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Da Nord a Sud: le vecchie/nuove frontiere militari statunitensi in Italia

di Antonio Mazzeo - 22/10/2014

Fonte: Antonio Mazzeo



Armi nucleari? Sì grazie. Da poco più di un anno l’amministrazione Obama ha varato un miliardario programma di “estensione della vita” di circa 400 bombe nucleari a caduta libera del tipo B61 realizzate alla fine degli anni ’60 del secolo scorso. La metà di esse sono stoccate attualmente all’interno di alcune basi Usa in Europa. In Italia è stimata la presenza di una novantina di bombe atomiche B61 ad Aviano (Pordenone) e Ghedi di Torre (Brescia). Si tratterebbe di tre sottomodelli con differenti potenze massime di distruzione: le B61-3 da 107 kiloton, le B61-4 da 45 kiloton e le B61-10 da 80 kiloton. Grazie al piano di ammodernamento, le testate saranno dotate di un sistema di guida di precisione e direzione e saranno riadattate per essere trasportate e teleguidate dai cacciabombardieri F-35 che stanno per essere acquisiti dalle forze armate di Stati Uniti e di alcuni paesi partner (primo fra tutti l’Italia).

Quella di Ghedi-Torre è una delle principali basi operative dell’Aeronautica militare italiana, sede del 6° Stormo con due squadroni aerei (il 102° e il 154°), dotati entrambi di cacciabombardieri Tornado IDS a doppia capacità, convenzionale e nucleare. Nello scalo bresciano sarebbero operativi undici sistemi di stoccaggio e protezione delle testate sotto la custodia del 704th Munitions Maintenance Squadron (704 MUNS) dell’US Air Force. L’unità speciale composta da 134 uomini è operativa a Ghedi sin dal 1963 e ha la responsabilità di ricevere, custodire ed assicurare la manutenzione e il controllo dei sistemi d’arma di distruzione di massa. Assegnato dal 2007 al 52d Fighter Wing dell’aeronautica statunitense con base a Spanqdahlem (Germania), il 704 MUNS risponde operativamente al comando del 16th Air Force di Aviano (Pordenone) e in caso di crisi può supportare e armare le missioni di strike delle forze aeree italiane e di altri paesi Nato.

Secondo la Federazione degli scienziati americani (Fas), il Pentagono avrebbe però progettato da alcuni anni di trasferire il 704 MUNS ad Aviano per la “scarsa sicurezza” degli ordigni atomici stoccati a Ghedi. Ad oggi non è dato sapere se il piano d’immagazzinare tutte le testate B61 nel grande scalo aereo friulano sia stato avviato. Di certo si sa solo che nell’agosto del 2009 è stato “riattivato” ad Aviano il 31st Munitions Squadron a cui è stato affidato il controllo, la gestione e la manutenzione dell’arsenale nucleare che US Air Force ha creato nella base sin dalla fine degli anni ’50. Lo squadrone ha il compito in particolare di “armare” la cinquantina di cacciabombardieri F-16C/D del 31st Fighter Wing. Inoltre conta su un importante distaccamento con più di un centinaio di uomini nella grande base militare statunitense di Camp Darby (tra Pisa e Livorno) dove è responsabile dello stoccaggio e della movimentazione per conto di US Army e del Military Sealift Command di più di 21.000 tonnellate di munizioni per artiglieria, missili, razzi e bombe d’aereo, 8.100 tonnellate di esplosivi e 2.600 tra tank, blindati, jeep e camion.