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Sanzioni antirusse: Occidente comincia e perde

di Serghei Duz - 15/09/2014

Fonte: controinformazione


 

Con il sostegno degli USA l’Europa ha esteso la lista delle sanzioni contro la Russia commettendo in tal modo un nuovo errore che avrà inevitabilmente ricadute sulla stato della propria economia.

Si tratta della sospensione della cooperazione della sfera dell’estrazione del petrolio che giace a grandi profondità e del petrolio artico, delle restrizioni dell’accesso ai mercati del capitale occidentale e del divieto della fornitura dei prodotti a doppia destinazione ad una serie di imprese russe del settore della difesa. Gli americani varano anche nuove sanzioni nei confronti del settore finanziario, energetico e militare dell’economia russa nella speranza – ha detto Obama – di aumentare l’isolamento politico di Mosca.


Dal punto di vista degli esperti le azioni dell’Occidente sono inopportune sullo sfondo del processo negoziale avviato in Ucraina, quando le parti si sono accordate su una tregua fragile. È ovvio che la speranza di isolare politicamente la Russia non correli in nessun modo con la de-escalation del conflitto ucraino. Secondo il parere di Serghej Naryškin, speaker della Duma di Stato, gli iniziatori delle sanzioni antirusse si sono distaccati completamente dalla realtà e rimangono nel proprio mondo illusorio. Analogo è il punto di vista di Vladimir Čižov, rappresentante permanente della Russia presso l’Ue:
Con questa decisione l’Unione Europea ha dimostrato di vivere in una realtà parallela. Introdurre sanzioni e nello stesso tempo ordinare di mettere a punto entro la fine di settembre (ossia durante le rimanenti due settimane) le proposte per la loro abolizione è un’assurdità persino burciocratica, senza parlare poi di quella politica. Per alcuni mesi l’Ue con i suoi “amici” d’oltreoceano ha dichiarato che il suo obiettivo principale è la de-escalation del conflitto nel sud-est dell’Ucraina ed ha invitato la Russia a compiere passi in questa direzione. Ora l’Ue stessa si è avviata verso la scalata della tensione. L’Europa stimola il “partito di guerra” di Kiev.
L’introduzione delle nuove sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia può portare alla destabilizzazione della tregua instaurata in Ucraina. Ne ha paura Yves Pozzo di Borgo, vicepresidente della commissione per gli affari internazionali, difesa e forze armate del Senato francese. L’Europa commette un grande errore, constata Yves Pozzo di Borgo.
Le sanzioni non saranno critiche per il business russo. I volumi dei fondi stanziati dallo Stato russo escludono l’influenza della congiuntura politica occidentale sugli indici economici, sostiene Vladimir Olenčenko, senior reseacher del Centro di studi sull’Europa dell’Istituto dell’economia mondiale e delle relazioni internazoinali presso l’Accademia delle scienze della Russia:
Il programma degli investimenti delle imprese del settore della difesa della Russia sono orientate in misura notevole all’erario del paese. Per quanto riguarda le compagnie del settore dell’energia, nei loro piani d’investimento, almeno per quest’anno, non sono previsti prestiti. Ma esiste il concetto di mercato dei capitali. Le restrizioni per le compagnie russe presuppongono che una parte del capitale occidentale non sarà richiesta. Ma il capitale non sopporta una stasi. Di conseguenza, la sua parte non richiesta si muoverà verso la sfera delle speculazioni. Ciò destabilizzerà l’economia occidentale. Le sanzioni sono uno strumento a doppio taglio.
Secondo il parere di Robert Oulds, direttore del centro di ricerca indipendente Bruges Group, l’Ue vuole estendere la propria influenza verso l’est e l’unica barriera su questa strada è la Russia. Ma il presidente Putin non permetterà ai politici europei di mettere sul suo paese la camicia di forza, ritiene l’esperto. Secondo Robert Oulds, l’Occidente deve cooperare con la Russia invece di vedere in esssa un nemico. L’esperto è convinto che il nuovo pacchetto di sanzioni, adottato malgrado una debole stabilizzazione, significhi l’inizio di una guerra commerciale e dimostri solo il desiderio dell’Europa di punire la Russia. In generale, la maggioranza degli analisti è convinta che il Cremlino si garantirà la realizzazione di una politica interna ed estera sovrana, corrispondente agli interessi nazionali, indipendentemente dal fatto se ciò piace a qualcuno in Occidente o no. Jana Tooma, deputata estone dell’Europarlamento, dice:
Conosco pochi esempi quando le sanzioni economiche hanno raggiunto gli obiettivi dichiarati. Negli ultimi cent’anni si sono rivelate efficaci 13 volte. Non è molto. È chiaro che quando introduciamo sanzioni ci tagliamo in certo senso la strada verso un dialogo costruttivo.
La Russia può rispondere alle sanzioni dell’Ue adottando provvedimenti che renderanno difficile il ritorno dei rapporti tra Mosca ed Occidente al livello di prima. Nel contempo le controsanzioni appaiono molto più accurate e ponderate, dice Aleksej Zudin, membro del consiglio periziale presso l’Istituto di studi socio-economici e politici. Le misure di risposta della Russia devono portare vantaggio ai produttori russi senza danneggiare gli interssi dei cosumatori del paese. E, quel che più conta, la nuova ondata di sanzioni porterà alla mobilitazione della società russa e contribuirà alla sua coesione sulla base del patriottismo. In altre parole, l’Occidente avrà un effetto opposto a quello su cui contava.