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Il Bilderberg dichiara guerra alla Russia e ai partiti euroscettici

di Roberto Motta Sosa - 01/06/2014

Fonte: Arianna editrice

Una delle ultime edizioni si era tenuta a Roma, nell’Hotel De Russie, nel novembre 2012, quando ad amministrare la Capitale era Gianni Alemanno, il quale, molto premurosamente, aveva chiuso il centro, facendolo presidiare da poliziotti e carabinieri in equipaggiamento da guerra, per proteggere i potenti (banchieri, finanzieri, economisti, politici e grandi intellettuali) convenuti nella Città Eterna per parlare del futuro dell’economia e della politica mondiali, tutto rigorosamente a porte chiuse. Quest’anno il Bilderberg, chiacchierato inner group internazionale reso famoso (o famigerato, a seconda dei punti di vista) dal libro inchiesta del controverso giornalista di origini russe Daniel Estulin e pubblicato in Italia (2009) con il titolo Il Club Bilderberg, è convocato dal 29 maggio al 1° giugno a Copenaghen, per la precisione all’Hotel Marriot. Sulla stampa nostrana sono già filtrati quelli che dovrebbero essere i temi trattati e gli invitati italiani. Secondo questi rumors, al centro della 62° edizione ci sarà il tema del contrasto ai partiti euro scettici, recentemente entrati nel Parlamento dell’Unione europea, e il dibattito sulla posizione da assumere nei confronti dell’asse russo-cinese.

 Quattro, stando a quanto riportato, sarebbero gli invitati italiani: il direttore di RaiNews24, Monica Maggioni, il presidente del Gruppo FIAT, John Elkann, l’ex Presidente del Consiglio e Senatore a vita, Mario Monti e il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabé (che per alcuni sarebbe molto vicino al gruppo Rothschild).

Nel cuore del continente eurasiatico Mosca e Pechino hanno recentemente siglato un accordo energetico per la fornitura trentennale, da parte della Russia, dell’equivalente di 450 mld di Dollari. Una mossa che, di fatto, rende vane (se non nulle) tutte le mosse occidentali (Stati Uniti e Unione europea) di isolare con ogni mezzo la Federazione russa, usando soprattutto le sanzioni recentemente imposte al Cremlino a seguito della crisi ucraina. Alla prova dei fatti l’asse eurasiatico (che si riconosce nella SCO –Shanghai Cooperation Organization) russo-cinese ha retto l’urto, senza dividersi. Uno “smacco” che rischia di ripercuotersi sulla contraddittoria politica estera statunitense e sulla debole azione della Ue.

L’altro “nemico” contro cui il Bilderberg si appresterebbe a rivolgere i suoi strumenti di dissuasione sarebbe rappresentato invece 

 

dall’onda montante dei partiti euro scettici recentemente premiati dalle urne, i cui leaders mercoledì scorso (28 maggio) si sono riuniti per formare i gruppi parlamentari che li rappresenteranno a Strasburgo e a Bruxelles (le due sedi dell’Europarlamento). Secondo il regolamento Ue, per formare un gruppo parlamentare, (la cui appartenenza è fondamentale per un partito che voglia partecipare ai lavori dell’assemblea), sono necessari almeno 25 europarlamentari di sette diverse nazionalità. La compagine degli euro scettici, peraltro, ha mostrato di avere scelto due vie, che, seppur non distanti, sono per ora distinte. Ad esempio, per Grillo e Salvini che mercoledì si sono ritrovati sullo stesso volo per Bruxelles le “destinazioni” sono state però diverse. Il leader del Movimento 5 stelle ha incontrato l’inglese Nigel Farage dell’UKIP (United Kingdom Independent Party). Mentre il Segretario della 

Lega Nord ha avuto un pranzo conviviale con Marine Le Pen, che in Francia ha portato il Front National al trionfo, e l’olandese Geert Wilders del “Partito per la Libertà” (Partij voor de Vrijheid, PVV). Allo stesso tavolo di Salvini e Le Pen siedevano anche i rappresentanti di altri due partiti anti Ue: il Fpoe austriaco di Heinz-Christian Strache (formazione che, in parte e nonostante le scissioni, ha raccolto l’eredità di Jorg Haider) e il “Vlaams Belang” belga, (già “Vlaams Blok”). Due agguerriti “nemici” dunque, uno esterno (la Russia di Putin) e uno interno (i gruppi euro scettici) con cui il potente Bilderberg intenderebbe confrontarsi nell’immediato futuro.Intanto in Italia la mossa del Segretario leghista ha già suscitato le rimostranze del presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, il quale, come riportato dall’Adnkronos, “aveva detto che se la Lega si fosse seduta vicina alla Le Pen sarebbe uscita dalla democrazia”. Piccata la risposta di Salvini: “Ho ottimi rapporti come segretario federale della Lega e come Matteo Salvini salvini-le-pen-3
con le comunità ebraiche di mezza Italia. Il signor Pacifici parla a titolo personale e fa politica”. Oltre a questa si è subito consumata una prima polemica interna anche tra gli euro scettici. Mercoledì è rimbalzata una notizia che aveva tutte le tinte del giallo politico. Secondo alcuni organi d’informazione infatti, la Le Pen avrebbe dichiarato di volere accogliere nel costituendo gruppo parlamentare anche i greci di Alba Dorata (Golden Dawn, in inglese) e l’estrema destra ungherese del “Movimento per un Ungheria Miglore” (Jobbik); notizia poi smentita (ufficialmente) del Front National. Contemporaneamente proprio l’Ungheria del presidente Viktor Orban sceglieva di essere la “mosca bianca” degli euro scettici confluendo nel PPE (Partito Popolare Europeo). Una seconda diatriba si consumava tra gli inglesi di Farage e i francesi del Front National. I primi avrebbero infatti attribuito ai secondi una venatura anti semita, accusa peraltro che la Le Pen avrebbe a sua volta rivolto agli ungheresi di Jobbik.  Secondo l’UKIP, inoltre, Marine Le Pen sarebbe ancora fortemente influenzata dalla figura del padre, condizione a quanto pare ritenuta negativa dagli inglesi. Insomma, le consultazioni per la formazione del gruppo capitanato dal Front National sono ancora tutte aperte.
Come ancora aperta pare sia la partita per la nomina del nuovo Presidente della Commissione europea, che dovrà succedere all’attuale, il portoghese José Manuel Barroso. Sei sono i candidati, di cinque gruppi diversi. Ma solo due paiono essere al momento i “papabili”: il lussemburghese Jean-Claude Junker (espressione del PPE) e il tedesco Martin Schultz (dei Socialisti europei), Presidente del Parlamento europeo.

 

fonte Milano post