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Antisemitismo, antisionismo e real politik: Da Putin alla Le Pen

di Massimiliano Greco - 09/06/2014

Fonte: Stato e Potenza


 

islam-anti-semitism-god-bless-hitlerVi scriviamo con rinnovata sfiducia riguardo la supposta evoluzione umana, e la nostra realtà di specie intelligente. Anzi, visto l’autolesionismo di una buona fetta di popolazione, manifestantesi, tra l’altro, con la partecipazione, se non altro morale, a guerre imperialistiche, gay pride, ed elezioni europee, da parte di gente che fa fatica a mettere il pranzo con la cena, dovremmo dedurne che gli scimpanzé siano più intelligenti di noi.
Per quali motivi nutriamo tale sfiducia? Sono due, ma essi si riducono sostanzialmente a uno. Così come nell’orrida poltiglia umana di sinistra, ogni mossa un po’ fuori dagli schemi (antiquati) viene tacciata di: “fascismo/rossobrunismo”, fra gli squinternati del fantamondo destro radicale (non tutto, per fortuna), ogni evento viene etichettato sgradito sotto la variopinta, fumosa e puzzolente etichetta composita del “massogiudeobolscevismosionista”, intero o parzialmente scremato, cioè spezzettato (non tutti sono massogiudeosionbolscevichi, qualcuno es è giudeoliberista).
Certuni, reduci da una raffica di sconfitte e brutte figure nel Donbass e in Crimea, godono in maniera particolare alla presunta rivelazione del secolo: Putin incontra degli ebrei. Peggio: Putin incontra degli ebrei israeliani. Peggio ancora: tali israeliani sono a capo del Paese sionista e, orribile a dirsi, hanno stabilito una linea speciale, in modo che possano sentirsi con Putin saltando tutte le trafile.
Ora, al netto del disagio mentale e dei casi umani – frutto di settanta anni di (auto)ghettizzazione, e fatti salvi alcuni suoi esponenti –  la destra radicale – o almeno la sua componente più lagnosa (ma non era da ebrei frignare sempre?) – è oggettivamente entrata in crisi. La sua crisi, anche se forse il termine non è adatto, non avendo mai ottenuto risultati, elettorali o meno, negli ultimi venti anni, è cominciata con la vicenda ucraina. Vicenda ucraina che, lo ricordiamo, ha visto un golpe “nazi-fascista” (nel senso che i suoi esponenti fanno il saluto romano e usano simbologie destro radicali, non certo perché il loro programma, decisamente liberista, contenga alcunché di socialista) abbattere il governo legittimo, dietro l’appoggio (dichiarato esplicitamente) degli Usa (e dei Paesi satellite).
La DR italiana, invece di schierarsi contro i golpisti atlantici, si è spaccata. Una parte è rimasta fedele alle posizioni antiatlantiche, mentre un’altra, che fino al giorno prima si dava ad atti di onanismo davanti alle foto a petto nudo del “camerata” Putin, passava al nemico, e insultava il presidente russo, accusandolo di essere: “neostalinista, liberalcapitalista, panslavo, neozarista, imperialiberista (sic!).”  Giungevano anche a dare del “mediocre agente d’influenza straniera” a Dughin, cioè a colui che, lo ricordiamo, fino al giorno prima era salutato come un nuovo Evola.
Ma cos’è successo, per arrivare a questo punto? L’argomento l’abbiamo sviscerato nei precedenti articoli. Il neofascismo paga per cinque colpe gravi:
1) Il terzaposizionismo/anticomunismo. Poteva avere senso quando c’era da scegliere tra gli Usa e l’Urss, e cioè tra liberalcapitalismo e comunismo. Tuttavia, col crollo dell’Urss tale secondo termine viene meno, ergo la destra radicale avrebbe dovuto riallinearsi. Per farlo però avrebbe dovuto sterzare di 180°, cosa impossibile (vedere sotto). L’anticomunismo, a comunismo praticamente scomparso ovunque, è come l’essere anticartaginesi oggi. Il suo scopo è quello di creare false contrapposizioni, e di scatenare (e incatenare) le passioni politiche, in modo che non si riversino contro gli americani, ma contro un’altra fazione, nel proprio o in un altro Paese. È perfettamente analogo all’antifascismo, quanto meno a quello “mainstream”, in quanto a utilità atlantica. Non a caso, gli antifascisti nostrani, a parte qualche eccezione, sono passati dalla russofobia al putinismo più acceso, non appena (e non prima di allora) sono comparse svastiche e celtiche sull’altra sponda della guerra civile ucraina. L’ANPI è un esempio perfetto di utile idiozia dell’antifascismo, dato che è rimasta fedele alle posizioni fintoterzoposizioniste, ed esplicitamente atlantiche, come il PMLI, del resto.
2) Il filogermanesimo ossessivo. Tipico di una gran parte della DR, consiste nell’esaltazione acritica della Germania, e nella sua trasformazione in categoria metastorica. Per essi non vi sono le Germanie (cioè la Germania calata nelle varie epoche storiche) ma un’unica, perfetta Germania. Germania immensa… e nera, verrebbe da dire. Per tali esponenti, Russia e Usa sono la stessa cosa (sic!) addirittura sarebbero finti nemici, o veri amici, sin da quando lo zar vendette agli Usa, a prezzo stracciato, l’Alaska. Tuttavia, al di là delle tenebre, ci sarebbe, ferita ma non morta, sconfitta ma non distrutta, la Grande, Immensa, Magnifica Germania, l’unica nazione in grado di traghettare l’Europa verso il nuovo, glorioso, reich (mensile, probabilmente, vista la durata del precedente). Scopo delle finte lotte tra russi e americani, ci sarebbe sempre l’unico, vero movente di tutte le guerre e le rivoluzioni degli ultimi tre o quattro secoli: incatenare la Germania e tenere in soggezione l’Europa.
Vi assicuriamo che non inventiamo nulla. Sono argomentazioni ossessive ricorrenti.
3) La mentalità tribale. La mentalità secondo la quale si giudicano le persone, le parole e gli eventi, solo in funzione dello schema amico/nemico in un’ottica di identitarismo tribale primitivo. Es “sei della mia tribù/parrocchia/partito? Allora hai ragione. Sei il nemico? Allora hai torto.”
È comune sia a destra che a sinistra, ma è bizzarro che coloro i quali si dicono eredi del fascismo, teoricamente la patria di tutti gli eretici e di tutte le eresie (in contrapposizione col monolitismo comunista, grigio e sterminatore) non riescano a uscire da tale logica. Così si finisce per supportare i militanti di Right Sektor, che di autenticamente fascista non hanno nulla (niente socialismo, niente corporativismo, niente autarchia, in compenso sono favorevoli all’ingresso nella Nato, nella Ue e alla democrazia digitale1) se non gli aspetti più deleteri e caricaturali (vedi punti 4 e 5).
D’altra parte, avversano la repubblica del Donbass, che pure ha abolito il gioco d’azzardo, le droghe, e ha confiscato le proprietà degli oligarchi corrotti, solo perché usano la simbologia “sbagliata.”
4) L’antisemitismo/il complottismo. Per questo “socialismo degli imbecilli (2)” la colpa di tutti i mali del mondo è, a scelta, opera degli ebrei (non inteso ciò come l’azione di una lobby formata da un numero ristretto di individui, ma come intero popolo, bambini e poveri compresi) dei massoni, del bolscevismo (che perdura nonostante la fine del bolscevismo) o di uno o più di quegli elementi messi assieme. Al posto degli ebrei, a volte, appaiono i sionisti, ma spesso si tratta di una copertura (a uso degli stolti preciseremo che questo NON vuol dire che allora occorre essere sionisti, ma se si riuscisse a chiamare “topo” il topo, “gatto” il gatto, e ad abbandonare le ossessione duropuriste, sarebbe una gran cosa).
In tale ottica, recarsi in una sinagoga equivale a essersi venduto ai nemici; un capo di Stato o di partito che visiti Israele diviene automaticamente sionista (e quindi sostenitore della necessità dello Stato di Israele e delle sue politiche genocide) e se tale politico, a meno che non abbia le svastiche tatuate in fronte, non passa tutto il giorno a chiedere la distruzione di Israele è, nella migliore delle ipotesi, fortemente sospetto.
In tutto ciò si innestano le molte bufale, basti pensare alla foto in cui Putin, il presidente cinese, e Bush figlio, indossano quel bizzarro costume tradizionale cinese, spacciato dai complottisti come un abito massonico e usato per portare acqua alla tesi terzaposizionista del: “sono tutti uguali” (eccetto la Germania eterna e nera, ovviamente).
5) L’allergia per tutto ciò che sa di intellettuale, contrapposto a tutto ciò che è azione. Questa è un’ossessione tipica, diremmo esclusiva, della destra radicale. Ha radici profonde sia in Evola (che pure rabbrividirebbe a vedere cos’è il neofascismo, lui che disprezzava l’antisemitismo plebeo, l’anticomunismo puramente negativo, tutto ciò che è agitazione fine a sé stessa, etc) che nel pensiero e nei proclami fascisti stessi, da “la guerra del sangue contro l’oro” al disprezzo per qualunque analisi di una situazione che prescinda dalla ricerca di camerati da supportare/ebrei, massoni, sionisti da combattere, il passo è breve.
Il tutto è rafforzato dal rifiuto quasi religioso per lo studio serio di discipline concrete, dalla strategia, alla geopolitica, passando per l’economia, viste come ostacoli verso la via dell’eroismo. In ciò vi è un bizzarro parallelismo con gli antifascisti da centro sociale, i quali del resto sono capaci di andare ai Gay Pride indossando le maglie col volto del Che o di Lenin! Inutile ricordare ai destro radicali che la geopolitica la inventò un nazionalsocialista: troverebbero l’ennesima frasetta per giustificare la contraddizione.
Più utile, invece, è mostrare le conseguenze di tutto ciò.
Al di là degli eventi della Seconda Guerra Mondiale, che hanno comunque visto l’attacco suicida all’Urss, l’anticomunismo non ha mai portato alcun bene né alla DR né all’Europa. In nome dell’anticomunismo sono state giustificate le peggiori nefandezze, i regimi più oscuri e bigotti, da quello franchista a quello cileno. Ma il tutto può essere ancora giustificato, visti i difetti dell’Urss e la pochezza umana della gran parte dei comunisti europei.
Allo stato attuale, a comunismo morto (a meno che non si vogliano confondere gli hashishomani dei centri sociali, per comunisti, quando ormai è tutta una gara a inseguire la sinistra americana sul terreno dei “diritti civili” e a meno di non sentirsi minacciati dall’imperialismo Nord Coreano, Bielorusso o Cubano) essere anticomunisti equivale a essere degli omini caricati a molla dagli americani, esattamente come i portatori ambulanti di parassiti, “dread” e “fumo” sono caricati a molla con le parole d’ordine antifasciste.
La Storia è ciclica. La Germania poteva avere aspetti positivi nel passato, ma adesso non è altro che una colonia Usa. La sua supposta maggiore autonomia non è altro che la differenza che passa, in un carcere, tra il bullo e la vittima di turno. La vittima è l’Italia, ma la Germania comunque si trova in galera, e le chiavi le hanno gli Usa.
Tale sudditanza psicologica nei confronti della Germania, proprio da parte di gente che ci accusa di essere sottomessi alla Russia, è la dimostrazione che la legge dello specchio è valida: negli altri si insulta ciò che non riusciamo a vedere in noi stessi, e che pure è presente forse in misura maggiore. La classica storia della trave e della pagliuzza.
Sull’allergia alla ragione abbiamo parlato praticamente in ogni nostro articolo, per cui arriviamo al centro della questione.
L’antisemitismo (e similia) è politicamente utile, oppure è solo castrante? E un politico che parla con un membro del governo israliano, diventa per ciò stesso un venduto?
L’antisemitismo è un ottimo mezzo per evitare che si attacchi il capitalismo, così come lo è il razzismo Wasp. In entrambi i casi si cessa di parlare di socializzazione (di imprese) di nazionalizzazioni, di socialismo, e si finisce per parlare di ebrei, negri, massoni o altro.
Che vi siano delle lobby ebraiche molto influenti è indubbio. Che tali lobby controllino tutto e tutti, è invece da dimostrare. Sopratutto è da dimostrare la perfetta identità tra sionismo interno ai Paesi europei, che spinge solitamente (ma non sempre) verso politiche di tipo antinazionale, e sionismo israeliano.
Poche storie: Israele è un Paese. Ha dei confini, un esercito, un’aviazione, e numerose testate nucleari. Non si può non tenerne conto. Noi e voi possiamo passare tutto il giorno a recitare maledizioni in otto lingue contro Israele, ma questo non lo farà sparire. Altrimenti sarebbe scomparso già nei primi anni ’50. Tutti gli attacchi, anche militari, contro Israele sono falliti. È una potenza con cui fare i conti. Un capo di Stato, specialmente di un Paese che comunque è costretto a contrapporsi con una potenza come gli Usa, non può aprire troppi fronti. Chi, da dietro una tastiera (rivolgono questa accusa agli altri, ma vale anche per loro stessi) biasima la Russia per aver istituito una linea speciale per comunicare con Israele, dimentica troppo in fretta che Israele è nemica della Siria e dell’Iran, Paesi che hanno ottimi rapporti con la Russia. E il valore dei siriani, senza l’aiuto russo, non sarebbe bastato a impedire l’invasione Usa.
La politica estera è qualcosa di più serio dei deliri di certi guru dell’oltretomba, di signore di mezza età che si credono rivoluzionarie perché gridano “all’ebreo, al complotto, o W il duce”, a ogni pie’ sospinto. È fatta di accordi, di valutazioni fredde, di calcoli. E abbiamo visto le sparate alla “spezzeremo le reni alla Grecia” a cosa hanno portato.
Lo stesso discorso si può fare per la Le Pen, colpevole, secondo la DR, di aver osato non dire peste e corna di Israele. Ora, a parte che la DR italiana tutta si è sempre alleata con i peggiori sionisti d’Italia, da Berlusconi, a Storace, alla Mussolini, per nominarne solo alcuni,  ma secondo noi il problema è un altro. La Le Pen manda in tilt la DR perché:

1) Ha successo. E non c’è nulla di più nocivo del successo per gente che vive di slogan, di passatismi, di sparate pseudorivoluzionarie, che il successo, perché a quel punto giunge la paura, nata dalla certezza di non essere in grado di governare neppure un condominio, figuriamoci un Paese. Non solo, ma un conto è fare i rivoluzionari con lo 0, (cifra che racchiude l’essenza della DR e della sinistra radicale) un altro è dover attuare iniziative concrete che influiranno sulle sorti di un intero Paese. E le estreme, specie la DR, non parlano alla nazione, ma ai compagni/camerati di tribù.
Questo ci porta al resto.
2) Ha successo senza essere fascista/reazionaria. E questo la rende odiosa per la DR, per il tribalismo di cui sopra. Non avendo metabolizzato la sconfitta di settanta (70) anni fa, anzi, essendo le sue fondamenta poggiate proprio sull’eterna rievocazione della stessa, e sul perenne pianto ebraico sul megacomplotto giudeomassonico ai loro danni, la DR non può accettare che vi sia un movimento alternativo (la Le Pen è davvero oltre la destra e oltre la sinistra) che NON sia anche fascista, violentemente antirusso (si sa: russi = sovietici = comunisti = sconfitta, mentre gli americani sono in fondo il male minore) e che non mandi in giro i propri militanti bardati come teppisti da stadio/nazisti dell’Illinois ed eviti di allearsi con movimenti autocastratisi a causa del folclore nazifascista che li circonda (vedi sotto).
3) Ha successo senza essere becera. Non a caso la DR spesso rimpiange il padre, per i modi rozzi, il vestiario ancora più rozzo, e in generale l’atteggiamento che corrisponde semmai alla classica caricatura del fascista, tipo il classico vecchiaccio malefico che a ogni pie’ sospinto esclama: “ai miei tempi i treni arrivavano in orario/ i giovani andrebbero portati a calci in culo a lavorare in miniera.”
Avendo poco o nulla metabolizzato la sconfitta, la DR italiana ha però assorbito le mode e le caricature pseudofasciste straniere, dal look skin mutuato dall’Inghilterra, al razzismo Wasp suprematista d’importazione americana. Ovviamente ogni traccia di socialismo, ideologia quanto meno ingombrante e sgradita ai padroni anglosassoni, è stata spesso sacrificata, quanto meno quando si decide con chi solidarizzare all’estero (vedi sopra).
Concludiamo con le parole di Nicolai Lilin, russo antiputinista (3):
“In Russia c’è chi definisce “nazista” il governo di Kiev. Quindi esistono nazisti che parteggiano per la Nato e per gli americani che li sconfissero nel 1945?
Parafrasando Lenin, quelli sono degli “utili idioti” degli americani. Peraltro in tutta Europa i movimenti di destra non parteggiano, salvo rare eccezioni, per i nazi ucraini, ma per i russi. Perché la Russia difende valori e principi che tradizionalmente appartengono al mondo della destra identitaria e patriottica e Mosca oggi è il grande antidoto alla vittoria finale del mundialismo. Come vede, confusione a tutti i livelli…
Barak Obama ha avuto parole dure contro la Russia: non riconosce il risultato del referendum in Crimea e ha invitato i governi dell’Ue a stanziare soldi per gli armamenti militari in funzione anti-russa. Ma non è stato insignito del Nobel per la Pace?
Personalmente credo che il Nobel per la Pace non debba mai essere conferito ad un presidente americano, sia esso repubblicano o democratico, perche gli Usa sono la nazione che dal 1945 ad oggi ha bombardato più paesi al mondo. La politica estera americana è la summa dell’espansionismo. Ma danno degli espansionisti agli altri.
Lo sa che per lei è pronta immediatamente l’accusa di essere anti-americano?
Ma io non sono anti-americano, non ho sentimenti di avversione contro il popolo che vive negli States. Ma è vero o no che i governanti americani sono intervenuti in mezzo mondo, dall’Irak alla Libia, dal Sud America all’Europa dell’est, finanziando “rivoluzioni” e “primavere arabe”, utilizzando infiltrati, lacchè, potentati economici e finanziari e persino quelli che formalmente definiscono loro nemici, come Al Qaida?
Al Qaida? Bin Laden? Ma se gli americani lo hanno definito nemico numero uno e, dopo avergli dato la caccia per anni, lo hanno giustiziato e gettato in mare…
Guardi, so quello che dico. Ho servito l’esercito russo e ho contatti con ambienti militari che naturalmente non nomino e posso dire con certezza che Al Qaida è stata finanziata dalla Cia per certe operazioni ben precise. E anche da servizi privati di intelligence assoldati da gruppi di potere che dispongono di ingenti quantità di denaro e influenzano, e in certi casi determinano, le politiche estere dei paesi occidentali. Le guerre di oggi ormai le fanno soprattutto gli eserciti privati, con professionisti di altissime capacità e dotati delle più moderne tecnologie militari. Alcuni documenti li ho anche pubblicati sul mio blog e sul mio profilo facebook. Ormai siamo arrivati alla “Guerra s.p.a”.
In una nostra nostra recente intervista Alexandr Dugin, intellettuale russo esperto di geopolitica e molto ascoltato al Cremlino, ha parlato di inevitabile guerra mondiale scatenata dalle consorterie mondialiste. Lei la vede in maniere più ottimistica?
Purtroppo concordo con Dugin. Gli interessi dei padroni del denaro vogliono sistemare la questione russa una volta per tutte e già adesso le sanzioni danneggeranno l’economia di noi europei. Chi sostiene la linea dura e le continue provocazioni fatte contro la Russia non fa gli interessi dei popoli europei, ma di qualcun altro. Anche se vengono formalmente eletti dai parlamenti nazionali.”

1. Il loro programma politico è online
2. La felice espressione si riferiva al solo antisemitismo, ma spero ci verrà perdonata la sua estensione.
3. Lombardia- Russia