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Semo tutti Casamonica

di Walter Quadrini - 31/08/2015

Fonte: IlTalebano

SEMO TUTTI CASAMONICA

Perché l'unico Stato con un briciolo di moralità è quello nello Stato

A sto giro, sono andato in vacanza in Croazia e mi sono perso diverse puntate di Pomeriggio Cinque, così, cari lettori che, come me, eravate in vacanza all’estero,, ho deciso di riassumervi brevemente cos’è successo, nel frattempo, nel mondo (e cosa vi siete persi nel vostro talk show preferito):

  • c’è gente che va via dall’Africa e dal Medio Oriente per venire in Europa (gli Europei dicono di sì, ma poi fanno i muri e bruciano i dormitori);
  • l’ISIS continua con le sue marachelle;
  • i marò, boh;
  • l’economia cinese se la passa male (e fin qui nulla su cui Fabio Fazio possa costruire un’intervista);
  • Balotelli torna al Milan;
  • una studentessa fa i gavettoni con l’acido, quindi le tolgono la figlia, ma poi forse gliela ridanno indietro (Massimo Giletti non ha ancora deciso);
  • a Roma hanno fatto un funerale.

Questa cosa del funerale mi ha un po’ turbato, perché pare che il tizio in questione (aka “il morto”) fosse in realtà un perfetto sconosciuto, ma, ciò nonostante, si è scatenato un vespaio mediatico, con comunicati stampa da parte di prefetti inutili, ministri inetti, opinionisti della domenica (in) e sindaci finocchi. Ammetto che, stando a quanto ho letto sui giornali, l’accompagnamento del defunto non è stato esattamente una manifestazione di riservatezza e buon gusto, ma saranno comunque cazzi suoi e dei suoi familiari. Inoltre il tale (alias “il morto”, alias “Vittorio Casamonica”) era un terrone, quindi è anche un po’ nelle loro tradizioni che il saluto al defunto sia celebrato in pompa magna.

Ma pare fosse un “mafioso”. Che poi, questo termine diffamatorio viene utilizzato ogniqualvolta c’è un terrone con dei parenti pregiudicati per un qualche tipo di reato, quindi alla fine il buon Vittorio (che di grane con la giustizia non ne ha mai avute) era solo un cristiano con dei parenti che si erano messi nei guai (o forse nemmeno parenti, ma solo omonimi). Eppure, si sa, che quando spunta un cadavere, i cani diventano leoni [cit].

Ed ecco, quindi, spuntare Roberto Saviano, con la sua retorica vaga, profetica e inquisitoria che, pomposo orfano di talk show, proclama a colpi di tastiera come il cittadino dalla fedina penale intonsa (e neppure mai indagato) fosse in realtà un boss della malavita organizzata, un temibile capomafia la cui influenza era indubbia e risaputa, e consiglia Papa Francesco (sic) di rimuovere immediatamente il parroco che ne ha benedetto la salma, che poi la parrocchia era la stessa che ha rifiutato i funerali a Piergiorgio Welby, quindi apriti Cielo! Ignorando, o fingendo di ignorare, che la salma di un suicida non può essere benedetta (in quanto il defunto ha commesso l’unico peccato inconfessabile e quindi non redimibile) ed ergendosi a giudice terreno del corpo di Cristo (cosa, peraltro, non nuova).

Ma ciò che mi ha lasciato più basito è stata proprio la reazione della Chiesa di Roma che, attraverso il suo organo di stampa ufficiale, ha stampato editoriali a raffica su come, effettivamente, il funerale sia stato uno scandalo, giocando sostanzialmente allo scaricabarile con la PA per chi avesse permesso questo “vergognoso scandalo”. E mi ha rattristato in quanto cristiano, poiché, quando guardo alla Chiesa, mi aspetto una guida morale e spirituale, mentre a quanto pare, quando si tratta di funerali scomodi (la vicenda Priebke ancora non mi è andata giù) non è più un faro, ma una barca trascinata dalle correnti dell’opinione pubblica.

Welcome to Kali Yuga.