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Ripresa economica: doccia fredda sul governo Renzi

di Giuseppe Masala - 07/04/2015

Fonte: sputniknews



Da qualche settimana sia i ministri del governo Renzi sia i commentatori economici si sbilanciavano con dichiarazioni e articoli sulla stampa in merito ad una certa ripresa dell'economia italiana.

Secondo i commentatori e i politici questa ripartenza dell'economia era da attribuire alle misure di politica economica del governo, alle misure di politica monetaria della BCE di Mario Draghi e ad un ambiente economico più favorevole grazie al ribasso del petrolio e alla svalutazione dell'Euro rispetto al Dollaro.
Sfortunatamente l'Istat - l'Istituto italiano di statistica - ha smentito l'ottimismo dei rappresentanti del governo. Infatti nel giro di pochi giorni sono stati resi pubblici i dati sulla produzione industriale e quelli sulla disoccupazione che attestano come la situazione economica italiana sia tutt'altro che rosea. 
La produzione industriale a gennaio è diminuita dello 0,7% sul mese precedente e su base annua (cioè su gennaio del 2014) ha subito un vero e proprio crollo: -2,2%.
Come se non bastasse anche i dati sulla disoccupazione sono molto negativi: a Febbraio 2015 sul mese precedente il tasso è cresciuto dello 0,1% e su base annua dello 0,2% raggiungendo un picco del12,7%.
Appare evidente che nonostante l'attivismo governativo non si vedono miglioramenti reali per l'economia italiana. Con una disoccupazione a percentuali altissime e anche con una produzione industriale che continua a diminuire è ben difficile attendersi un netto miglioramento del Prodotto Interno Lordo in questo primo trimestre dell'anno.
Sicuramente una delle cause di dati così negativi è quella deiconsumi interni che non ripartono, ai quali va aggiunto il notevole danno che è arrivato dalle sanzioni alla Russia imposte dall'UE. Infatti secondo la Direzione Studi e Ricerche della Banca Intesa Sanpaolo, nel 2014 le esportazioni italiane sono diminuite di 1,2 miliardi di euro e addirittura nei primi due mesi del 2015 le cose sembrano notevolmente peggiorare con una diminuzione delle esportazioni a gennaio del -36,7%, e a febbraio del -28,5%.
Insomma, non basta l'attivismo riformista del governo se poi alle imprese italiane viene preclusa la possibilità di esportare verso mercati che hanno dato in passato ottime soddisfazioni.