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Anima e corpo

di Michele de Feudis - 17/06/2014

Fonte: Arianna editrice

“Lo scopo di questo viaggio è semplice, chiaro ed essenziale: rianimare il corpo, incarnare l'anima e ritrovarla al centro della vita”: Marcello Veneziani ha scelto di indagare sul binomio anima/corpo al tempo della modernità liquida. Il risultato è un saggio originale nel quale “trame di vita e citazioni criptate si annodano nell'ordito e compongono il tappeto su cui siamo seduti”.

Lo scrittore barese indica un itinerario dove le reminiscenze di “Psyché” e “Soma” dall'antichità arrivano a dare forma e titoli a cd musicali, libri e terapie. “La storia dell'uomo nasce da un trasloco. Il corpo era il suo domicilio, l'anima la sua residenza”: da questo assioma si muove la speculazione di Veneziani che sembra aggiungere al canovaccio della “Storia di un corpo” di Daniel Pennac una profondità spirituale. Il testo è pieno di provocazioni che pungolano il narcisismo moderno: “La scoperta più lieve del corpo è la tua immagine allo specchio. La vista di te fortifica il tuo io, e con il tempo la sua vanità, ma innesca una strana mania: il desiderio puerile di moltiplicarsi e modificarsi, di scoprire quante facce sono dentro di te”.

Cosa resta o merita di restare? L'incedere dell'autore diventa incalzante quando formula un interrogativo su cosa debba vincere l'oblio: “oltre a conservare la mia pelle, cioè tardare l'impatto e a renderlo più mite, oltre i feticci, una tana, una polizza, che cosa posso mettere in salvo di tutto quel che fui, che vissi, che feci?”. La risposta è in un orizzonte comunitario, misura di una esistenza che tramanda storie e identità e stile.

Si passa con agilità da definizioni dell'anima (“il punto reale dove si esprime e si coagula tutto ciò che pensi, vivi, ami, nel corpo e nella mente e nelle tue emozioni”) a struggenti racconti nei quali è possibile riconoscere i cardini della Weltanschauung del filosofo barese. In questa galleria scorrono ritratti d'amore, la preghiera per la guarigione di un'amica, la cieca crudeltà del miliziano siriano anti Assad, o la leggenda siciliana del cuore di una mamma, uccisa dal proprio figlio, per il quale non smette di palpitare. Risaltano, infine, le icone di Julius Evola, ricomparso su YouTube con una intervista sulla sua parentesi dadaista, e Dominique Venner, il “Samurai d'Occidente” che a Notre Dame,  con un rituale che richiama la fine di Yukio Mishima, “ha offerto la sua vita in olocausto alla sordità dell'Occidente, per salvare l'anima dal suo corpo marcio. Impresa vana, e perciò più eroica”.

* “Anima e corpo” di Marcello Veneziani, pp. 157, euro 18, Mondadori