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Emergenza e post

di Lorenzo Parolin - 01/06/2014

Fonte: Arianna editrice


 

La crisi è un precipitare di eventi che amplifica ed esagera la reale consistenza dello stato di malattia di un Sistema, perciò è opportuno contrastarla con una cura da cavallo; poi, però, serve rimuovere le cause che giorno dopo giorno hanno fatto insorgere la malattia e scatenato la crisi.

L’anno scorso sono stato colpito all’improvviso da una poderosa ernia del disco. Credevo di essere un uomo spacciato: ero finito a stampelle e su sedia a rotelle. Avevo perso 7Kg in 10 giorni. Ma è bastata una puntura al portafoglio e una sulla spina dorsale, fattemi da uno specialista, per rimettermi in piedi. Ora, corrette le cattive abitudini che lentamente avevano minato la mia schiena, sono tornato a vivere.

 

Anche l’Italia ha subito un infortunio simile, e a molti è sembrata disastrata e senza più speranze di riprendersi.

È ovvio che chi non ha riconosciuto i sintomi della malattia e fino all’ultimo non ha fatto niente per evitare che le cose precipitassero non può essere in grado di gestire l’emergenza, e, anche se lo fosse, non ne sarebbe degno. Lo può fare molto meglio qualche tecnico che conosca bene i meccanismi di funzionamento dell’attuale Sistema ma che se ne sia stato finora in disparte: avrà la freddezza e la determinazione per intervenire chirurgicamente e riportare sotto controllo la situazione sfuggita di mano agli incapaci; tuttavia, il massimo che ci si può aspettare dai tecnici è il superamento della fase acuta della malattia, ed è ovvio che la cura al male debba toccare il portafoglio degli Italiani: loro sono gli ammalati. Dopodiché toccherà al popolo adottare nuove regole di vita.

Le istituzioni vanno rifondate eliminando le regole immorali che stanno alla loro base e che alla lunga hanno provocato i grandi guai che conosciamo. Affinché possa accadere questo bisognerà però che i cittadini semplici aprano gli occhi e convertano i loro cuori all’altruismo e alla spiritualità, altrimenti, di passi avanti, il mondo ne farà ben pochi.

Se diamo per scontata la bontà del Sistema capitalistico con la presenza dell’economia finanziaria e delle banche di emissione, allora Monti è un’autorità in materia. Ma il Sistema è da bocciare, perciò, Monti e company, essendo i teorizzatori del capitalismo coniugato alla democrazia, e i propugnatori del libero mercato e della concorrenza, sono i maggiori responsabili della rapina (legalizzata) organizzata in pianta stabile dal Sistema ai danni delle classi deboli.

[rif. www.lorenzoparolin.it S3/93]