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Il gramsciano Beppe Vacca contro la retorica del gender: “Secolarizzazione nichilista”

di Gerardo Adami - 30/06/2015

Fonte: Barbadillo


Due manifestanti di Manif in piazza a Parigi

Due manifestanti di Manif in piazza a Parigi

“Gli italiani difendono il modello tradizionale della famiglia, bocciano le nozze e le adozioni gay, dicono sì alle unioni civili, con il riconoscimento alle coppie omosessuali dei diritti affettivi e ad alcuni di ordine patrimoniale”: dal sondaggio de Il Mattino all’opinione controcorrente di Beppe Vacca, presidente onorario dell’Istituto Antonio Gramsci, tra gli intellettuali postcomunisti più raffinati e profondi, con posizioni che incrociano e completano temi della manifestazione del 20 Giugno scorso a Roma. Non a caso è stato definito un “marxista ratzingeriano” insieme ai colleghi Mario Tronti, Paolo Sorbi e allo scomparso  Pietro Barcellona (molto letto e ascoltato nell’area non conformista). Fuori dalle categorizzazioni giornalistiche, Vacca è un intellettuale che si riconosce in una tradizione popolare distante dalle elaborazioni individualiste, e per questo postula i diritti collettivi – lavoro, salute, giustizia sociale – prima dell’agenda individualista di stampo d’oltremanica. (***)

“La radice dell’umanità è duale, uomo e donna”

Beppe Vacca, foto dal sito del Pd

Beppe Vacca, foto dal sito del Pd

Lo storico evidenzia come esista “una società reale che spesso pensa in maniera più oculata della politica o dell’effimero e corrosivo del circo mediatico sul cosiddetto rivendicazionismo dei diritti civili. Come non riconoscere che, al di là delle cifre e delle tendenze che esse manifestano, c’è l’opinione di un Paese moderno, maturo, responsabile e capace? È un Paese che non dimentica che la radice dell’umanità è naturalmente duale, uomo o donna”.

Individualismo come crisi dell’uomo

L’attuale situazione, per Vacca “è il frutto della crisi antropologica. È il frutto di una superstizione della storia, secondo la quale il riconoscimento per legge del desiderio individuale è la fonte della libertà e del diritto“. E ha ribadito che “la comunità umana è una comunità duale, fondata da un uomo e da una donna che garantiscono la riproduzione della specie umana e trasforma un diritto alla procreazione nel dovere della genitorialità. È l’unico, imprescindibile punto di vista dal quale deve partire un buon legislatore”.

Il diritto alla vita come priorità del legislatore

Qui c’è una netta presa di distanza da parte di Vacca rispetto alla ideologia del genere: “La regolazione legislativa dei rapporti eterosessuali ma anche omosessuali non può prescindere da una priorità: il diritto alla vita e la riproduzione del genere umano, assicurati dall’unione di un uomo e una donna. È la tradizione millenaria della famiglia, dal Medioevo in avanti. (…) Perché deve essere scritto in una codificazione specifica una famiglia che non è duale, naturale? Altra cosa è il riconoscimento e la tutela di diritti civili e sociali. Questo tipo di unioni omosessuali non hanno come destinazione la responsabilità umana della procreazione. Perché non vederla dal versante del figlio generato e dei suoi diritti? Un figlio ha diritto ad un padre e ad una madre naturale”.

Adozioni gay? Scelta non saggia 

“Le adozioni gay non sarebbero una scelta saggia del legislatore. Sarebbe come riconoscere per legge uno strano artifizio che colliderebbe con il principio naturale della comunità duale, uomo- donna. È diritto naturale. (…) Sono per il riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto etero o omosessuali, con il riconoscimento di una sorta di welfare, in materia di assistenza, eredità. Ma la possibilità di adottare bambini no. Concepire una vita è assunzione di responsabilità. Quando hai generato un figlio metti in moto un processo generativo determinato da un uomo e una donna. È in quel momento che sei chiamato ad una responsabilità antropologica, cioè accogliere e accompagnare una vita guardando al genere umano e al suo destino umano e spirituale Io non conosco figli autogenerati. È la Costituzione italiana a definire cosa sia la famiglia, riconoscendele la finalità prioritaria della generazione. Il diritto dei nati comincia dall’essere generati da un padre ed una madre“.

La critica al modello culturale americano

“Il diritto ha abdicato alla funzione neutrale e, al tempo stesso, neutralizzatrice. La neutralità come capacità di contemperare l’apparente uguaglianza dei diritti; forza neutralizzatrice come capacità progressiva di rafforzare il legame sociale. In America la decisione della Corte Suprema sul matrimonio omosessuale ha manifestato la crisi del diritto e della democrazia come processo legislativo. La decisione americana rende ancor più grave ed evidente un’emergenza antropologica del mondo sempre più corroso dalla secolarizzazione nichilista. È una sentenza connotata da una matrice individualistica, con il diritto prestato all’avallo di sentimenti e desideri”.

L’elogio del 20 Giugno

“È un passo avanti sia per la Chiesa che per la Cei e le gerarchie. Quella piazza era una piazza vera che ha sottratto l’opinione dei cattolici italiani sui temi dei diritti civili a qualsiasi strumentalità o esercizio fazioso. (…) Da Papa Benedetto XVI a Papa Francesco la dottrina della Chiesa non è cambiata. Sono cambiate le personalità che l’interpretano. Tra i due Papi e il magistero dei due papati, a partire dalla quattro straordinarie encicliche di Ratzinger e la quinta scritta insieme a Bergoglio, c’è una sinergia e una continuità che è garanzia di pensiero forte per l’umanità del Secondo Millennio”.