Ma il gas russo arriverà in Europa questo inverno?
di Alexander Mercouris - 22/10/2014
Fonte: Comedonchisciotte
Mini-summit Asia-Europa a Milano. I negoziati sul gas sono allo stallo. Continuano ad arrivare con il contagocce le informazioni riguardo al mini-summit Asia-Europa (ASEM) tenutosi a Milano fra 16 e 17 ottobre. Tuttavia è chiaro che non ci sono state aperture e che la crisi ucraina è rimasta nell’impasse. Poroschenko ha dichiarato che erano stati raggiunti i «parametri» di un accordo sul gas, ma a quanto pare non si è verificato nulla di simile. Per cogliere l’assurdità di questo commento, è sufficiente immaginare Putin affermare l’esatto contrario agli europei: «vogliamo un conflitto in Ucraina, e vogliamo che l’est del paese diventi una nuova Transnistria!». Abituata a intimidire gli altri dirigenti europei e ad ottenere ciò che vuole, di fronte a un avversario del suo livello la Merkel non ha saputo reagire. Mi ricorda l’Obama di due anni fa, che se ne era ripartito ugualmente sconcertato e arrabbiato dopo un faccia a faccia con Putin, in occasione di un summit sulla crisi siriana. Aspettando quindi che le economie europea e tedesca rallentino, l’economia russa accelera, nonostante il ribasso del prezzo del petrolio. Allo stesso tempo, la disintegrazione dell’Ucraina prende slancio. In politica e in diplomazia, così come in guerra, bisogna saper capire quando è il caso di suonare la ritirata, prima che la situazione si trasformi in una completa disfatta. I dirigenti UE non fanno mostra né di esserne capaci né di averlo capito, ed è questa la ragione per cui siamo testimoni di una simile sconfitta. In compenso, ci arrivano diverse informazioni dai negoziati sul gas a Milano, e l’immagine che si profila è nera. A partire dal mese di giugno, i russi non hanno smesso di dire che il prezzo del gas fornito all’Ucraina era di 485 dollari per 1000 metri cubi, e che erano pronti a offrire una temporanea riduzione di 100 dollari per 1000 m3, portando così il prezzo del gas fornito all’Ucraina per questo inverno a 385 dollari ogni 1000 m3. Tutto ciò, a condizione che l’Ucraina saldasse i suoi enormi debiti e pagasse in anticipo la fornitura del gas. I russi non hanno mai ceduto di un millimetro da queste posizioni, e gli ucraini non hanno smesso di rifiutarle. Non sto a entrare nel merito dell’assurdità delle posizioni ucraine, basate sull’idea che il prezzo «giusto», con il quale sostituire il prezzo contrattuale pattuito, sia quello proposto da Janukovyč, a condizioni che l’Ucraina peraltro non ha mai mantenuto. Al di fuori degli ucraini, nessuno crede a questa ipotesi, nemmeno gli europei. In due parole, a inizio giornata Poroschenko aveva dichiarato che era stato raggiunto un accordo sui «parametri» per la fornitura del gas russo. L’annuncio ha provocato una certa agitazione, anche nei titoli dei giornali, dando spazio a una certa speranza, confermata poi dalla dichiarazione di Hollande secondo il quale le parti avevano ormai superato le loro posizioni inconciliabili. Nel corso della giornata però si è reso evidente che i «parametri» che Poroschenko diceva di aver convenuto con la Russia, non erano nient’altro che quelli inizialmente offerti da Putin. In altre parole Poroschenko aveva ceduto, probabilmente senza nemmeno rendersene conto, alle richieste della Russia. Lo stesso Putin ha dichiarato che ormai rimaneva solo da capire come l’Ucraina avrebbe trovato i soldi per saldare i debiti per i quali si era appena impegnata. E a mo’ di suggerimento, ha proposto che gli europei pagassero il gas e i debiti pregressi o direttamente, o attraverso un nuovo prestito che il FMI avrebbe potuto fare all’Ucraina. Cosa che gli europei si sono sempre rifiutati di fare. Sia come sia, quando finalmente Poroshenko si è reso conto che i «parametri» che aveva accettato altro non erano che quello che i russi gli chiedevano fin dall’inizio, la sua reazione è stata quella di abbandonare teatralmente e visibilmente irritato quella che sembrava una riunione organizzata in tutta fretta con Putin, e di annunciare che, a conti fatti, non era stato raggiunto alcun accordo. Da parte sua, Putin è rimasto sulle posizioni della Russia e ha pubblicamente dichiarato che non avrebbe fornito all’Ucraina gas a credito – tale infatti era la contro-proposta ucraina – e che questa «era la sua ultima parola». Si profila quindi una chiusura totale dei rubinetti del gas, a meno che l’UE non mandi a Poroschenko un ultimatum affinché accetti l’offerta russa. Alexander Mercouris Fonte: www.vineyardsaker.fr Link: http://www.vineyardsaker.fr/2014/10/20/impasse-milan-les-pourparlers-gaz-limpasse/#more-6236
Traduzione dal francese per www.comedonchisciotte.org a cura di MARTINO LAURENTI
Fonte: Alexander Mercouris: Deadlock and Gas Talks in Milan (vineyardsaker, anglais, 18-10-2014) |