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I Kagans: come scatenare guerre fino alla fine del mondo

di Robert Parry - 29/07/2015

Fonte: Effedieffe

Se i neocon ce la faranno anche questa volta, avremo nuovamente truppe USA su suolo iracheno, l’esercito USA deporrà il Governo della Siria (probabilmente aiutando Al Qaeda e lo Stato Islamico nel colpo di mano), ed il Congresso USA non solo farà saltare l’accordo sul nucleare con l’Iran ma darà corso ad un colossale aumento della spesa militare.

Né più né meno come gettare benzina su di un barbecue, i neocon vogliono anche l’allargamento del conflitto in Ucraina per buttar fuori dall’est del Paese l’etnia russa. Il loro sogno è poi di allargare la spaccatura con Mosca e costringere il Presidente russo Vladimir Putin a lasciare il Cremlino. In altre parole: sempre più focolai imperiali di “cambi di regime” all’estero anche al prezzo della morte degli ultimi Repubblicani d’America in patria.

Tanta di questa “strategia” è impersonificata a Washington da una singola coppia di “potenti”: il super-neocon Robert Kagan – co-fondatore del Project for the New American Century (PNAC) e primo proponente della passata guerra all’Iraq – e la di lui moglie, Assistente alla Segreteria di Stato per gli Affari Europei, Victoria Nuland [che ricordiamo ancora nel suo grazioso: “fanculo Europa”, ndt]. Quest’ultima è la “mente” dietro al colpo di mano dello scorso anno in Ucraina dal quale è nata una violenta guerra civile ed uno scontro fra due potenze nucleari, USA e Russia.

Kagan – che negli anni ’80 si è dato da fare oltre misura quale specialista di propaganda per dare sostegno alle brutali politiche “reaganiane” nell’America Centrale – è ora “senior fellow” della Brookings Institution e collaboratore del The Washington Post dove scrive quale opinionista.

Venerdì, l’articolo di Kagan stuzzicava il Partito Repubblicano perché facesse di più del solo dire di no all’accordo di Obama sul nucleare iraniano. Kagan chiedeva un’adesione totale agli obbiettivi neocon, fra i quali un maggior intervento militare nel Medio Oriente, una maggior belligeranza verso la Russia ed un mettere da parte le questioni fiscali e di bilancio e riversare sul Pentagono decine di miliardi di dollari.

Kagan ha anche dimostrato come nonostante il disastro della guerra irachena, la “visione neocon del mondo” rimanga quella ufficiale “tradizionalmente” ripetuta da Washington. Del resto, la “versione neocon” dei fatti è ripetuta incessantemente dai media ufficiali, indipendentemente da quanto sia delirante.

Per esempio: una persona sana di mente potrebbe far risalire la sete di sangue dello Stato islamico alla guerra irachena scatenata dal Presidente George W. Bush, su ispirazione dei neocon. Quando il violento movimento sunnita ebbe inizio come “Al Qaeda in Iraq”, facendo saltare moschee sciite e dando inizio ad un bagno di sangue settario. Si allargò poi alla Siria, dove i militanti sunniti cercarono di cacciare un regime secolare a guida Alawita, di emanazione sciita. Benché abbia cambiato il nome in Stato Islamico, il movimento ha conservato la propria brutalità originaria.

Kagan ovviamente non ammette la minima responsabilità – né propria né dei suoi soci neocon – nell’aver dato vita a questa masnada di tagliatori di teste; infatti, nella “versione neocon” la colpa per lo Stato Islamico è addossata a Siria ed Iran anche se tali governi sono alla guida della lotta contro di esso e contro i loro “colleghi” di Al Qaeda. Quest’ultima appoggia in Siria una differente organizzazione terroristica, nota come Fronte al-Nusra.

Ma ecco come Kagan spiega la situazione agli “splendidi” della Washington ufficiale:



I critici del recente accordo sul nucleare siglato fra Iran e Stati Uniti hanno assolutamente ragione nell’evidenziare la pericolosa sfida rappresentata a questo punto dalla Repubblica Islamica, dato che aspira all’egemonia in una importante regione del mondo.

La Repubblica Islamica è pesantemente coinvolta in un’ampia zona di guerra che abbraccia Siria, Iraq, Libano, gli Stati del Golfo ed i territori della Palestina. Sovvenziona il regime siriano omicida di Bashar al-Assad ed ha quindi una responsabilità primaria nella crescita della forza dello Stato Islamico e di altre forze radicali jihadiste in quel paese e nel vicino Iraq, dove sta sia espandendo la propria influenza quanto alimentando la violenza settaria.

La vera nazione egemone


Mentre inveisce contro la “egemonia iraniana”, Kagan invoca un intervento militare diretto da parte dell’unica vera potenza egemonica mondiale: gli Stati Uniti. Kagan vuole che l’esercito USA prenda posizione contro l’Iran e dalla parte delle due potenze regionali militarmente più forti: Israele ed Arabia Saudita, le cui spese militari combinate eclissano quelle iraniane e che dispongono – grazie ad Israele – di un sofisticato arsenale nucleare.

E dato che la realtà non ha mai avuto molto a che vedere con l’ideologia neocon, Kagan prosegue tranquillamente:

Qualunque strategia che abbia mirato seriamente ad opporsi all’egemonia iraniana ha implicato il confrontarsi con tale Paese sui numerosi fronti del campo di battaglia Medio-orientale. In Siria, ha richiesto una politica mirante al rimuovere Assad con la forza, usando la supremazia americana nei cieli per proteggere i civili e creare una zona di sicurezza per i Siriani decisi a combattere [contro Assad].

In Iraq, è stato necessario ricorrere alle forze americane per respingere e distruggere le forze dello Stato Islamico in modo che non potessero contare che l’Iran – nei fatti – gli facesse il lavoro. Complessivamente, è stato necessario un maggior coinvolgimento militare americano nell’area, cioè il ribaltamento del ritiro delle forze USA. Sia come percezione che come dato di fatto.

E quindi ne è conseguito un ribaltamento nella riduzione delle spese americane per la difesa, in particolare l’annullamento delle limitazioni alle spese militari, che avevano reso più difficile per i militari fin il solo pensare al come affrontare tali sfide, se mai fosse stato necessario. Dunque, la domanda che pongo a quei Repubblicani giustamente in allarme per il pericolo rappresentato dall’Iran è: Che cosa avete fatto per rendere possibile che gli Stati Uniti possano iniziare ad avere una strategia di reazione?

Nell’invito di Kagan alla guerra – ad ancora più guerra – vediamo ancora una volta le conseguenze del non essere riusciti a far sì che i neocon rendessero conto dell’aver spinto il Paese nella catastrofica ed illegale guerra all’Iraq; di “averci venduto” colossali bugie sulle armi di distruzione di massa e di averci raccontato le “favolette” del quanto l’impresa sarebbe stata facile.

Invece di una resa dei conti, i neocon – dopo la catastrofe USA in Iraq – hanno rafforzato il proprio potere, hanno ottenuto posti chiave nella politica estera USA, si sono infilati nei “pensatoi” che contano e per i media ufficiali si sono confermati quali “esperti da consultare”. In quel pianeta alla rovescia che è la Washington ufficiale, l’aver avuto torto sull’Iraq è quasi diventato una medaglia d’onore.

Ora però è il caso di smontare il castello di carte raccontato da Kagan. Primo: parlare di “egemonia dell’Iran” è semplicemente folle. Era nella retorica del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu quando il 3 di marzo parlava davanti al Congresso USA di un Iran che voleva “papparsi” le altre nazioni, ed ora è diventata una litania dei neocon. Ma non è più reale solo perché c’è chi lo ripete incessantemente.

Consideriamo poi l’Iraq: ha un Governo a guida sciita ma non perché l’Iran abbia invaso l’Iraq, ma perché sono gli Stati Uniti ad averlo fatto. Dopo che l’esercito USA ha fatto eliminare Saddam Hussein – sunnita – hanno messo su un Governo dominato dagli Sciiti i quali, a loro volta, hanno cercato di dare vita a delle relazioni amichevoli con i loro correligionari in Iran. Cosa assolutamente comprensibile e che non costituisce un’aggressione da parte dell’Iran. Né sorprende che, dopo le drammatiche conquiste realizzate la scorsa estate dallo Stato Islamico in Iraq, il Governo iracheno si sia rivolto agli Iraniani per degli aiuti militari.

Si torna in Iraq

Se mettiamo un attimo da parte il delirio sull’Iran egemonico, Kagan sta concretamente proponendo di riposizionare in Iraq una cospicua forza di occupazione USA. Dei 4.500 soldati USA morti, e delle centinaia di migliaia di Iracheni morti, a Kagan non importa nulla. Dopo aver invocato la prima senza conseguenze, ora vuole “indire” la seconda guerra all’Iraq. Ma neanche questo basta. Kagan vuole un intervento militare USA per deporre il governo siriano anche se, quasi certamente, i vincitori saranno degli estremisti sunniti dello Stato Islamico o del Fronte al-Nusra. Una simile “vittoria” scatenerebbe in Siria il genocidio dei Cristiani, degli Alawiti, degli Sciiti e di altre minoranze. A quel punto sarebbe enorme la pressione per un “definitivo” intervento militare USA in Siria, con l’occupazione del Paese.

E proprio questo potrebbe essere il motivo che spinge Kagan a chiedere che vengano versate altre decine di miliardi di dollari nel complesso militare-industriale, benché il vero costo finale delle nuove guerre “kaganiane” sarà nell’ordine delle migliaia di miliardi di dollari. Ed ancora Kagan non è soddisfatto. Vuole altre spese militari per contrastare “la crescente potenza cinese, l’aggressività russa ed un Iran sempre più egemone”.

Nella sua conclusione, Kagan irride i Repubblicani per il loro non dar seguito alle dure parole pronunciate: “Dunque allora ecco, piovono critiche di tutti i tipi contro l’accordo con l’Iran. Siamo tutti in attesa delle ore di interventi parlamentari ed elettorali che ci aspettano, anche se sarà difficile prendere sul serio le critiche dei Repubblicani. A meno che non inizino a fare concretamente quanto in loro potere per confrontarsi con questa sfida”.

Se è vero che Kagan attualmente è “solo” un ideologo neocon – benché uno con importanti platee dalle quali presentare i propri punti di vista – sua moglie – l’Assistente alla Segreteria di Stato Nuland – condivide le sue visioni di politica estera e supervisiona anche molti dei suoi articoli. Come ebbe modo di dichiarare l’anno scorso al The New York Times: “mettiamola così: non esce nulla che non ritenga all’altezza del suo valore”. [Si veda “La vera ‘debolezza’ della politica estera di Obama”.]

Ma in politica estera, la Nuland è già una potenza di suo; è considerata da alcuni l’astro nascente del Dipartimento di Stato ed avendo organizzato il “cambio di regime” in Ucraina – con la cruenta destituzione del Presidente eletto Viktor Yanukovych a Febbraio 2014 – la Nuland si è anche meritata i galloni da autentico neocon.

La Nuland ha anche quasi superato il marito: se a questi va il “merito” della Guerra all’Iraq – col caos che ne è seguito – alla Nuland va un “merito” ancora maggiore. Ha acceso la Guerra Fredda 2.0 ridando vita alle ostilità fra una Russia ed un’America entrambe con armamenti atomici. Dopo tutto, i veri soldi stanno lì. Nella modernizzazione degli arsenali militari e negli ordinativi di armamenti strategici all’avanguardia.

Affari di famiglia

In queste guerre e conflitti è presente anche un affare di famiglia, dato che i Kagans – nel loro insieme famigliare – non scatenano solo i conflitti ma beneficiano anche della gratitudine degli appaltatori militari che condividono con i “pensatoi” che ricorrono ai Kagan stessi parte del denaro ricevuto dagli appalti.

Per esempio, Frederick – il fratello di Robert – lavora presso l’American Enterprise Institute, che ha ampiamente beneficiato della generosità del complesso industriale-militare. Kimberly – la moglie – dirige un proprio “pensatoio” dal nome: Institute for the Study of War (ISW).

Stando alla relazione annuale stilata dall’ISW, i suoi finanziatori originari erano soprattutto fondazioni di estrema destra quali la Smith-Richardson Foundation e la Lynde and Harry Bradley Foundation. Successivamente è stata finanziata da una serie di appaltatori per la sicurezza nazionale, fra i quali alcuni dei più grandi come General Dynamics, Northrop Grumman e CACI, ed alcuni meno noti come DynCorp International – la quale ha fornito l’addestramento alla polizia afgana – e la Palantir, una società del settore tecnologico finanziata con l’appoggio del ramo di venture.capital della CIA, la In-Q-Tel. In Afghanistan, la Palantir ha fornito il software all’intelligence militare USA.

A partire dalla sua fondazione nel 2007, l’ISW si è interessato soprattutto delle guerre nel Medio Oriente – Iraq ed Afghanistan in particolare – ed ha strettamente cooperato con il Generale David Petraeus quando si è ritrovato a comandare le truppe USA in tali paesi. Più recentemente, l’ISW si è intensamente occupato della guerra civile in Ucraina. [Si veda “I neocon hanno guidato Petraeus durante la guerra in Afganistan”.]

Per capite la persistente influenza dei neocon – e del clan Kagan nello specifico – bisogna conoscere le autostrade del denaro che corrono fra quell’affare che è la guerra e quell’altro che è il “vendere” il dover fare la guerra. Quando gli appaltatori militari se la godono, se la godono anche quei pensatoi che hanno spinto per un aumento delle tensioni sul pianeta.

L’ultima nota sui Kagan: sembra che l’avere amici e famigliari che dall’interno del Governo garantiscono scelte politiche a favore della guerra – ed un “foglio di via” alla pace – non li faccia minimamente star male.

Robert Parry

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla