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Ma quante ne “spara” Matteo Renzi?

di Enrico Galoppini - 22/05/2014

Fonte: Arianna editrice


Ogni giorno ne spara una, e sinceramente il dubbio è che non si renda nemmeno conto di che cosa dice.

L’ultima è questa: Le organizzazioni internazionali che ci stanno a fare in Libia? Mettiamo l'organizzazione dell'Onu per i rifugiati [quella per cui lavorava la Boldrini, NdR] a fare i campi profughi sulle coste libiche o no? Secondo me sì”. Lo dice il premier Matteo Renzi parlando alla rivista Vita, a Milano. La mancata presenza della comunità internazionale e dell'Onu in Libia “rischia di aprire le porte all'accesso, che ormai è già una presenza in una parte” del Paese, a “fondamentalisti che non erano lì prima, erano più lontani”. “Il modo con cui l'Europa si occupa della Libia è sotto gli occhi di tutti”: manderà “inviati speciali dei singoli Paesi e lo faremo anche noi. Ma poi qual è l'idea dell'Ue? Intendo porre la questione martedì al Consiglio europeo, e il 4-5 giugno al G7, così come ho già fatto con il segretario dell'Onu” (fonte: Ansa.it, 20 maggio 2014: http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/elezioni/2014/05/20/renzi-onu-faccia-campi-profughi-su-coste-della-libia_ecd8b1ed-e0aa-4236-969e-302c1e89a506.html).

Intendiamoci, siamo vicini alle elezioni europee, ed ogni trovata è buona per arraffare qualche voto (ammesso che poi i risultati non siano il frutto di brogli…).

Ma qui sembra sinceramente di sentir parlare il ‘miglior’ Berlusconi; quello del “milione di posti di lavoro” e della “casa a Lampedusa” per bloccare l’arrivo dei profughi sui barconi. Sparate tanto per dare l’impressione di “fare”.

C’è comunque una differenza tra i due esperti di “annunci a sorpresa”. Che l’ex Cavaliere – checché ne pensino gli “antiberluscones” in servizio permanente effettivo - qualche idea chiara di politica estera perlomeno ce l’aveva e ce l’ha ancora, tant’è che ha ribadito la sua “amicizia” per Putin, mentre il guitto fiorentino dice tutto e il contrario di tutto senza badare ad incoerenze ed assurdità.

Su Gheddafi il Nostro ha infatti più volte affermato di essere felice di non vedere più alla guida della ormai fu “Jamahiriyya araba socialista e democratica” il tremendo “tiranno”. Peccato che proprio a causa del “caos libico” adesso dobbiamo “accogliere” un migliaio di profughi al giorno. E chi paga? Pantalone, naturalmente!

A meno che il “Matteo Renzi” del blog che segue sia solo un omonimo dell’attuale presidente del Consiglio, è istruttivo leggere cosa scriveva il 12 marzo 2011:

L’inettitudine delle grandi potenze mondiali (esclusi Francia e Regno Unito) di fronte alla crisi libica sta di fatto aiutando Gheddafi a mantenere (e riconquistare) il potere in Libia.

Come da giorni riportato dai media, infatti, i ribelli stanno raschiando il barile delle loro scorte di carburanti. E si sa che questo significa perdere la forza trainante della rivolta.
E’ per questo motivo che non fare niente significa sostanzialmente aiutare Gheddafi.

Ogni giorno che passa in cui l’esercito continua ad effettuare raid aerei, ed in generale a trucidare la popolazione, carica la coscienza di chi non interviene di questi delitti contro l’umanità. (Fonte: http://www.matteorenzi.com/2011/03/12/non-fare-nulla-significa-aiutare-gheddafi/)

Fini concetti di politica internazionale reiterati anche dopo l’eliminazione del Colonnello, i quali evidenziano in che mani siamo per quanto riguarda il nostro posizionamento nello scacchiere mediterraneo e non solo.

È perciò chiaro come il sole che certe affermazioni come quella sui “campi profughi” dell’Onu da installare in Libia sono fatte tanto per fare, tanto per dare la parvenza di quello che ha “l’idea geniale” di fronte ad un popolo italiano decisamente scocciato e che giustamente non ha alcuna intenzione di “accogliere” a prescindere.

Ora, si dà il caso che la Libia, come riferito dall’ottimo Micalessin su “Il Giornale”, sia diventata una specie di Somalia, con le istituzioni fantasma e la popolazione taglieggiata da bande di “guerriglieri” e “signori della guerra” che del traffico di esseri umani, per giunta musulmani come loro (ma non della loro “ideologia islamica”, il che non è un dettaglio), hanno fatto un lucroso affare, alla faccia delle minime prescrizioni della legge islamica, comunque la si voglia interpretare.

La verità è che la Libia è stata ridotta ad un bordello per motivi che Renzi conosce benissimo e che hanno a che fare con la riduzione allo stato preindustriale di quella che faticosamente Gheddafi aveva trasformato in una nazione benestante; e, sopra ogni altro motivo, per propinarci l’allarmistico “scenario” di un Paese frontaliero che rappresenta una “minaccia”, per giunta “islamista”, il che è quanto di meglio possa sperare l’Occidente, che sulla paura da “scontro di civiltà” ha costruito tutta l’ideologia che puntella la sua politica estera a partire dal simbolico “attentato” dell’11 settembre 2001.

Oltretutto, i “profughi” che ci vengono cortesemente spediti dalle “milizie” libiche rientrano nel confezionamento di un vero e proprio spettacolo ad uso e consumo del pubblico disinformato che segue i telegiornali: una Siria allo stremo e sotto un altro “tiranno” da eliminare che con le sue nefandezze provoca quest’emorragia di popolazione. Ma guarda caso, proprio in questi ultimissimi mesi, la situazione in Siria è volta decisamente a favore delle forze governative, per cui c’è il fondato sospetto che questi “profughi siriani” siano delle vittime di una macchinazione che ne ha bisogno per dimostrare il contrario di quello che avviene sul campo, a meno che si tratti di famiglie dei cosiddetti “ribelli” che a questo punto devono sloggiare per essersi prestate al tradimento della patria e che per giunta sono della stessa ideologia degli attuali signori della Libia.

“Profughi libici”, poi, non s’erano mai visti in Italia, e se adesso ne arrivano, dobbiamo ringraziare “le grandi potenze mondiali” che il blogger Matteo Renzi richiamava alla loro responsabilità di ‘gendarmi del Mediterraneo’ (e del mondo).

Prima, gli unici libici che si vedevano in Italia erano studenti, spesati da cima a fondo dal “regime”, e lo stesso dicasi degli “iracheni”, che al solo sentirli nominare evocano oggigiorno qualcosa di assai simile agli “straccioni” e ai “disperati”.

La verità è che con il rovesciamento del governo libico e la “Primavera araba”, la Nato e l’Occidente hanno portato a segno un altro colpo in quella che è una strategia a lungo termine, mirante al dominio assoluto nel Mediterraneo e in Eurasia.

Ma questo non lo può davvero capire chi, al massimo, senza alcuna strategia, si affida alla sola tattica: quella di stare sempre e comunque alla ribalta, da una poltrona all’altra, grazie all’ennesima “sparata” del giorno.