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OXI : il NO greco che può sconvolgere il mondo

di Roberto Donini - 07/07/2015

Fonte: L'interferenza


La vittoria dei NO nel referendum di ieri 5 luglio 2015 è un fatto storico, che nell’ impantanata Europa liberista rinvia a passaggi di libertà degli anni 70 come fu per esempio la rivoluzione portoghese del 1974, e dalle enormi conseguenze politiche. Peraltro è di questi minuti la notizia delle dimissioni di Varoufakis – dice lui – “per facilitare la ripresa delle trattative con la troika”. Partirei di qui: forse il ministro dell’economia è stato usato per bombardare ed ora viene ritirato dovendo trattare, ciò presuppone una strategia, che si intravede, e un accordo profondo con Tsipras. Oppure ci sono, e c’erano visioni diverse –con Varoufakis più “arrabbiato”- e ciò, allora, allude ad un segnale di cedimento, di moderazione, non credo, per il vincolo creatosi con il referendum, di tradimento. Vedremo presto.
Se invece torniamo a considerazioni più ampie, evidenzierei tre risvolti dell’evento:
1) Tsipras, che a mio avviso aveva la debolezza di aver messo in piedi un movimento piuttosto eterogeneo e non un partito, con l’accelerazione del referendum ha ottenuto una maggiore capacità di direzione politica. E’ paradossale che rivolgendosi direttamente al popolo, rendendo ancor più movimentista la struttura del gruppo politico ne ottenga ora una maggiore solidità politica tipica invece di una dinamica “giacobina”, che a mio avviso si riscontra anche nel M5S (credo anche in Podemos ma non conosco). E’ giacobina per le due caratteristiche di potenza morale (virtù) + concentrazione dell’OdG, del conflitto e delle proposte. OXI contro NAI\ pace contro guerra (Lenin)\ nazione contro nobiltà (Robespierre). Nell’idea moderna di costruzione graduale del partito si è dimenticato che potrebbero darsi accelerazioni , come quelle prodotte da questa crisi “organica”, che necessitano di risposte immediate. Per questo, ad esempio, la sinistra “pachidermica” non vede proprio queste invenzioni “mediterranee” di M5S, Syriza e Podemos: nel senso che “guarda” il movimento, la caciara, e non a caso utilizza la categoria difensiva –difendere una separatezza oziosa- di populismo e non “vede” come quelle esperienze politiche siano fortemente centralizzate cioè orientate all’aggressione e perseveranza attorno ad alcuni temi, applicando –magari non sempre lucidamente – il precetto leniniano “analisi concreta della situazione concreta”.
2) La vittoria OXI è elemento epifanico, nel senso che dentro ad una crisi complessa, organica si è detto con Gramsci, ovvero coinvolgente più piani (finanziario, produttivo, sociale, istituzionale) è evento che illumina e fa vedere meglio. La Grecia nella resistenza a pagare mostra tutta la debolezza della finanza speculativa, che a differenza di quanto celebrano i suoi chierici non funziona affatto con l’automaticità di una sala giochi, con il rischio “aperto” della scommessa ma con la correzione del bastone, con la socializzazione delle perdite (che si protrae in grande stile dal 2008) come succede con le perdite dell’intrapresa privata di banche francesi e tedesche in speculazioni –soprattutto le grandi opere delle Olimpiadi- origine del contenzioso tra stati in quanto “pubblicizzate” dal FMI. Questi giochini mostrano peraltro tutte le balle attorno all’attirare capitali stranieri in assenza di potenza del tesoro nazionale, divenuta l’invasione delle cavallette di compratori al ribasso e di veri affossatori del tessuto produttivo. Il disastro sociale è il destino inevitabile e già sperimentato nelle cure “piratesche” del FMI in Sudamerica; forse sarà per questo che molti paesi di quell’area hanno salutato con grande gioia la vittoria greca, con il particolare entusiasmo nelle parole di Cristina Kirchner, presidente Argentina. Con le operazioni di “eterodirezione” dell’economia greca (crediti speculativi + cavalette) si è creata una classe di rentiers, di paraculi generalmente “cosmopoliti” che fanno i soldi qui e li portano altrove, contro una massa di precari enorme, alla quale si voleva addossare il debito\colpa (Schuld). Il bastone, teutonicamente inteso, parte dallo Schuld e conduce alla punizione. Come diceva Krugman, la Grecia è un inezia economica (la scala economica è quella di un distretto dell’ordine di Reggio Emilia ) ma ha un grande valore simbolico di vittima sacrificale, esempio per gli altri. Questo è il disegno e la struttura attuale delle istituzioni europee: garantire con il terrore dello strozzino la remuneratività della circolazione finanziaria, cioè il ritorno “esponenziale” –mai estinguibile- degli interessi.
3) A questa funzione di “illuminazione”, esplosa ieri ma andata maturando nella folle gestione della crisi, si appaia la detonazione catastrofica. Tutti i meccanismi appena descritti paiono ora inceppati, soprattutto il terrore si rovescia, come onda di risacca, nel campo dei dominanti. La Germania (assieme alla Francia) ha messo su un meccanismo di finanziamento dell’assistenza nazionale attraverso le spregiudicate penetrazioni delle banche private nei paesi più deboli (metodo sperimentato a partire dalla distruzione della Jugoslavia) e, poi, la successiva rendita dei differenziali (spread) dei titoli di stato giustificati dalla necessità di tener in piedi l’euro ma che di fatto fanno aumentare gli indici degli interessi debitori. In pratica si è realizzato un sistema gerarchico-feudale-mafioso, nel quale ogni signorotto ha un inferiore da spolpare e un superiore cui versare. E’ la grettezza tedesca e la presunzione di grandeur francese una miscela, idiota però, visto che non tiene conto di una possibile rivolta del povero e della forza di signori ancora più alti. Sarà un caso che non solo Obama è incazzato come una biscia per la vicenda, ma addirittura i repubblicani del congresso? I tedeschi agli occhi degli americani –che conoscono bene gli impicci contabili- stanno facendo “i furbetti” per usare e alludere ad un gergo e metodo da “Don Vito Corleone”, stanno cioè approfittando di facili “taglieggiamenti” per evitare di mettere mano al portafoglio e pagare la propria quota alla finanza globale. Gli americani infatti a loro volta tengono in seno il Minotauro del sistema finanziario, sfuggito di mano, e che va nutrito regolarmente. Dentro questo gioco di intermediari in realtà e paradossalmente i più liberi sono gli estremi , superiori e inferiori, la Cina unico paese creditore “assoluto” e un paese come la Grecia (tra i molti) debitore “assoluto”. E infatti l’incazzatura USA deriva dalla possibilità che la Grecia mal gestita possa uscire dal tavolo di gioco e saldarsi, via mediazione russa, con un altro gioco, dimostrando come dice Krugman che c’è vita fuori dall’Euro e avviando un catastrofico effetto a catena.
Si è parlato, con poesia, dello scontro tra la culla della civiltà e l’attuale civiltà del denaro; forse con quella certa causalità che è detta ironia della Storia ed è proprio l’intimo suo moto, succede ora che la Grecia è tornata a proporre le antiche interrogazioni critiche attorno a ciò che appare ed a ciò che è. Nel mondo dominato dalla necessità del denaro e dalla logica del potere, tale domanda è sconvolgente.