscono obiettivi civili come scuole, abitazioni e mercati mediante colpi di mortaio ed autobombe.
Ci voleva il Papa per squarciare il muro di omertà su quanto avviene in Siria e indirettamente svergognare la versione ufficiale della propaganda americana e sionista.

Notizie da fronte siriano: Homs riconquistata dall’Esercito Nazionale Siriano

Syrian-Army_Homs

La città da dove era partita l’ insurrezione contro il governo di al-Assad, la città di Homs, è stata liberata e si trova adesso totalmente sotto il controllo dell’Esercito Nazionale Siriano.
Venerdì scorso era stato concluso un accordo tra il governo e le milizie ribelli che si trovavano ad Homs, in base al quale queste ultime si sarebbero ritirate dai pochi quartieri del centro della città che si trovavano nelle loro mani fino al nord della provincia.

Secondo l’ossevatorio dei diritti umani con sede a Londra, citato da AFP, “una tregua è entrata in vigore nella città antica di Homs e nei suoi dintorni nel quadro di un accordo tra il regime di e di iribelli in funzione del  quale gli insorti- circa 1.000 sopravvissuti alla battaglia – si ritireranno verso il nord della provincia di Homs e lasceranno la città in mano all’esercito”.
L’accordo si è avuto dopo di alcuni giorni di intensi combattimenti nei quartieri di Al Hamidiyeh e di Bab Hud. Questo venerdì l’Esercito ha portato a termine varie operazioni nella città, inclusi i quartieri di Bab al Turkman, Safsafeh e Al Qasur, uccidendo decine di miliziani e distruggendo i loro equipaggiamenti.

Secondo la rete televisiva Al Mayadin, questo accordo, che sancisce la ritirata dei miliziani verso altre regioni della provincia nord, è il primo di questo tipo. Occorre segnalare che nel nord della provincia di Homs ci sono ancora tre località che sono sotto il controllo dei miliziani: Hul, Talbiusseh e Rasten.
Tuttavia l’accordo presuppone un indubitabile vantaggio per l’Esercito poiché, a parte del significato di aver riconquistato Homs, la guerra in una città di questo tipo è molto più difficile che in campo aperto o in piccole località.

Fonte: Al Manar       Al Ahednews