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Libia nel caos: a proposito di “dialogo con L’Islam” (e di “petrolio”)

di Enrico Galoppini - 24/02/2015

Fonte: Il Discrimine

 

Mentre dalla Libia sembrano arrivare notizie sempre più allarmanti che dovrebbero giustificare un intervento armato italiano, giunge una dichiarazione del Vicario apostolico a Tripoli, Monsignor Giovanni Martinelli, che vale la pena d’essere commentata.

Mons.Martinelli: ‘Io resto. Dietro i jihadisti c’è il petrolio’ 
“Devo rimanere. Come lascio i cristiani senza nessuno?”. Lo afferma il vicario apostolico a Tripoli Giovanni Martinelli in un’intervista a Radiovaticana, in cui spiega che “c’è tanta paura tra i civili”, non solo cristiani; si interroga sul ruolo della comunità internazionale nel cercare un dialogo con “questo Paese diviso che fa fatica a ritrovare innanzitutto l’unità interna”. Dietro ai jihadisti, osserva “c’è il petrolio della Libia, quello del Golfo Persico, eccetera”. E aggiunge: ‘E’ mancato il dialogo tra l’Italia e l’Islam’ (fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/02/13/ambasciata-italia-ai-connazionali-lasciate-la-libia_6c4b0eeb-a326-4583-b2c9-fdeabe96c384.html).

 

Credo che sul “dialogo con l’Islam” e in generale su quello “interreligioso” bisogna essere più chiari.

obama_cairoQuale dialogo è “mancato”? Certo, se il “dialogo” è pretendere che l’Islam, il ‘Signor Islam’ (!) come fra non molto lo chiamerà certa stampa di centro-destra, accetti l’ideale democratico (col quale s’identificano tutti, da queste parti), non c’è di meglio che consegnare tutto ai Fratelli Musulmani, perché loro sono effettivamente dei fautori della “democrazia”… Gli stessi Fratelli Musulmani sponsorizzati direttamente dalla Casa Bianca, con tanto di “endorsement” di Obama al Cairo prima del ‘festival democratico’ di Piazza Tahrir.

Se invece per “dialogo” s’intende qualcosa di serio ed effettivo, basta rivolgersi agli autentici santi, agli “Amici di Dio” che ci sono in tutte le religioni, e far conoscere le loro parole, la loro opera… Si scopre, ascoltandoli, che di fatto essi sono nella medesima “posizione”. E non è “relativismo”!

Tutto il cosiddetto “dialogo interreligioso” è invece una frana totale, un equivoco mostruoso. Perché pretende di arrivare ad un qualche “risultato” sulla base dell’abbordaggio alla materia “religione/spiritualità” da punti di vista settoriali, limitati, e per di più da parte di persone che non sono qualificate per “dialogare”.

E non parliamo del fatto che questo “dialogo”, il più delle volte, è mirato a trovare un “compromesso”… Ma quale compromesso si deve trovare se il “dialogo” lo si imposta da una prospettiva “esteriore”? Ovvio che le teologie differiscano e che non si possa mai trovare un punto d’incontro…

Tutt’al più, l’unico senso che può avere “il dialogo” è su uno scopo pratico, ovvero la civile convivenza tra diversi. Ma per quella basta la frequentazione quotidiana col “diverso”, senza bisogno di scomodare i professionisti del “dialogo”.

Quanto al “dialogo tra Italia e Islam” (la prima non è una religione, quindi il riferimento sarà al “mondo islamico” come “nazione”), se con la sua “mancanza” l’alto prelato prende atto di un contributo al deterioramento delle relazioni coi Paesi a maggioranza musulmana, ed in particolare con la Libia, forse è necessario ricordarsi che proprio il Colonnello Gheddafi era il promotore di numerose iniziative culturali per far conoscere l’Islam tra gli occidentali, italiani compresi, per non parlare della prima moschea (nient’affatto “integralista”) costruita in Sicilia. Ma in Italia, c’era chi in diretta televisiva sfoderava magliette provocatorie, per poi aizzare la “canaglia” a Bengasi e creare problemi al nostro dirimpettaio (e alleato).

E c’è anche la storia di quel rappresentante degli studenti libici in Italia, messo in galera senza tanti complimenti per aver difeso l’immagine ed i dritti della Jamahiriyya da chi, in fretta e furia, cambiava bandiera (anche in senso letterale, all’ambasciata). Mentre chi assaltava l’ambasciata siriana la faceva franca… Ecco, forse a questo studente libico qualcuno dovrebbe recapitare delle scuse.

mons_martinelliDetto questo, Mons. Martinelli fa benissimo a restare lì dov’è, perché questo è il ruolo del “pastore di anime”. Ma prima che eventualmente gli accada qualche brutta cosa per mano dei tagliagole anglo-usa-sionisti, dica preventivamente su chi ricadrebbe il suo sangue, e dica pure che sarebbe davvero scandaloso l’uso del suo “martirio” da parte di un Occidente che ha gravissime responsabilità nella genesi e nello sviluppo del “fondamentalismo islamico” (sia quello “estremista” che “moderato”).

Quindi, ripeto, è il momento di parlare chiaro, di “dialogare” sì, ma mandando avanti e facendo conoscere a tutti le personalità che possono permetterselo perché hanno i titoli, ovvero le qualificazioni intellettuali – oserei dire “l’investitura” dall’Alto – per farlo. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

Infine, una parola su chi c’è “dietro i jihadisti”. Di nuovo, è sempre meglio parlare chiaro e non per allusioni. Che le capiscono in pochi e non restano nero su bianco.

“Dietro i jihadisti” non c’è un generico “petrolio”, c’è l’Occidente. Chiamiamolo come si vuole, ma “dietro” questi “califfi” c’è l’America, c’è Israele e c’è, soprattutto, l’Inghilterra, che difatti dà asilo, da sempre, a tutti loro. Ne sanno qualcosa quei “Paesi arabi moderati” che fino a qualche anno fa venivano così tanto rispettati e difesi a spada tratta… ma che sono stati repentinamente abbandonati per far posto alla “democrazia islamica” dei Fratelli Musulmani e dei “riformisti islamici”.

Peccato, però, che ad un certo punto ci s’è messa di mezzo la Russia… e il giochino s’è inceppato. A quel punto dal cilindro, cioè dalla bombetta inglese, è uscito l’ISIS.

E la cosa ancor più ridicola è che ora per “Paesi arabi moderati” vengono fatte passare le “petromonarchie” gestite come mero possedimento familiare, dove la “sharî‘a” diventa l’ideologia islamica dei (pre)potenti di turno. Petromonarchie che, per interposta persona, finanziano gli stessi “jihadisti” e che contemporaneamente si comprano pezzi sempre più significativi della nostra economia italiana “in crisi” e… “senza soldi”!

Ma loro “i soldi” li hanno, e tanti. Praticamente una manna dal cielo grazie al lavoro in sinergia con la City e Wall Street. Mentre noi, “poveri cristi”, siamo “in crisi”, ed abbiamo bisogno degli “aiuti” della Bce sotto forma di “iniezioni di liquidità”; le quali, anziché trasformarsi in linfa vitale, stante il meccanismo dell’indebitamento all’origine svolgono la stessa funzione del sangue del malcapitato sul cui collo si posano i canini di Dracula.

carlo-arabiasauditaChi avrà mai il coraggio, da una “posizione” che conta, di richiedere a Londra e ai suoi “servizi” che cosa si cela dietro tutta questa disponibilità ad accogliere nel suo seno il peggio del peggio dell’“estremismo islamico”? Chi scoperchierà, facendo sgorgare liquami nauseabondi, la ‘pentola’ dell’indicibile alleanza tra alcune case regnanti? Chi sarà in grado di svelare il terribile inganno di chi si diverte a mettere uno contro l’altro gli uomini in nome di interpretazioni errate delle religioni?

Monsignor Martinelli tutte queste cose dovrebbe saperle bene, visto che all’inizio dell’aggressione alla Jamahiriyya aveva parlato piuttosto chiaro. Citare il “petrolio” può andar bene, ma bisogna aggiungere anche chi se l’accaparrerà alla fine, quando non ci saranno più gole da tagliare perché il coltello tornerà nelle mani di chi l’ha cortesemente fornito (insieme alla regia dei famosi “video del terrore”).