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La polemica Salvini-Di Battista con una spruzzata di Alfano

di Eugenio Orso - 25/08/2014

Fonte: Pauperclass


Salvini ha dichiarato che il parlamentare m5s Di Battista, che in qualche modo si è eretto a difensore dello stato islamico siro-irakeno, “l’è un puverett”. A Matteo Salvini fanno schifo e paura quelli che inneggiano al terrorismo in metropolitana (specie se da noi) e non ha tutti i torti. Queste cose fanno paura, soprattutto se si parte da una valutazione completamente sbagliata del sanguinoso fenomeno islamic state, o del gruppo armato africano boko haram, come fa il Di Battista, legittimando nel concreto le loro azioni stragiste. Azioni che finora, però, hanno colpito bestialmente non l’occidente nemico che usa i droni e la sua tecnologia bellica più avanzata, ma le stesse popolazioni mediorientali siriane e irakene, le locali minoranze etniche e religiose, e addirittura gli stessi arabo-sunniti(!!!). Nel caso di boko haram le vittime sono i cristiani della Nigeria, disarmati e privi di valide difese, non certo gli europei o gli americani.

Non credo che Matteo Salvini sia un esperto di storia e religioni, ma è sicuro che Di Battista, nel post ISIS: Che fare? pubblicato sul blog di Grillo, le ha sparate grosse, distorcendo non poco la realtà. Se il parlamentare di m5s ha scritto certe cose giudicate indigeribili – “Dovremmo smetterla di considerare il terrorista (dell’isis! N.d.s.) un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo” – Salvini ne approfitta per tirare acqua al suo mulino, memore delle “battaglie” leghiste, nell’era del suo predecessore Bossi, contro l’Islam e gli immigrati (islamici e non islamici). Di Battista si è ben guardato dal dirci chi è che manovra dal remoto l’isis e i suoi sanguinari armati, chi gli ha garantito il rapido successo con finanziamenti, armi e afflusso di mercenari, mentre Salvini lo fustiga, rispolverando la mai sopita ostilità leghista nei confronti degli islamici, specie se immigrati da noi.

La mia idea è che Alessandro Di Battista non sia in buona fede, ma riveli di essere un opportunista, avendo scritto il post ISIS: Che fare? per “ritagliarsi” un posto al sole nella politica liberaldemocratica italiana (della quale fa parte a pieno titolo anche m5s) e “oscurare” un poco il suo concorrente interno a m5s, l’astro nascente Luigi Di Maio. Quel Di Maio che negli ultimi tempi ci è parso molto attivo, e perciò “coccolato” dal circo massmediatico locale. Se così non fosse, se l’analisi del Di Battista non avesse fini politici squisitamente interni, come il mettersi personalmente in evidenza e l’esigenza di opporsi in parlamento all’invio di armi ai curdi, il nostro “analista” – che è tutto fuorché un idiota ignorante – ci avrebbe detto cose più interessanti e vicine alla realtà. Ad esempio, che dietro il successo sul campo del fenomeno isis ci sono le monarchie del Golfo, gli americano-europidi e gli israeliano-sionisti. Sono questi ad avere grandi interessi economici, energetici, geopolitici nella destabilizzazione del Medio Oriente e dell’Africa. In particolare, americani ed europoidi (leggi i maggiori detentori del grande capitale finanziario) puntano a creare una minaccia contro l’Europa. Per raggiungere quale obiettivo? Per piegare le popolazioni del vecchio continente – spaventate dall’avanzata dei tagliagole islamisti – completamente ai loro voleri e a quelli del “mercato”, in cambio della protezione militare generosamente offerta dall’alleanza atlantica. Se non dovesse bastare “la minaccia russa” nei Balcani profondi, oggi c’è questa, quella dei mercenari islamosunniti che dilagando a grande velocità. Pronti ad arrivare con le Toyota armate e gli Humwee corazzati fino a Istanbul e a Roma.

Colta al volo l’occasione offerta da Di Battista, anche Salvini ha approfittato un po’ per mostrare il suo piglio di oppositore al sistema e per attrarre consenso, in particolare quello ex-leghista non ancora tornato all’ovile, o quello più ampio del centro-destra berlusconiano in crisi irreversibile. Le passate “battaglie” leghiste contro Islam e immigrazione (non solo islamica), per quanto ampiamente incruente e simboliche, riecheggiano nelle sue lapidarie parole. Ma non finisce qui. Salvini ha continuato a esternare con un affondo contro Alfano e il suo ncd di governo, che collabora con il pd e i patetici resti di scelta civica. Infatti, l’Italia non è campione mondiale di accoglienza, come sostiene Alfano, ma soltanto di coglioneria, secondo il giovane segretario leghista, che anche in questo caso non ha tutti i torti. Salvini non ha tutti i torti, ma non proprio per i motivi che crede. Il trattamento riservato a immigrati e profughi – nell’assenza assoluta dell’Europa unionista interessata soltanto a imporci rigore contabile e deflazione – è ancora quello che si riserva ai prigionieri, o a “merce” di poco valore … nonostante le parole di Alfano.

Ciò che condivido fino in fondo del pensiero di Salvini – e che ha maggior sostanza politica – è il suo rifiuto di continuare sulla strada dell’acquiescenza e della sudditanza nei confronti degli usa e della ue, che impongono sanzioni contro la Federazione Russa, danneggiando non poco l’economia italiana (un buon  miliardo di perdite, secondo Salvini). Se ho ben compreso, Salvini vorrebbe un deciso cambio di alleanze, a livello internazionale, puntando su una partnership con la Russia che consenta all’Italia – e non solo alla Valle Padana – di risollevarsi e garantire livelli di vita decenti.

Caro Matteo Salvini, ti esorto a puntare su questi temi, che sono di vitale importanza per tutti gli italiani, lasciando stare le sparate del Di Battista e quelle di Angelino Alfano, che lasciano il tempo che trovano. Non pensare solo ai voti, a recuperare consenso o a “cannibalizzare” forza Italia. Punta con decisione, e azioni politiche concrete, sulla battaglia anti-euro e su quella, ancor più ampia, di libertà e salvezza che un cambio di alleanze internazionali comporterebbe per il nostro paese.