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Il BIL

di Bernardo Luraschi - 21/04/2015

Fonte: Periferia occidentale


Deva induista Lakdhmi

Deva induista Lakdhmi

Tra qualche anno la mia vita avrà termine, dopo, il ricordo di me rimarrà in alcuni cari, per presto spegnersi nel divenire del tempo.

Non spero nella consolatoria illusione della vita eterna, perché, al lume di ragione, giustizia ed equità un’idea che tende a una tale assurdità m’è estranea. Non posso credere, né tanto meno accettare che all’uomo (solo tra gli esseri), possa spettare un tale privilegio o condanna in ragione di buone azioni o colpe rimesse o meno da un altro uomo che veste di sacramento. Mi pare altrettanto assurdo pensare che il bene e il male che sono coevi all’esperienza umana dandosi realtà l’un l’altro, siano separati in assoluto bene e altrettanto male, che a quel punto sarebbero irriconoscibili, finendo per farsi banali e noiosi, una eterna e assoluta noia. A credere a tali sciocchezze, finirei per farmi noioso fin da vivo.

Se in me c’è una parte spirituale o eterna, questa si dissolverà nel tutto spirituale, come il corpo si dissolve nel tutto organico, per rigenerarsi in nuove forme a me estranee in un continuo divenire; questo può essere senza coprirmi della colpa infama dell’hybris.

In questo tempo, in questa mia esistenza, posso vivere solo per la bellezza che illumina la vita, null’altro di buono posso desiderare, anche se la volontà generale si volga altrove. Ditemi, avete mai sentito parlare di un ministero della bellezza? C’è forse un santo protettore della bellezza (a riguardo ho trovato solo un Deva induista Lakdhmi, che secondariamente è dea della bellezza)? Certo queste sono battute alla Benigli, ma cosa c’è di più importante della bellezza? Di cosa dobbiamo occuparci se non della nostra e dell’altrui bellezza, compresa quella del mondo che ci circonda.

Non so dove guardare, se volgo lo sguardo al passato trovo si qualche bellezza sublime, ma basta solo entrare in una chiesa o in un palazzo nobiliare per vederla trasformata in opulenza e in simboli di dolore che la negano e la sublimano. Se guardo al tempo nostro, vedo la bellezza tramontare nella tecnica che ne uccide l’essenza stessa che è cosa leggera e fragile (non a caso da anni gli artisti, che sono sensibili come sismografi, ci descrivono il vuoto, il non senso del nostro tempo, facendo sparire dalla loro arte ogni bellezza).

Io non voglio né il cielo né la terra, desidero solo di vivere e vedere più bellezza in questo nostro mondo, vorrei anche che la ricchezza dei popoli e delle nazioni fosse valutata in Bellezza Interna Lorda (BIL) e non più in Prodotto Interno Lordo (PIL).