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Manifesto contro l’Europa elitaria

di Lorenzo Lipparelli - 09/06/2014

Fonte: L'intellettuale dissidente


Il quadro complessivo delineato è l'exempla che dimostra la vera essenza di tale progetto: l'asservimento assoluto delle Nazioni, la morte del diritto patrio nato in età moderna e applicatosi nell'età degli Stati nazionali, è negazione dell'identità d'origine, è cosmopolitismo capitalistico ottuso, è congerie giuridica e barbarie ideologica, è annullamento del pluralismo comunitario e affermazione di una gerarchia cristallizzata, è l'annientamento della cuna culturale del mondo qual è stata l'Europa, è illuminismo contorto, usurato biecamente dal capitalismo, è la risultante del progetto partito a Bretton Woods e giunto a Lisbona, è pura volontà elitaria, che, per sua natura, è ossessionata dal controllo, dal profitto, e dal rigore.

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Tralasciando premesse storiche divenute ormai futili, ingozzate di finta bona fides, come l’unificazione dei popoli sotto un regime pacifista e democratico, affrontiamo quella che è la struttura europea odierna dal punto di vista prettamente giuridico, il più concreto, fattuale, puntando allo stimolo del pensiero individuale, elaborato, di fatto, su dati e contraddizioni incontestabili. 

L’Unione Europea è costituita da sei grandi organi quali BCE, Commissione, Corte di giustizia dell’Unione europea, Consiglio europeo, Consiglio, Parlamento. Ancora, la Corte dei Conti, infinite agenzie, servienti da database of control, che vanno dalla EMA (Agenzia europea per i medicinali) alla ENISA (agenzia europea per la sicurezza della rete e dell”informazione), sistemi plurali (SEBC – sistema europeo banche centrali) e comitati inutili come il Comitato per l’occupazione. I Trattati strutturali dell’impalcatura europea sono il Trattato sull’UE (TUE) e il Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE). Entrambi recenti, de facto assumono il ruolo di carte costituzionali europee – dopo il naufragio del “processo costituente europeo” causato dagli esiti negativi dei referendum di Francia e Belgio, è stata imposta la stessa strada silenziosamente. Proclamano come chiave per la “legittimazione costituzionale” di tali Trattati e della stessa appartenenza all’UE – che si erige anche a giustificazione dell’omissione del parere del popolo – l’art.11 Cost. che recita: “[...] consente, in condizioni di parità con altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni [...]”.

La sola sussistenza di tali condizioni ieri, come oggi, è utopia umoristica. Dei sei grandi organi solo uno di questi è elettivo, ergo “democratico”, ed è il Parlamento europeo. In verità si manifesta più come bacino di chiacchiere e sprechi che come uno dei tre poteri fondamentali dello Stato di diritto! Invero non può compiere neppure l’unica funzione che gli si assegna per definizione: legiferare. Può farlo solo su proposta della Commissione, congiuntamente con il Consiglio (composto da rappresentanti di Stato a livello ministeriale), che gli si differenzia in quanto promotore di indirizzo politico. Quest’ultimo, peraltro, è competenza anche e sopratutto del Consiglio europeo (composto da Capi di Stato o di governo, dal suo pres. e dal pres. della Commissione) che “individua gli interessi e gli obiettivi strategici dell’UE” (art.22, TUE).

Si distinguono la BCE, la CGUE, e la Commissione per la loro totale indipendenza nell’esercizio delle funzioni rispetto ai Stati membri e a qualsiasi ente o potere, e per i privilegiati poteri attribuitigli. La BCE assieme al SEBC hanno competenza esclusiva nella politica monetaria e con riferimento alle loro funzioni l’art.130 del TFUE dichiara: “[...] gli Stati membri si impegnano […] e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle banche centrali nazionali nell’assolvimento del loro compito”. Questo “loro compito” cosa comporta? Dai Trattati emerge l’obbligo per tutti gli organi di promuovere il bene dell’UE, quindi degli Stati e dei cittadini, la pace, ecc, ma appare invero come contradictio in terminis, poiché le banche sono essenzialmente aziende gestite da privati (almeno in tale circuito), che quindi puntano al profitto e di certo non al bene comune, in molti casi con intrecci partecipativi (la BCE è partecipata dalle quote delle banche nazionali – Banca d’Italia possiede circa il 15% – che a loro volta sono partecipate dalle banche commerciali e via dicendo) che leziano il Potere. Peraltro la BCE può sostanzialmente (addirittura) legiferare emanando regolamenti, direttive, ecc.

La Commissione (composta da cittadini, a volte scelti per competenza) possiede moltissimi poteri quali controllare, eseguire, legiferare i principi che perseguono i Trattati, “dà esecuzione al bilancio, e assicura la rappresentanza esterna dell’UE” (art.17, TUE)  in via residuale ai poteri dell’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza. La CGUE edificante l’intera giurisdizione europea, comprende il Tribunale e i tribunali specializzati. Sin dalla sua istituzione è stata promotrice di autoritaria giurisprudenza, dettando la sua superiorità e quella delle norme europee, assurgendo a quell’unificazione giuridica che sarà prossima arrivare a compimento.

Si intuisce come l’appartenenza all’UE abbia man mano esautorato ogni sovranità nazionale per vile asservimento al Potere: quella legislativa-governativa limitata profondamente dalle disposizioni dei Trattati divenute appartenenti al rango costituzionale, quella monetaria posseduta dall’elitè comporta progressivamente l’annullamento di quella economica, di quella alimentare e produttiva (dettata dall’ideologia neo liberal-capitalistica raggiungerà l’orgasmo con il TTIP), di quella economica-fiscale già fortemente castrata dai parametri di Maastricht e definitivamente abolita col Fiscal Compact del prossimo anno, e così via.

Il quadro complessivo delineato è l’exempla che dimostra la vera essenza di tale progetto: l’asservimento assoluto delle Nazioni, la morte del diritto patrio nato in età moderna e applicatosi nell’età degli Stati nazionali, è negazione dell’identità d’origine, è cosmopolitismo capitalistico ottuso, è congerie giuridica e barbarie ideologica, è annullamento del pluralismo comunitario e affermazione di una gerarchia cristallizzata, è l’annientamento della cuna culturale del mondo qual è stata l’Europa, è illuminismo contorto, usurato biecamente dal capitalismo, è la risultante del progetto partito a Bretton Woods e giunto a Lisbona, è pura volontà elitaria, che, per sua natura, è ossessionata dal controllo, dal profitto, e dal rigore.