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E' ora che l'Iran dica addio all'Occidente

di Paul Craig Roberts - 27/01/2015

Fonte: controinformazione

Tutto faceva pensare che i negoziati del regime di Obama con l’Iran, supervisionati dalla Russia, stessero per porre fine all’artificiosa questione nucleare. Ma la fine del confronto è inaccettabile per il governo israeliano sionista e per i suoi agenti neo-con in America. I repubblicani, partito politico posseduto completamente dalla lobby israeliana, hanno in tutta fretta invitato Netanyahu, il folle sovrano d’Israele e d’America, a venire subito a dire al Congresso Repubblicano, messo in piedi dagli indifferenti elettori americani, come proibire qualsiasi accordo con l’Iran.

Vedendo che il Congresso Repubblicano controllato da Israele, una raccolta di guerrafondai, stava prendendo misure per prevenire qualsiasi soluzione pacifica di una questione fittizia, il leader iraniano Seyyed Ali Khamenei ha scritto una lettera alla gioventù occidentale per metterla in guardia sulla fuorviante propaganda occidentale contro l’Islam.

Vedi: Messaggio dell’Imam Khamenei a tutti i giovani d’Europa e Usa

Personalmente rispetto lo sforzo di Khamenei per aiutare la gioventù occidentale a discernere la realtà dell’Islam dall’immagine demonizzata dipinta dai politici e dai media occidentali.

 

 

La domanda è: Khamenei quanto può influire? La sua voce è importante, ma è piccola in confronto ai bugiardi e propagandisti occidentali. Perfino un rappresentante importante, come Khamenei, di un paese e di una religione demonizzati, riesce a malapena a farsi sentire in mezzo al frastuono della propaganda contro l’Iran e l’Islam.

Inoltre, organizzazioni occidentali segrete sono in grado di condurre operazioni terroristiche nel nome dell’Islam, come probabilmente è successo l’11 settembre, alla maratona di Boston e per Charlie Hebdo. Al mondo viene raccontato che dietro questi attacchi c’è l’Islam, ma gli esperti notano che non vengono mai fornite prove reali. Solo affermazioni ufficiali, come quelle poi dimostratesi false sulle armi di distruzione di massa in Iraq, l’uso di armi chimiche da parte di Assad in Siria, le accuse false contro Gheddafi in Libia e quelle contro la Russia in Ucraina. Gli artefici di questa propaganda hanno molte voci, e le loro trombe soverchiano la voce del leader iraniano.

Invece di piacere all’Occidente, l’Iran deve allontanarsene. L’epoca storica dell’Occidente è passata. Ormai si è ridotto ad uno stato di polizia nel quale il governo non risponde più al diritto o al popolo, non ci sono posti di lavoro per i giovani né pensioni per gli anziani. L’Occidente si sta di fatto saccheggiando da solo. Basta guardare a cosa sta succedendo in Grecia: per garantire i profitti delle banche private straniere, il popolo greco si è visto tagliare le pensioni, l’impiego, i servizi sociali, e ha dovuto svendere le preziose proprietà pubbliche ad acquirenti privati stranieri. Lo stesso saccheggio è ora in corso in Ucraina, mentre Italia, Spagna e Portogallo hanno un destino identico.

In America l’intera politica economica del paese è condotta ad esclusivo vantaggio dell’1% super-ricco. A voler usare come metafora “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, l’Occidente è Mordor, e Washington è Sauron.

Per l’Iran è inutile negoziare con l’Occidente nella speranza di farsi accettare. L’Iran è nella stessa lista di Saddam Hussein, Gheddafi e Assad. Il solo modo in cui l’Iran può farsi accettare dall’Occidente è diventare uno stato fantoccio americano. I sospetti sul programma nucleare iraniano sono una questione fabbricata. Se non fosse il nucleare sarebbe qualche altra questione fittizia, come le armi di distruzione di massa, l’uso di armi chimiche, il terrorismo e così via. I leader iraniani dovrebbero capire che il vero problema è l’indipendenza del loro paese dalla politica estera ed economica di Washington. Washington non può dire di volere il cambio di regime in Iran perché desidera uno stato fantoccio, perciò fa finta che l’Iran rappresenti una minaccia da vincere.

IRAN soldados con banderas

Se l’Iran ammira così tanto il decadente e corrotto Occidente da essere disposto a diventarne un vassallo servile per farsi accettare, tutto ciò che deve fare è capitolare e allinearsi con le politiche egemoniche di Washington.
Se l’Iran, una delle due civiltà e culture più antiche del pianeta, vuole invece continuare la sua esistenza senza sottomettersi agli “eccezionali” americani, deve voltare le spalle all’Occidente, allearsi con la Russia, la Cina, l’India e gli altri paesi BRICS, e non aver nulla a che fare con i criminali occidentali. Sarebbe inspiegabile se una civiltà così antica come quella iraniana vedesse nell’Occidente alcunché per qui valga la pena associarsi.

Soprattutto, l’Iran dovrebbe smetterla di combattere contro altri mussulmani, perfino con gli estremisti che tradiscono il profeta Maometto e deturpano l’Islam. L’Iran non dovrebbe accettare il ruolo di mercenario di Washington nella lotta contro l’ISIS. Non dovrebbe aiutare Washington a uccidere i mussulmani, nemmeno quelli fuori strada che tradiscono il Profeta. L’Iran dovrebbe invece capire che l’ISIS, anche se dovrebbe essere una creatura di Washington, sta riscuotendo successo perché il popoli mussulmani sono stanchi di essere dominati dall’Occidente, che usa l’antagonismo tra sunniti e sciiti per soggiogare entrambi.

Ahmadinejad Mahmoud

Se l’ISIS è una creatura occidentale, i mussulmani che lo supportano non lo sono. L’ISIS è supportato dai mussulmani perché i popoli mussulmani sono stanchi di essere dominati e rovinati dagli americani, i britannici e i francesi.

Khamenei dovrebbe dimenticare l’America, ormai conquistata dalla malvagità, per la quale Khamenei non può far nulla. Dovrebbe invece cercare di unire i popoli mussulmani e guidarli in una nuova direzione.
L’Islam è debole perché non è unito. Per secoli i mussulmani, divisi da antiche rivendicazioni politiche, hanno permesso che le loro differenze religiose li rendessero pedine di altre potenze. Occorre leadership per riparare una rottura settaria, e quella è la leadership che l’Iran dovrebbe provare a fornire. E non può farlo imponendo la sua visione; occorre raggiungere un compromesso che unisca i mussulmani. Combattere dalla parte degli americani contro l’ISIS perpetua la divisione e suggella il destino dei popoli mussulmani quali colonie dell’Occidente.

I problemi di fronte ai mussulmani, tuttavia, potrebbero essere troppo grandi per essere aggiustati da una leadership. Non solo i mussulmani sono afflitti dalle loro divisioni interne, ma le popolazioni mussulmane in Occidente sono ora messe dalla propaganda in una posizione per cui i loro leader sono costretti a supportare la guerra contro l’ISIS e l’Iran per proteggere le comunità mussulmane dal massacro. Che la storia e la propaganda abbiano fatto dei mussulmani per sempre un popolo colonizzato?

Fonte: Paul Craigroberts.org
Traduzione: Anacronista

Nella foto sopra: Il presidente dell’Iran Khamenei con le autorità militari

Nella foto al centro: reparti militari iraniani in parata

Nella foto in basso: Ahmanidejad, ex leader dell’Iran

  • Anacronista il 27 gen, 2015 Rispondi

    Eppure, una religione che non influisce sulle scelte politiche e di vita è una religione inefficace e inutile. Guarda caso proprio quella finalmente ottenuta in Occidente dal laicismo massonico: ormai privata, sommessa e irrilevante, non più intralcio ai disegni di lorsignori.

  • Ares il 27 gen, 2015 Rispondi

    L’Iran ha tutte le ragioni del mondo, ma se veramente si vuole dare una svolta le religioni debbono uscire dallo stato (ciò avviene ovunque anche coi cristiani) le stesse non debbono influenzare scelte politiche e di vita…andiamo un po’ avanti anche nell’istruzione.

  • Haus il 27 gen, 2015 Rispondi

    L’anomalia di questo conflitto è tuttavia la sua impermeabilità. Si combatte in Ucraina una partita per il controllo di un pezzo d’Europa: ma questo non ha impedito al ministro degli Esteri russo di partecipare a Parigi alla marcia per la libertà – mentre a Mosca venivano arrestati tutti coloro che esponevano il cartello “Je suis Charlie”.

    E fra qualche giorno, con il sostegno americano, la capitale russa ospiterà un tentativo di dialogo fra esponenti del regime siriano e dell’opposizione non radicale islamica. Continua dunque a esserci una vita diplomatica, oltre la guerra in Ucraina.

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